Herbal bathing

Il “BAGNO DI ERBE E FORESTA”

Il “bagno di erbe e foresta” è un rimedio antico nei periodi di confusione e tristezza, quando serve resilienza per superare un momento di crisi. Ti accompagno per un “bagno di erbe e foresta” nel ritmo delle stagioni, con lezioni di erboristeria e cultura del paesagio, con esercizi di osservazione e contemplazione (mindfulness).

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Il “bagno di erbe e foresta” può essere anche occasione per una consulenza specifica, in cui scegliere insieme piante medicinali ed erbe che andranno a sostenerti nella tua salutogenesi.

Puoi prenotare con me dei giorni di ritiro nel paesaggio nella stagione vegetativa, per un’esperienza di “bagno di erbe e foresta” nell’Appenino marchigiano,

scrivimi a karin.mecozzi@gmail.com per informazioni e periodi.

Dal libro “Verde resilienza, erboristeria pratica nel cambiamento”:

Ai margini del bosco e dentro una foresta, nelle radure incastonate tra siepi naturali e arbusti, nei prati spontanei, lungo i corsi d’acqua, ruscelli e torrenti, crescono miriadi di specie spontanee, ricche, per l’appunto, di composti aromatici attivi che stimolano l’organismo e sostengono la salutogenesi. Alcune sostanze emesse dalle piante, dei metaboliti secondari chiamati terpeni, presenti negli oli essenziali e nelle resine ad esempio delle conifere, stimolano la produzione di leucociti detti “cellule killer”, attive contro gli stati infiammatori nel nostro organismo. Passeggiare regolarmente in un parco o in aperta campagna con grandi alberi o, meglio ancora, in una foresta, agisce visibilmente sull’apparato respiratorio, le pulsazioni cardiache, i livelli dello zucchero nel sangue, il sistema ormonale (cortisolo) e immunitario. Non sono, tuttavia, solo le sostanze ad agire. Le sostanze contenute nelle piante medicinali e nelle erbe sono anche portatrici delle forze originarie da cui provengono. Quei principi formativi della materia che in antroposofia portano i nomi di forze eteriche e astrali e dei pianeti in spagiria, giungono all’uomo come “Vis medicatrix naturae”, come forza terapeutica che ricompone il nostro involucro.

Corsi in Erboristeria

Vuoi partecipare a uno dei miei corsi, oppure avere informazioni sui prossimi eventi? Scrivimi a karin.mecozzi@gmail.com

Propongo corsi e lezioni di erboristeria e di osservazione del paesaggio sui seguenti temi:

  • lezioni sulle piante medicinali, aromatiche e cosmetiche nel ritmo delle stagioni
  • piante medicinali e uomo nella visione goetheanistica e biodinamica
  • salutogenesi con l’erboristeria
  • le “piante sacre”, storia, miti e meditazione nella natura
  • l’arte della raccolta di erbe e piante medicinali nel loro paesaggio
  • laboratori di fitopreparazione stagionale e autoproduzione di cosmetici naturali con piante officinali ed estratti
  • lezioni individuali su temi a scelta, di erboristeria classica, tradizionale e antroposofica

Formulazione prodotti erboristici

Raccolgo piante spontanee e coltivate medicinali, aromatiche e cosmetiche dal 1992 e le trasformo in estratti erboristici con tecniche erboristiche tradizionali e moderne. Nella continua ricerca su piante e sostanze collaboro con Università italiane e straniere.

Metto a disposizione la mia esperienza pratica e le conoscenze teoriche a:

-> Aziende agricole, laboratori erboristici, cosmetici e alimentari, fattorie didattiche, formulatori professionisti, gruppi di acquisto, imprese del settore alimentare, enti di formazione, scuole e associazioni culturali.

-> Sviluppo ricette personalizzate e idee di marketing adatte all’azienda, partendo dalla provenienza e dalla qualità delle materie prime.

>Mi occupo degli ingredienti erboristici, delle miscele (tisane, estratti acquosi e oleosi, aromi), della qualità delle droghe e delle preparazioni, della ricerca etnobotanica.

-> Sviluppo percorsi di formazione sulla formulazione e ideazione di prodotti erboristici, con piante e ingredienti di alta qualità e sulla comunicazione dei prodotti.

