All posts by Karin Mecozzi

ARS HERBARIA Heilpflanzen im Jahreslauf in neuer Auflage!

“Ars herbaria, Heilpflanzen im Jahrelauf” erscheint in neuer Auflage! Der Verlag am Goetheanum in Basel stellt das Buch hier vor: https://www.goetheanum-verlag.ch/nc/einzelansicht/artikel/ars-herbaria/shop/5987/

Herzlichen Dank an den Verlag und an alle Leserinnen und Leser für ihr Interesse, ich freue mich sehr, wenn meine Betrachtungen und Rezepte dazu beitragen, dass man sich leichter und lieber mit Pflanzen, ihrer Landschaft und dem natürlichen Wohlergehen beschäftigt.

Salutogenesi in estate – pratiche quotidiane di erboristeria e naturopatia

“L’intero periodo estivo era un sogno” –  W. Shakespeare

 E S T A T E – Appunti di salutogenesi

Ho scritto questi appunti per i nostri corsi di erboristeria e osservazione delle piante e del paesaggio, al Monastero di Fonte Avellana. Sono “gocce” di erboristeria e naturopatia tradizionale, essenzialmente raccolte negli anni di pratica, consulenza e formazione. Mettete in pratica qualche consiglio*, vi auguro una luminosa, gioiosa estate!

Dal 23 LUGLIO: CANICOLA, massimo calore. Organi che lavorano al massimo a luglio fino al Ferragosto:

  • cuore, circolazione (pulizia in primavera fegato per capillari),
  • pelle (sudore),
  • respirazione (piena)
  • intestino tenue

Organi al minimo: reni, vescica. Il cuore nutrirà i reni, coraggio per la stagione fredda.

Pratiche di erboristeria e naturopatia per……

…rafforzare i reni

  • Detersione intera con spugnature (da alternare alla consueta doccia)
  • Preparare una tisana concentrata: infuso stimolante per la mattina, rilassante per la sera. Aggiungere gli oli essenziali, emulsionati in 1 cucchiaino di aceto, olio di mandorle, miele o tintura di calendula.
  • Mattina con rosmarino, menta, eucalipto citriodora, limone
  • Sera con lavanda, Ylang-Ylang, palmarosa, geranio, rosa, patchouli, mandarino
  • Bere acqua di sorgente
  • Curare la giusta traspirazione (no deodoranti antitraspiranti!)

Per Circoazione e cuore:

  • Secondo la med. cinese dovremmo esporci all’aria aperta il più possibile. vita all’aria aperta, sole, mare, natura. Facciamo “sforzi” per rafforzare circolazione: piccole corse, nuoto intensivo, zappare l’orto, bicicletta in salita. “Una volta al giorno
  • dovremmo sudare”!
  • Nelle giornate di massimo caldo, aiutare il tono (anziani!!):
  • Infusi freddi per bevande tonificanti: Lavanda vera, Rosmarinus off., Agrimonia eup., Rubus ulmifolius, Rubus idae, Prunella vulgaris, Citrus limon, Lippia citriodora, Tilia
  • Alimenti ricchi di potassio: banane, mandorle, sesamo, patate, sedano, carote, radici in generale, biete. Brodo vegetale
  • Soluzione salina, diluita nell’acqua della borraccia, insieme a radice di zenzero, scorza di limone, presina di zucchero
  • Skorodite comp., Globuli di Wala
  • Rosmarino, tintura madre o gemmoderivato
  • Infuso tiepido di ulivo, con un pizzico di pepe.
  • Peperoncino per disperdere, il calore pepe verde e rosa, zenzero, cipolla fresca e aglio (solo bio!)

Per Respirazione:

  • lavaggio del naso aspirando acqua salata e salvia
  • Respirazione alternata yoga per 3 minuti mattina e sera
  • Tenere sul comodino un mazzetto di timo, issopo, lavanda vera e elicriso che con il caldo sprigiona o.e.
  • Pulizia “radici dei denti” con pasta di argilla e santoreggia (timo, salvia)

Per la Pelle:

Solare per pelli abituate: oleoliti di elicriso e calendula in girasole/olivo con aggiunta di o.e. carota, palmarosa e 2 gocce di arancio amaro.

