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Erboristeria come arte e conoscenza

L’erboristeria come arte e conoscenzaars herbaria – è uno spazio dove può realizzarsi il dialogo tra pianta ed uomo, ed ancora, tra civiltà e natura. Un dialogo che ha luogo d’elezione nella cura della nostra salute, nella quale possiamo recuperare in chiave attuale molte conoscenze del passato, ma con l’obiettivo importante di individuare nuove modalità nei diversi ambiti delle cure naturali che siano consone all’epoca moderna e che ci aiutino a tessere la trama del nostro benessere in modo responsabile, giorno per giorno.

In questo libro elaboriamo il tema delle piante medicinali e dell’erboristeria in modo nuovo,  moderno, in cui da una parte indaghiamo sul legame tra pianta, territorio e uomo – piante e paesaggio nel loro insieme – e dall’altra sperimentiamo il ritmo delle quattro stagioni, biologiche ed astronomiche. Comprendiamo in modo completo ed intimo il come e il perché dell’impiego delle piante medicinali e aromatiche apprendendo le regole base per raccoglierle, conservarle e trasformarle in preparazioni estemporanee. Attraverso questo fare, ci sintonizziamo con il grande respiro della terra e dell’anno, mentre ci ricolleghiamo a gesti significativi, che ancora oggi si conservano nelle tradizioni e in molte festività tipiche dei luoghi.

Per il lettore, lo stesso libro diviene pianta: Ars herbaria – piante medicinali nel respiro dell’anno è saldamente ancorata nella tradizione della grande medicina erboristica europea, germoglia e si innalza seguendo il ritmo dell’anno e fiorisce e fruttifica… nella mano della persona appassionata e riguardevole, alla ricerca di nuovi gesti di cura e di una sintonia profonda con il vivente.

 Per acquistare “Ars herbaria, Piante medicinali nel respiro dell’anno” : http://www.naturaecultura.com/Libri/ars_herbaria.htm

Afrodite e la PERA VOLPINA

L’albero ha una forma elegante, candidi fiori in primavera e abbondanti frutti che maturano a ottobre e novembre. Sono marroni, a forma di goccia, dal sapore ottimo, dolci e granulose.

I fruttti, le pere volpine, vengono raccolte ancora crude per farle maturare nella paglia e conservarle in inverno. Tradizionalmente, vengono cotte con il latte per i bambini, per farli crescere e ingrassare, e con il vino e la cannella per gli adulti, come dolce dessert invernale. Sono ricche di zuccheri nobili, minerali e vitamine, di facile digestione e buona conservabilità.

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La piccola pera volpina è rustica e appartiene ai frutti dimenticati delle nostre campagne. I greci la associavano ad Afrodite per la sua forma simile al ventre femminile e nell’antichità la pera volpina era considerata un rimedio per le coppie che cercavano un bambino.

Si essiccavano e si consumavano ogni mattina, fino al concepimento e si piantava il seme vicino alla casa, se nasceva una femmina; i fiori servivano per le ghirlande di battesimo. Con il legno si producevano oggetti d’arte e ornamenti per la chiesa.

Nell’Appennino toscano si chiamava “pera poppina” per la somiglianza ai seni delle giovinette, ma con il passare del tempo diventò la pera “volpina”.

Oggi si conclude anche la festa tradizionale in Appennino, la “Festa dei Frutti dimenticati” : http://festafruttidimenticati.blogspot (ringrazio gli autori per la foto).

 

 

 

 

DESIDERATA

DESIDERATA

(1927) Max Ehrmann

Go placidly amid the noise and haste,
and remember what peace there may be in silence.
As far as possible, without surrender,
be on good terms with all persons.
Speak your truth quietly and clearly;
and listen to others,
even the dull and the ignorant,
they too have their story.
Avoid loud and aggressive persons,
they are vexations to the spirit.
If you compare yourself with others,
you may become vain or bitter;
for always there will be greater and lesser persons than yourself.
Enjoy your achievements as well as your plans.
Keep interested in your own career, however humble,
it is a real possession in the changing fortunes of time.
Exercise caution in your business affairs;
for the world is full of trickery.
But let this not blind you to what virtue there is,
many persons strive for high ideals,
and everywhere life is full of heroism.
Be yourself.
Especially, do not feign affection.
Neither be cynical about love,
for in the face of all aridity and disenchantment
it is as perennial as the grass.
Take kindly the counsel of the years,
gracefully surrendering the things of youth.
Nurture strength of spirit to shield you in sudden misfortune.
But do not distress yourself with dark imaginings.
Many fears are born of fatigue and loneliness.
Beyond a wholesome discipline,
be gentle with yourself.
You are a child of the universe,
no less than the trees and the stars;
you have a right to be here.
And whether or not it is clear to you,
no doubt the universe is unfolding as it should.
Therefore be at peace with God,
whatever you conceive Him to be,
and whatever your labors and aspirations,
in the noisy confusion of life keep peace with your soul.
With all its sham, drudgery, and broken dreams,
it is still a beautiful world.