Il mio lavoro si svolge secondo principi di eticità, compartecipazione e sostenibilità.

-> contatti: karin.mecozzi@gmail.com

Giano – Janus

La giornata inizia velata, umida e dopo la mattinata trascorsa in studio mi metto al volante e parto, seguendo l’istinto, per la alta valle del Potenza. Giunta a Pioraco la valle si apre nella sua veste invernale, i terreni bruni, appena lavorati, salici e pioppi privi di foglie, siepi di prugnolo nere e blu, e il fiume: verde azzurro serpeggia il Potenza, finalmente ricolmo di acqua gelida e trasparente. Seguo “Flosis” come si chiamava in latino, lascio la macchina in una piccola frazione. Berretto ben calato sul viso, sciarpa e guanti – soffia un vento freddo da nordovest, tutto intorno nevica sulle cime dei monti. Le faggete lassù sono coperte di neve fresca, rilucenti, uno spettacolo!

L’acqua gelata, l’aria di neve, il maestrale, non c’è quasi vegetazione tranne l’erba dei prati, nessun canto di uccelli, non ci sono persone. Un airone vola silenzioso sopra il torrente, sui campi scorgo due caprioli nel loro manto invernale, che brucano. Si voltano verso di me, calmi, senza fuggire, non sentendosi minacciati.

Giano, la divinità dai due volti che muove i cardini dell’universo, dio dell’inizio e della fine, dona il suo nome al primo mese dell’anno. Nella luce crepuscolare di questa giornata invernale sperimento nella mia anima come l’aria pulita e fredda del nord, le nubi pregne di neve e il suolo marrone scuro creino uno spazio per qualcosa di nuovo. Un uscio si sta aprendo, richiede da noi mitezza e ascolto, uno spazio interiore, di presagio.

Der Tag beginnt trüb und feucht, und nach einem Vormittag am Rechner setze ich mich ans Steuer und fahre los, dem Instinkt nach, in Richtung Potenzatal. In Pioraco angekommen, tut sich das Tal auf in seiner Wintertracht, braune, vor kurzem umgepflügte Erde, blattlose Weiden und Pappeln, blauschwarze Schlehenhecken und der Fluss: grünblau schlängelt sich der Potenza dahin, endlich wieder prall gefüllt mit kaltem, klaren Wasser. Ich folge “Flosis”, wie sein lateinischer Name lautet, flussaufwärts und parke in einer kleinen Ortschaft. Die warme Mütze tief ins Gesicht gedrückt, Schal und Handschuhe – es weht ein kalter Nordwestwind, ringsum schneit es auf den Berggipfeln. Weißbedeckt vom Neuschnee leuchten mir die Buchenwälder von den Bergen entgegen, ein Schauspiel!

Eiskaltes Wasser, Schneeluft, Nordwind, kaum Vegetation außer dem Gras auf den Wiesen, keine Vogelstimmen, keine Menschen. Ein Reiher fliegt lautlos über den Bach, auf dem Feld entdecke ich zwei grasende Rehe im grauen Winterfell. Ruhig drehen sie sich zu mir um – sie fliehen nicht, fühlen sich nicht bedroht.

Janus, der Doppelgesichtige, Beweger der Angeln des Weltalls, Gottheit des Anfangs und des Endes, verleiht dem ersten Monat des Jahres seinen Namen. Im Zwielicht dieses Wintertages im Apennin vernehme ich tief in meiner Seele, wie die kalte, saubere Nordluft, die schneeschwangeren Wolken oben und das sattbraune Erdreich unten Raum schaffen für etwas Neues. Es öffnet sich eine Tür, und sie bedarf unserer Milde und Andacht, eines inneren, ahnenden Raumes.