  • Oleolito di malli di noce verdi
  • Oleolito di alloro in olio di oliva
  • Piante doposole: elicriso, calendula, iperico (ustioni), malva e altea,
  • Oli essenziali di menta, lavanda, larice in minime dosi
  • Latte di capra, yoghurt intero come spugnatura prima della doccia.
  • Saponi naturali!
  • Usare olio per pulire la pelle.
  • Scrub di sale o zucchero e piante lenitive (lavanda, calendula, camomilla)
  • Lozione per il corpo leggera, con o.e. basilico, menta, lemongrass e lime

 

Per la Digestione

  • “Umettanti epatici” (bardana, piantaggine, gramigna, liquirizia, malva, rosa canina, borragine, BARLEY WATER)
  • Tonici intestinali: fermenti come miso, crauti, kefir o yoghurt
  • Diarrea: radice di tormentilla, carote crude grattugiate, riso bianco biodinamico, crema di riso, quinoa, tè nero
  • Tutte le erbe amare, da mangiare e come infusi freddi (Erythrea centaurium)
  • Erbe mucillaginose per lo stomaco, non mangiare troppo gelato J

Alimenti adatti:

lattuga, cicoria, carote, sedano cereali riso, orzo, verdure a vapore o bollite, pesce, pochi grassi, semmai polinsaturi, poco alcol, caffè come stimolante tonico per il grande caldo

Per Anima e spirito, mai scollegati dal corpo

  • Esercizi di concentrazione attiva (su piccole cose, osservazione di alberi e rocce, camminata consapevole
  • Positività, risata, coltivare il calore interno!
  • Sedersi vicino all’acqua, un fiume, torrente o al mare
  • Godersi l’alba e il tramonto
  • Leggere racconti di culture e paesi lotani
  • Dipingere ideogrammi, calligrafia, inventare decorazioni
  • Creatività nelle piccole cose, nell’abbigliamento, in cucina con le erbe e le spezie
  • Accogliere e andare incontro agli altri con un bel sorriso

*I consigli, le applicazioni, i trattamenti e le erbe non sostituiscono il medico – se non siete sicuri o assumete farmaci, rivolgetevi al vostro terapeuta e a un erborista competente.

Buona estate!

 

Dalle sostanze, nutrimento – dalla materia, medicina

….. Ein neuer Dreierrhythmus setzt ein: Juli, August und September sind die Monate der echten Wärmeentwicklung, und aus Substanzen wird Nahrung, aus Materie Medizin.

…. Ha inizio un nuovo periodo, tripartito: luglio, agosto e settembre sono i mesi del massimo sviluppo di calore, e dalle sostanze si forma nutrimento, dalla materia, medicina.

“Juli” 12 Texte für den Sternkalender 2019/20  – Verlag am Goetheanum – 12 testi per il Calendario Astronomico 2019/2020

Naturbetrachtung im Juli (aus “Sternkalender 2018/19”)

Haben Sie je über Ihr Verhältnis zur Zeit nachgedacht, wenn Sie die Natur betrachten? Wir wissen, dass Jahre, Monate, Tage, Stunden eine festgesetzte Dauer haben, und so scheint auch die Natur festgelegten Rhythmen zu folgen. Im Juli, dem heißesten Monat, kann es jedoch geschehen, dass uns ahnend bewusst wird: das Lebendige lässt sich nicht immer in Zahlen erfassen, denn Leben wird auch von selbst. Wir können es eher spüren, als gedanklich erfassen, denn jetzt, im Hochsommer, lässt es sich besser in die Natur „hineinträumen“. Folgende, bewusste Betrachtungsübung soll uns helfen, einen spielerischen Abstand zum Zeitgeschehen zu finden. Dabei können wir erkunden, wie wir die Zeit selbst als Instrument für Betrachtungen einsetzen können.