Be cheerful. Strive to be happy.

Va’ serenamente in mezzo al rumore e alla fretta,
e ricorda quale pace ci può essere nel silenzio.
Finché è possibile, senza cedimenti, conserva i buoni rapporti con tutti.
Di’ la tua verità con calma e chiarezza,
e ascolta gli altri,
anche il noioso e l’ignorante, anch’essi hanno una loro storia da raccontare.
Evita le persone volgari e aggressive,
esse sono un tormento per lo spirito.
Se ti paragoni agli altri,
puoi diventare vanitoso o aspro, perché sempre ci saranno persone superiori ed inferiori a te.
Rallegrati dei tuoi successi come dei tuoi progetti.
Mantieniti interessato alla tua professione, benché umile,
e’ un vero patrimonio nelle fortune mutevoli del tempo.
Sii prudente nei tuoi affari,
poiché il mondo é pieno di inganno.
Ma questo non ti renda cieco su quanto c’è di virtuoso,
molte persone lottano per alti ideali,
e dovunque la vita e’ piena di eroismo.
Sii te stesso.
Specialmente non fingere negli affetti.
E non essere cinico riguardo all’amore,
perché a dispetto di ogni aridità e disillusione
esso e’ perenne come l’erba.
Accetta serenamente l’insegnamento degli anni,
abbandonando con grazia le cose della giovinezza.
Coltiva la forza d’animo per difenderti dall’improvvisa sfortuna.
Ma non angosciarti con fantasie oscure.
Molte paure nascono dalla stanchezza e dalla solitudine.
Al di la’ di una sana disciplina,
sii delicato con te stesso.
Tu sei un figlio dell’universo,
non meno degli alberi e delle stelle;
tu hai diritto ad essere qui.
E che ti sia chiaro o no,
senza dubbio l’universo va schiudendosi come dovrebbe.
Perciò sta in pace con Dio,
comunque tu Lo concepisca,
e qualunque siano i tuoi affanni e le tue aspirazioni,
nella rumorosa confusione della vita conserva la pace con la tua anima.
Nonostante tutta la sua falsità, il lavoro ingrato ed i sogni infranti,
questo è ancora un mondo meraviglioso.
Sii allegro. Ambisci ad essere felice.

Sacre a Venere, mela e pera cotogna

Le cotogne maturano in ottobre su piccoli alberi dal tronco eretto e la corteccia liscia e bruna. Spesso cadono a terra troppo presto per il loro peso. I pomi del cotogno (Cydonia oblonga), a forma di mela o pera, sono asimmetrici, bitorzoluti e ricoperti da soffice peluria e non sono commestibili crudi. Emanano  un profumo buonissimo che ricorda le mele antiche, la vaniglia e le rose. Un tempo si raccoglievano e si avvolgevano nella carta velina, una ad una, e si conservavano per tutto l’inverno.

Il cotogno è una pianta cosiddetta “archeofita”, di origini remote, giunta in Italia secoli fa dall’Asia. Molti nomi di paesi e città, ad esempio Codogno e Cotignola, derivano dal cotogno e portano nello stemma l’immagine dei pomi sacri a Venere.

Nelle Marche, nell’Appennino centrale, trovo spesso alberelli di cotogne abbandonati, nei pressi di casolari diroccati. Mi capitò di trovarne uno a 900 metri di altitudine, nell’orto di una pieve abbbandonata nel Montefeltro. I suoi frutti erano perfettamente sani, e nessuno li raccoglieva. Ne presi alcuni, e mi dispiace ancora oggi di non aver tenuto i semi: la polpa era rosata, la buccia sottile, l’aroma dei pomi ineguagliabile, soave e allo stesso tempo antico.

Molte sono le ricette con la mela o la pera cotogna, i tutta Europa. Dolce, nutriente e amabile, si usava per marmellate, conserve, gelatine, sciroppi e salse. La cotognata è una ricetta tipica di Lodi, una dolce gelatina preparata con i frutti, ricchi di zuccheri e pectina.

Dal punto di vista fitoterapico, la polpa cotta di cotogne ha ottime proprietà per il benessere: lenisce gli stati infiammatori del tratto gastrointestinale, combatte i parassiti ed è un blando lassativo, adatto soprattutto ai bambini e alle persone anziane. E’ importante cuocerla insieme a buccia e semi per estrarne la pectina e i sali minerali; la composta di mele e mele cotogne tonifica l’apparato digestivo ed è ottima, condita con un pizzico di cannella in polvere a fine cottura e scorza di limone siciliano grattuggiata fresca.