Weihnachtsatmosphäre

“Der Jesus wird in einer Zeit geboren, in der die Erde gewissermaßen nicht spricht mit den Himmeln, in der die Erde mit ihrem Wesen ganz in sich selber zurückgezogen ist. Da wird der Jesus in eine Zeit geboren, in der die Erde einsam durch den kosmischen Raum hinrollt, ohne ihren Atemzug hinauszusenden, so dass dieser Atemzug durchwellt sein könnte von der Sonnenkraft, von dem Sonnenlichte. Die Erde hat gewissermaßen ihr Seelisches in dieser Zeit nicht dargeboten dem Kosmos; sie hat ihr Seelisches in sich zurückgezogen, sie hat es in sich aufgesogen. Der Jesus wird in einer Zeit auf der Erde geboren, in der die Erde allein ist mir sich gegenüber dem Kosmos. (…) Der Christus-Impuls ist mit dem Seelischen der Erde innig verbunden.”

Rudolf Steiner, Der Jahreskreislauf als Atmungsvorgang der Erde und die vier großen Festeszeiten. Die Anthroposophie und das menschliche Gemüt. GA 223

Ars herbaria: la nuova edizione ampliata

In arrivo nelle librerie il mio primo libro in una nuova veste grafica, dai contenuti ampliati, aggiornati e rivisti. Edito da Natura e Cultura Editrice, è acquistabile nelle librerie in tutta Italia, sul sito di Natura e Cultura e nei negozi online.come da MACROLIBRARSI, IBS LIBRI ecc.

La riedizione è frutto di un intenso lavoro di squadra che ho apprezzato molto: la foto di copertina con l’Helichrysum italicum dei nostri monti e l’intero progetto di copertina è di Pamela Natalini, come anche molte immagini meravigliose scattate al monastero di Fonte Avellana. L’elicriso con il piccolo ospite, la lumachina, è di Stefano Mecozzi. La realizzazione grafica invita a gustare anche parti più nascoste del mio testo, evidenzia schede, tabelle e esercizi, un meticoloso lavoro tra il grafico Luca Cruciani e l’editore. Le piante medicinali nei loro molteplici aspetti sono in gran parte frutto dell’appassionato lavoro fotografico e botanico di Christoph Simonis a cui sarò sempre grata per la collaborazione. Ringrazio di cuore l’Editrice Natura e Cultura per questa nuova “Ars” e… ad majora!

“Ars herbaria” è nato come raccolta dei miei studi nel campo dell’erboristeria classica, goetheanistica e antroposofica e degli articoli di erboristeria pubblicati in diverse lingue. Vuole essere un invito a sperimentare il mondo delle piante medicinali nel corso dell’anno come in un respiro, ritmico, ripetuto e lieve, sapendo che in tutto il mondo erboristi-raccoglitori cercano le piante medicinali in silenzio, con dedizione, nel luogo adatto.
Possa questo volume far nascere nel lettore il desiderio di raccogliere ed usare le piante, ma possa essere anche fonte di interrogazioni e domande interiori… sulle piante, l’uomo, il paesaggio e i ritmi universali.

10 novembre 2020

Karin Mecozzi, erborista

Corso “Respirare l’autunno” RINVIATO a data da destinarsi

in accordo con CEA di Gagliole e Fondazione Oppelide, in considerazione del decreto goverantivo pubblicato ieri, abbiamo deciso a malincuore di rinviare a data da destinarsi il corso “Respirare in autunno – Erboristeria pratica e stagionale”.
Il corso era già al completo e ringrazio ognuno di voi per l’iscrizione e l’interesse. Sicuramente avremo occasione di incontrarci tra piante e paesaggio. Seguitemi sul sito per nuove iniziative erboristiche, vi invito inoltre alla lettura del mio ultimo libro “Verde resilienza, erborista pratica nel cambiamento“, pubblicato con Natura e Cultura Editrice.
Auguro serene giornate autunnali, a presto,

Karin Mecozzi, erborista

Testo precedente: “Respirare l’autunno” è il prossimo corso che terrò a Gagliole, il piccolo comune appenninico che oltre al Centro storico medioevale e un meraviglioso e verde paesaggio offre ai visitatori un Museo di Storia Naturale di tutto rispetto. Fondato e gestito dalla Fondazione Oppelide è collegato anche con il Centro di Educazione Ambientale “Valle dei Grilli e dell’Elce”, una struttura capiente con un grande parco, nel silenzio di una valletta interna ricca di grandi alberi, equiseti, piante spontanee alimentari e medicinali, animali selvatici e uccelli. E’ il luogo ideale per un corso di erboristeria autunnale dedicato al respiro: al respiro della terra nel ritmo delle stagioni, dell’uomo nel suo rapporto con il cosmo e la natura, al respiro come ritmo vitale e fonte di vita, da salvaguardare nel periodo autunnale e invernale e da rafforzare con rimedi efficaci dell’erboristeria tradizionale e moderna.

