(…) La sfera e la stella sono le forme che caratterizzano l’elicriso: dall’alto notiamo che il piccolo arbusto conquista lo spazio sviluppando una conformazione a sfera sostenuta dai rami argentei. Le foglie si inseriscono a spirale sui rami dando l’impressione di sottili stelle. L’elicriso è una pianta xerofila (vive in ambienti siccitosi) e ha foglie alterne, lineari, ricoperte da sottilissimi peli che la aiutano a trattenere l’acqua proteggendo la pianta dal caldo e dall’irraggiamento solare. I piccoli arbusti hanno la base ben salda per la lignificazione dei rami principali, e le chiome non appaiono impenetrabili ma sono leggere, l’aria e la luce filtrano facilmente attraverso le foglie, e i rametti sono flessibili e delicati. I fiori, minuscoli capolini raccolti in curiosi involucri tubulari ricoperti di squame argentee compaiono presto e si dischiudono lentamente, seguendo l’aumentare del calore e della luce nelle giornate estive. L’elicriso fa parte delle specie tipiche del periodo di San Giovanni, quando le giornate sono più lunghe, le notti brevi e la vita delle piante è al culmine.
Quando i capolini argentei si aprono rivelando il colore dell’elicriso – una tonalità brillante di giallo – diventa chiara l’origine del nome: “elicriso” proviene dal greco antico ’ήλιος (helios, sole) e χρυσέος (chryseos, d’oro, aureo) e significa “sole dorato”. L’immagine è quella della luce intensa, brillante che illumina un pendio roccioso del Mediterraneo riflettendosi nei capolini dorati dei cespi globosi. (…)
Come la stella alpina in montagna, le piante di elicriso sono pervase dall’intensa luce solare delle coste e dei monti, formando organi vegetali e principi attivi che permettono loro di sopravvivere. Possiamo dire che l’elicriso è simile alla stella alpina non solo per l’appartenenza alla stessa famiglia ma anche per l’aspetto: il “fiore” di Leontopodium (ciò che circonda i suoi capolini e conferisce loro la forma di stella non sono petali ma brattee cioè foglie) evoca la pianta d’elicriso schiacciata verso il basso dalla luce di montagna, mentre l’elicriso, specie litorale, si innalza con foglie alternate fino all’infiorescenza.
Da millenni si preparano estratti di elicriso per curare e nutrire la pelle durante l’esposizione al sole. L’oleolito, l’estratto oleoso di elicriso ottenuto per macerazione in olio protegge la pelle già abbronzata con un filtro solare naturale (2-4). Con l’oleolito e l’idrolato (l’acqua aromatica che rimane dalla distillazione dei fiori) si ottiene un’emulsione profumata che tonifica e lenisce la pelle come doposole, soprattutto se l’oleolito è ottenuto dalla macerazione dell’elicriso in olio di oliva extravergine con l’aggiunta di altri oli vegetali spremuti a freddo come avocado jojoba e mandorla. (…)
da “Ars herbaria, piante medicinali nel respiro dell’anno”, ed. Natura & Cultura 2012.