Wir suchen uns eine Pflanze aus, eine Gruppe von Pflanzen, eine Landschaft, und betrachten sie auf zweierlei Arten, einmal indem wir die Zeit messen, nach der Uhr, einmal nach eigenem Ermessen, ohne Uhr. Die zweite Art zu betrachten folgt nur unserem inneren Empfinden, ohne feste Zeitbegrenzung, jedoch regelmäßig. Wir wechseln die Betrachtungsweisen miteinander ab, und wir werden merken, wie sich die Erfahrung verändert und sich unser Zugang zur Pflanze einerseits und zu unserem Erleben andererseits vertieft. Der Schwerpunkt auf dem „Wie“ der Betrachtung will jedoch eine Zeitlang geübt werden, und es soll kein Zwang dabei entstehen.

Gerade im Juli kann es uns also gelingen, einen tieferen Zugang zum eigenen Zeitempfinden und zur äußeren Welt zu finden, wenn wir uns auf verschiedene Wege der Betrachtung einlassen. Genanntes Beispiel kann individuell gestaltet werden, in der Naturbetrachtung zählt auch ein gewisser Erfindungsgeist.

So wie die bestäubte Blüte sich langsam wieder zusammenzieht, um Frucht und Samen zu bilden, können auch wir nach der Johannizeit unsere „Fühler“ wieder etwas einziehen. Das äußere Bild der betrachteten Heilpflanze oder eines liebgewordenen Ortes wirkt in uns fort, wie ein Keim in unserer Sommerseele.

12 Naturbetrachtungen im Jahreslauf von Karin Mecozzi in: “Sternkalender 2018 – 2019” Verlag am Goetheanum, Basel

 

 

 

Corso “Conoscenza vivente della natura. Piante, paesaggio, sensi”

Il corso
Le piante tipiche di un luogo, medicinali, aromatiche e alimentari, sono in stretta connessione con il paesaggio e con l’uomo. Quali strumenti abbiamo per comprenderle e conoscerle oggi, tra scienza e umanesimo, botanica e arte? L’incontro è dedicato allo studio, alla contemplazione e all’esperienza diretta delle piante e del paesaggio di Fonte Avellana, attraverso relazioni, la ricerca sul campo, l’esperienza artistica con il colore e la condivisione. Si svolge al Monastero Camaldolese di Fonte Avellana, nella meravigliosa natura alle falde del Monte Catria.
 
Venerdì, 31.08.2018
 
14.30 Visionari, scienziati, illuminati: naturalisti e ricercatori per una conoscenza vivente della natura
15.30 I 4 elementi come strumenti di percezione. Giorgio Bortolussi
16.30 Uscita e pratica di osservazione e percezione.
17.30 Esperienza artistica sul tema del corso. Daniela Dall’Oro
18.45 Conclusione del pomeriggio
19.30 Cena
 
 
Sabato 1.9.2018
 
9.00 Conoscere le piante e il paesaggio nella loro interezza. Strumenti e metodi di ricerca, primi passi nell’osservazione goetheanistica. Karin Mecozzi
10.00 Escursione e lavoro di osservazione, individualmente e in gruppo, parte prima
12.30 Conclusione della mattina
 
14.30 Esperienze di osservazione delle piante e del paesaggio, parte seconda.
Uscita, completamento del lavoro in aula, laboratorio sensoriale in aula con preparazioni erboristiche istantanee.
17.30 Esperienza artistica con Daniela Dall’Oro
18.45 Conclusione
19.30 Cena
 
Domenica, 2.9.2018
8.30 Le piante e il paesaggio di Fonte Avellana – abbiamo intuito qualcosa del Genius loci, dell’Anima loci? Condivisione dei lavori di gruppo e considerazioni.
9.45 Esperienza artistica conclusiva con Daniela Dall’Oro.
10.45 Conclusione del corso
 
a cura di
 
Karin Mecozzi, Erborista, autrice, esperta di osservazione del paesaggio
Daniela Dall’Oro, Maestra d’arte, insegnante, qualificata in arteterapia e pedagogia curativa
Giorgio Bortolussi, Agricoltore, docente, segretario Ass. Agricoltura Biodinamica Marche
 
Informazioni e aggiornamenti
karin.mecozzi@aruba.it
Tel. 349 8383231
www.karinmecozzi.com – www.fonteavellana.it
 