La polpa cotta di cotogna è perfetta per la pelle del viso, una “maschera” per addolcire le prime rughe e ridare colore all’incarnato. Si stende tiepida, si lascia agire una decina di minuti e si risciacqua con acqua calda. Da ripetere quando si vuole, per noi donne la mela o la pera cotogna è una alleata delicata e solare, come i pomi d’oro nei miti, un dono degli Dei. Anzi, delle Dee!

 

Erboristeria & Fitoalimurgia & Paesaggio

Gagliole, Alta Valle del Potenza (MC), Ottobre 2017

Stiamo organizzando una giornata dedicata all’osservazione, al riconoscimento e all’uso di piante medicinali, alimentari e aromatiche tipiche dell’autunno.

A cura di Fondazione Oppelide, Gagliole,
con Karin Mecozzi, erborista.

Luogo e data verranno comunicati a breve.Stay tuned!

Da kühltest du sie mit der Welt

Gott, wie begreif ich deine Stunde,
als du, daß sie im Raum sich runde,
die Stimme vor dich hingestellt;
dir war das Nichts wie eine Wunde,
da kühltest du sie mit der Welt.

Jetzt heilt es leise unter uns.

Denn die Vergangenheiten tranken
die vielen Fieber aus dem Kranken,
w i r fühlen schon in sanftem Schwanken
den ruhigen Puls des Hintergrunds.

Wir liegen lindernd auf dem Nichts
und wir verhüllen alle Risse;
du aber wächst ins Ungewisse
im Schatten deines Angesichts.

Rainer Maria Rilke (1875 – 1926), René Karl Wilhelm Johann Josef Maria, österreichischer Erzähler und Lyriker.
Quelle: »Vom mönchischen Leben«

Siamo quasi arrivati! E’ settembre, ed ecco l’appuntamento autunnale con l’erboristeria e la cultura del paesaggio con un corso un po’ particolare: “Terra Madre”, dedicato a lei, alla madre terra, generatrice e anche matrigna.

Our next course in the Monastery Fonte Avellana, in the Apennines, dedicated to our first Mother, mother earth. She feeds us -and destroys us. Let us experience her rhythms in autumn in this particular place, up in our mountains.

“Terra madre” è anche il primo corso patrocinato da “Herbalists without borders, Sezione italiana Appennino Centrale” – Now we’re proudly part of Herbalists without borders, Italian Chapter “Central Apennines”!

Finocchietto selvatico mon amour

Il finocchio selvatico (Foeniculum vulgare) cresce nei prati soleggiati dell’Italia centrale e meridionale formando fusti alti fino a due metri e fiori gialli ad ombrella. L’intera pianta emana un odore forte, simile al finocchio dolce dell’orto ma più concentrato, secco. Il finocchio selvatic, della famiglia delle Apiaceae, è una pianta aromatica antica, e nell’area del Mediterraneo si usano fusti, foglie, fiori e semi, a scopo culinario e officinale:

  • Con i fusti essiccati si condiscono le olive, sottaceti, verdure stufate, pesce e carne arrosto e ricette vegetariane
  • le giovani foglie e le infiorescenze conferiscono un aroma speciale alle insalate estive, alla ricotta alle erbe,
  • e i semi servono per preparare il pane dolce e salato, i taralli, gli infusi e gli impacchi medicati.

Per coltivare il finocchio è sufficiente raccogliere i semi in autunno e seminarli in un vaso in primavera, diradando le piantine. Non si deve annaffiare troppo ed è meglio tenerlo in un angolo assolato del terrazzo.

Con il finocchio essiccato si prepara un’ottima tisana contro i meteorismi, le infiammazioni oculari e per aumentare la lattazione.

Fusti e fiori secchi legati a mazzetti tengono lontane le farfalline dagli armadi di cucina.

 

 

Montagna

Pianta i piedi nell’anima della Terra
Volgi le spalle al tramonto e guarda l’alba negli occhi
Suoi tuoi crinali, faggi
Lungo le forre, le tue vene, acqua sorgiva sempre
Un’aquila ti fa da guardiana
e il cielo azzurro ti fa da manto.
Monte Catria, montagna-soglia verso l’Appennino centrale. Immagina di essere una grande Montagna…nello Yoga fare la posizione della montagna aiuta a sviluppare e mantenere saldezza. In euritmia la lettera A è quella del Cuore e dell’apertura verso l’alto e gli altri, sempre saldi con le gambe per terra.