“Negli antichi lucernari restaurati di recente della Basilica della Sacra Croce di Fonte Avellana appaiono delle figure stilizzate che evocano in me l’immagine di un angelo sospeso, della Croce, simbolo universale e… della Pianta. La vedo appena abbozzata – composta da due linee nere che si incontrano e si stagliano su uno sfondo bianco, formando una corolla lievemente illuminata dall’oro dell’artista. La pianta che osservo in questo disegno riconsegna me a me stessa, come immagine archetipica di tutte le piante della mia vita: alberi, arbusti, erbe alimentari, piante aromatiche e medicinali. Nell’incontro con la pianta nel ritmo delle stagioni ritrovo la via verso il mio sentire, percepire e pensare, e verso un senso innato di gratitudine e devozione per la Vita sulla terra.”
Prefazione al mio primo libro in italiano “Ars herbaria. Piante medicinali nel respiro dell’anno” che uscirà presto in ristampa con Natura & Cultura Editrice.
Scritto tra il 2012 e il 2013, sognai il libro in un soggiorno al Monastero di Fonte Avellana. Non solo tengo corsi in questa meravigliosa struttura, ma il paesaggio in cui è situato è anche tema della mia ricerca accademica sull’azione terapeutica dei paesaggi appenninici e il ruolo della spiritualità in questo. I monaci della congregazione dei Camaldolesi, la biblioteca di Fonte Avellana, l’attuale priore e la comunità monastica tutta, i collaboratori, e poi (li ringrazio per primi, come semplice erborista) alberi e foreste, erbe e piante medicinali, muschi e felci, sentieri e cascate, la Abbazia di Sitria poco lontana – devo tanto a tutti loro, e qui vorrei ringraziare.