Impressioni di Fonte Avellana, Calendule.
ph. Pamela Natalini

Monastery of Fonte Avellana, Marche, Italy

Karin Mecozzi

What did young Lodolfo find in the ninth century as he looked for shelter underneath Mount Catria, animated only by his inmost yearning for contemplation and loneliness? Nowadays, it may be difficult to understand why he chose to settle down in that special place, together with a handful of peers from Gubbio. Was it an experience of silence in the ancient beech forest, the spring itself or maybe their longing for the Divine? The woods of the north/east Apennines were already well known places for spiritual retreat of the ancient Umbrian population.

The foundation of the first cells for the monks, in white chalkstone, started about the first millennium near the most important springs of the area. The church, a minor basilica, was consecrated at the end of the 12th century, dedicated to St. Andrew and the Holy Cross. The name of the monastery “Fonte Avellana” does not only depend on the natural abundance of hazelnut trees (Corylus avellana L.), but also on expressions associated to pre-Christian terminologies such as “auantia” (celtic, spring) and “Avernus” (latin, a place inhabited by ancestors). Fonte Avellana is situated in a natural amphitheater at the foot of Mount Catria (1701 m) and we can still see the well in the Botanical Garden, near the age-old yew tree.

 

Let us take a step back and observe the landscape of Fonte Avellana from a very far distance. From the Adriatic coast, we can see how the limestone massive of the Mount Catria rises in the hilly countryside. Between its northern face (Marche) and the southern one (Umbria) countless narrow valleys and canyons hide hermitages and minor sanctuaries, most of them ruins, entwined with thorns and brambles. Built on the Byzantine corridor, between Ravenna and Rome, many of these places were not only spiritual retreats but also hideouts both for pilgrims and outlaws. This might have been one of the reasons why St. Romuald (951-1027) arrived in this area in the first Millennium. For several years the founder of the Benedictine Camaldolese monastic order stayed in a cell of S. Maria di Sitria, a small abbey he built some miles from Fonte Avellana, fighting for the renewal and greater organization among the hermits living in northern and central Italy.

The ascendancy of Fonte Avellana began with the charismatic figure of St. Peter Damian (1007-1072) when he became the prior. Within a short period the monastery became a center of religious, cultural and social initiatives, even the most famous Dante Alighieri wrote a sonnet about Fonte Avellana in his Divine Comedy. The monastery and its properties were administered exemplarily, and until the end of the 14th century the domains of Fonte Avellana almost reached the Adriatic Sea. That was until the Vatican decided to send its own abbots owing to the decline of this unique approach to territorial and sustainable administration. After the closure under Napoleon and later under the unified Kingdom of Italy few monks kept living under Mount Catria. Only in the middle fifties of the nineteenth century were all buildings renovated and the monastery was opened to external visitors again.

In this particular scenario, offered by Mount Catria’s nature and within the monastery’s limestone walls do the outside and the inside become an impressive experience of the centuries old Camaldolese tradition. The monks live in community in the well-balanced rhythm of the Liturgy of the Hours, and at the same time they consider openness and hospitality as fundamental values of their choice of life and spirituality.

Visitors looking for time off for contemplation, private studying or enriching conversations are welcomed in specified parts of the buildings, either on their own or taking part in courses and seminars. Every year the community organizes or offers conferences, classes and courses about several inter-confessional topics, self-directed or held by external experts from all over Italy and Europe. There is a big refectory in the former cellars, which offers the traditional cuisine of the Marche region. A series of former monk cells were converted to comfortable rooms for the guests, there are also various conference halls and a vast library opened for visitors, as well as the beautiful scriptorium with its 13 windows aligned with the position of the sun. The historical library of the monks can be visited only on demand by researchers; it contains volumes and manuscripts from the 15th century until now. Liturgy of Hours and the Holy Mass are held in the Basilica or in the underground Crypt, visitors are always welcome.

The emblem of the Camaldolese shows two doves sipping from the same Chalice under a star. It expresses the encounter of the way of life of solitude against that of life in the religious community, according to the reform of St. Romuald. In Fonte Avellana, in the silence of its forests, we can sense this ancient yet contemporary commitment as a balm for our soul, in a world of sudden changes.

