Nei prati di San Severino Marche cresce un “cardo” che cardo non è! Il “cardo asinino” (Cirsium vulgare Salvi (Ten.) subsp. vulgare) presenta uno splendido colore caldo, purupureo nella corolla. Rivestito di spine pungenti, forma tuttavia un fiore delicatissimo, profumato, spesso visitato da api e bombi.
Pianta “infestante” dei campi appenninici, segno di un terreno lavorato male o addirittura abbandonato, nelle Marche viene raccolto per i capolini e i fusti che, seppur amaragnoli sono simili a cardo e carciofi. Infatti, in Friuli si chiama “articiocchi” 🙂
In periodo di fioritura (estate piena) possiamo preparare un infuso blandamente colagogo, buono per le vie biliari e il fegato, con i petali e le punte delle foglie.
La famiglia è quella della Asteraceae, la pianta è perenne. Il nome che proviene da “varici” in antico Greco, indica il suo uso nell’erboristeria tradizionale: per curare varici e emorroidi. Il legame dei cardi, anche del genere Cirsium, con il sangue è espresso nell’araldica, fu simbolo di immortalità e orgoglio.