L’albero ha una forma elegante, candidi fiori in primavera e abbondanti frutti che maturano a ottobre e novembre. Sono marroni, a forma di goccia, dal sapore ottimo, dolci e granulose.
I fruttti, le pere volpine, vengono raccolte ancora crude per farle maturare nella paglia e conservarle in inverno. Tradizionalmente, vengono cotte con il latte per i bambini, per farli crescere e ingrassare, e con il vino e la cannella per gli adulti, come dolce dessert invernale. Sono ricche di zuccheri nobili, minerali e vitamine, di facile digestione e buona conservabilità.
La piccola pera volpina è rustica e appartiene ai frutti dimenticati delle nostre campagne. I greci la associavano ad Afrodite per la sua forma simile al ventre femminile e nell’antichità la pera volpina era considerata un rimedio per le coppie che cercavano un bambino.
Si essiccavano e si consumavano ogni mattina, fino al concepimento e si piantava il seme vicino alla casa, se nasceva una femmina; i fiori servivano per le ghirlande di battesimo. Con il legno si producevano oggetti d’arte e ornamenti per la chiesa.
Nell’Appennino toscano si chiamava “pera poppina” per la somiglianza ai seni delle giovinette, ma con il passare del tempo diventò la pera “volpina”.
Oggi si conclude anche la festa tradizionale in Appennino, la “Festa dei Frutti dimenticati” : http://festafruttidimenticati.blogspot (ringrazio gli autori per la foto).