Monastero della Santa Croce e di S. Andrea di Fonte Avellana

I-61040 Serra Sant’Abbondio (PU)

www.fonteavellana.it

L’uomo quale formatore della terra

Da una conferenza tenuta da Dr. Manfred Klett, agronomo e socio fondatore dell’Azienda Dottenfelderhof in Germania, fattoria biodinamica e sede della Formazione in agricoltura biodinamica per studenti da tutto il mondo.

L’umanità è divenuta attiva in una misura fino ad oggi mai presente nel dare forma e struttura alla terra. Non soltanto ogni oggetto che usiamo nel mondo sensibile porta l’impronta della nostra conoscenza, ma anche la natura che sta al di fuori dell’uomo è cambiata sotto l’influenza della nostra conoscenza. I ruscelli, i fiumi, i laghi e i mari non sono più ciò che erano trenta o quarant’anni fa. I paesaggi frutto della cultura, li chiameremo “culturali”, i nostri boschi, la terra stessa nel suo insieme stanno morendo sotto i nostri piedi, e tutto questo è opera dell’uomo !

Siamo oggi inseriti nel fatto storico di essere divenuti formatori della terra.
Disponiamo di una condizione conoscitiva quasi infinita riguardo alla terra e al contempo di un potere in grado di mettere in pratica quanto conosciamo, di imprimere effettivamente nella terra in libertà l’immagine del mondo che portiamo in noi. La domanda è ora se abbiamo una coscienza di ciò, oppure se il fatto che non diamo un contenuto spirituale e morale alla libertà, che abbiamo conquistato, non sia la causa che porti ad una arbitraria distruzione della terra, invece che ad una costruzione formativa.

Non mancano oggi le persone che hanno iniziato una riflessione di questo genere, constatando come il proprio pensiero si sia staccato da noi stessi e si sia reso autonomo nella cosiddetta scienza “oggettiva”. Basta fare ancora un piccolo passo per dire: posso allora lasciare la responsabilità del mio pensiero anche al computer. Dall’altra parte si noterà: anche il mio volere, la mia volontà  si è staccata dall’uomo e si è resa autonoma nella moderna tecnologia. A questo punto basta poco per dirsi: perché non  abbandonare anche il mio volere quale automatismo ai robots ?  L’umanità ha accettato passivamente che il pensare e il volere si siano resi autonomi, scindendosi. L’uomo quale essere che sente, cioè il momento  vissuto come il più tipicamente umano, è restato indietro rispetto al procedere di tutto il resto e sta  impotente di fronte a tutto ciò che avviene, subendo fuori nel mondo le conseguenze del pensare e del volere resisi autonomi. In realtà non è l’uomo in quanto agisce che ha messo a suo servizio la terra configurandola, ma il pensare e il volere che si sono staccati da lui in un dualismo di forze, di intelligenza e di manifestazione di potere. L’uomo che soggiace inconsciamente a questa dualità corre oggi continuamente il pericolo di diventare strumento di una potenza che lo determina da fuori. Oggi ci sentiamo padroni nell’uso industriale della terra. Se però si guarda meglio l’uso industriale della terra, in questo modo continuamente formiamo in realtà la terra, ci si accorge che ciò avviene non per la terra, ma per soddisfare i bisogni degli uomini. Questo uso industriale della terra è di necessità distruttivo e mortifero, e limitato dalla quantità di risorse disponibili.

Ma all’uso industriale della terra sta di fronte qualcosa d’altro. Come stanno le cose con l’utilizzo della natura vivente, della natura animata, delle piante coltivate e degli animali domestici, come sono messe le cose con l’agricoltura ? Muovendo dalla attuale immagine che abbiamo del mondo, emerge una immagine adeguata alla pianta dotata di vita, all’animale domestico dotato di anima e di sensibilità, in grado di renderci capaci di usarli con la stessa padronanza con la quale usiamo nell’industria la natura inanimata ? Abbiamo una immagine della pianta che abbia l’impronta della sua natura essenziale ? Abbiamo in realtà una conoscenza della natura essenziale della vita ?

Una domanda di questo genere non emerge dall’immagine materialistica del mondo. Come è possibile però dare forma a qualcosa di cui non conosco la natura essenziale ? Per questo dobbiamo con molta consapevolezza andare oltre l’immagine materialistica del mondo. Non si tratta di qualcosa che possiamo pretendere dagli altri uomini, possiamo pretenderlo soltanto da noi stessi.

(…)                                    Manfred Klett                             trad. Stefano Pederiva

Timo, aromatico, profumato, medicinale

 

Il timo, Thymus vulgaris L., della famiglia delle lamiaceae è un piccolo suffrutice dai fusti eretti e legnosi, foglie ovali punteggiate di ghiandole e ricoperte di peluria sul lato inferiore e fiori a spicastro rosei o bianchi. Proviene dall’area mediterranea ed è diffuso in tutti i paesi dell’Europa meridionale e dell’Asia minore, in Italia è spontaneo sulle coste tirreniche. Preferisce terreni silicei e viene coltivato in Spagna, Portogallo e nei Balcani.

Il timo serpillo e il timo di montagna sono specie striscianti, hanno infiorescenze a pannocchietta dal colore rosa più acceso, e hanno un profumo più dolce. Sono indicati per preparare impacchi e suffumigi per alleviare la tosse dei bambini, mentre il timo volgare è troppo forte.

Nel suo aspetto il piccolo arbusto di timo esprime concentrazione e tenacia. Il suo nome proviene dal greco antico e significa coraggio. E’ ben radicato nel terreno, cresce anche su terreni magri, non teme il gelo e resiste alle estati secche del meridione. I rami si estendono verso la periferia, formano un angolo quasi retto e si dirigono verso l’alto cercando la luce. Se abbiamo l’occasione di osservare la fioritura di una coltivazione di timo, le piante dalle foglie verde cupo appaiono come ricoperte di neve. Gli arbusti sono visitati da api e farfalle, attirate dal profumo intenso.

L’olio essenziale contenuto nelle foglie al 2-3% si sprigiona con il caldo o strofinando foglie e fiori e ha proprietà antisettiche, antibatteriche e antivirali. Secondo Gattefossé, il grande ricercatore di aromaterapia del novecento, l’essenza di timo rosso fornisce un valido antibiotico e antifungino. L’essenza di timo bianco è meno aggressiva, tuttavia occorre limitare l’uso dell’essenza in gravidanza e in caso di allergie perché, come anche l’olio essenziale di timo rosso, può causare reazioni cutanee.

Per percepire il vigore e la forza del timo, si inala l’essenza “a secco”, su un fazzoletto di lino: all’olfatto l’olio essenziale risulta innanzi tutto pungente, poi sprigiona l’azione balsamica e infine rilascia una note dolce che ricorda la rosa rossa. L’esperienza olfattiva evoca grandezza, superamento del sé.

L’intera pianta è ricca di tannini, flavonoidi e triterpeni e viene usata in fitoterapia per aumentare le difese immunitarie, nell’anemia, le affezioni all’apparato respiratorio e come disinfettante intestinale. Si usano i rametti fioriti, raccolti tra maggio e luglio in giorni di aria/luce intorno alla luna nuova. Per l’infuso si versano 500 ml di acqua bollente su 1 cucchiaio di foglie e fiori e si lascia in infusione per 15 minuti. Il timo aiuta a superare periodi di astenia. Si prepara un infuso concentrato (100g in 1 l di acqua), si aggiunge all’acqua della vasca (37°C) e si resta immersi non più di 10 minuti ispirando profondamente i vapori benefici.

Da millenni il timo viene usato come pianta aromatica in cucina per il suo sapore caldo. Favorisce la digestione dei grassi ed è utilizzato per aromatizzare cibi a base di carne, legumi, cereali e il classico sugo di pomodoro. Si raccomanda di conservare i rametti di timo interi e strofinarli solamente al momento dell’impiego per usare le foglie. In questo maniera il timo essiccato conserva il suo aroma per molto tempo.

Thymus vulgaris L.
ph. fotolia.com