Il corso è gratuito e si svolgerà nel rispetto delle norme perviste per l’epidemia Covid 19 e ha un numero di partecipanti limitato.

E’ obbligatorio iscriversi via mail:

karin.mecozzi@gmail.com

Informazioni sulla locandina del corso, a presto!

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Le piante sacre – alcuni appunti

Per il Corso “Le piante sacre in erboristeria e nel paesaggio”
Monastero di Fonte Avellana luglio e settembre 2020

con
Karin Mecozzi, erborista e Giorgio Bortolussi, agricoltore biodinamico

Monastero di Fonte Avellana, Serra Sant’Abbondio (Pesaro Urbino)

La visione della pianta sacra si evolve insieme alla storia dell’uomo.

1500 a.C. in India, negli scritti vedici viene descritta la pianta sacra “Soma” (specie sconosciuta, sicuramente procurava ebbrezza, visioni, afrodisiaca. Forse il fungo dell’Amanita)
“Un falco porta la pianta chiamata SOMA da MANU, il primo uomo. L’uomo preparò una bevanda e la bevve nel sacrificio a Indra, il Dio creatore. Grazie a questo sacrificio Indra fu ingrado di completare la sua opera, la creazione del mondo.”

Sacro … E’ una metafora (da metapherein) che trasferisce in noi un concetto difficilmente spiegabile:

  • Nelle diverse religioni il Sacro, l’immateriale appartiene a Dio, alle divinità o a esseri specifici della natura, gli Deva. Politeismo neolitico – > monoteismo Cristianesimo ebraico, Islam
  • Sacra, una pianta lo diventa, non vi nasce. Lo diventa quando l’uomo ha percepito che lei si connette al suo ambiente, alle piante, agli animali, alle rocce e all’acqua, a noi umani con fili non materiali, potenti, di guarigione.
  • Le piante sacre sono quasi sempre medicinali per il corpo. Molte, soprattutto in altri continenti, sono stupefacenti e permettono di vedere nell’al di là.
  • Il Sacro si rispecchia nei miti e nelle leggende in tutto il mondo
  • Le piante sacre non sono sempre magiche e viceversa. Spazi sacri, rituali magici:
  • psicoattive, usate nei rituali delle festività, notte di S. Valpurga 30. Aprile, solanaceae, per visioni, incantesimi, afrodisiache Amuleti. Es. Mandorla per figlia femmina
Figura di sacerdotessa, Protoeuropei, Balcani

Chi sa usare, gestire, raccogliere, somministrare le piante sacre?
Sciamani tra cielo e terra, impara a governare gli spiriti: aiutano i defunti, i malati, le persone in difficoltà per decisioni, nei lutti, nelle depressioni e le malattie dell’anima (VISION QUEST!)
Il Cristo, che è il Signore degli elementi e sommo Guaritore.
Le “Donne sagge”, le Sacerdotesse lunari dei popoli protoeuropei, poi dei Celti e Germani -> diventano “streghe” dagli alchimisti dal rinascimento in poi

Rivolgersi con rispetto agli spiriti delle piante sacre:
• accorgimenti specifici nella raccolta, “rituali”: in silenzio,
• secondo lune, in giorni speciali, fanciulle vergini, con mani coperte o nude, strumenti in metalli preziosi, tagliare con le pietre preziose
• nel rivolgersi alla pianta con il linguaggio adatto al suo “daimon

LE PIANTE SACRE
APPUNTI SULLE SPECIE SACRE della BIBBIA

Nella Bibbia (ANTICO E NUOVO TESTAMENTO) la pianta sacra esprime il RAPPORTO tra uomo, terra e piante, come SORGENTE DI VITA.
Circa 170 piante censite nell’Antico e nel Nuovo Testamento. I nomi volgari delle piante ritrovate non sono sempre riconducibili alle piante conosciute oggi. Consideriamo che la denominazione binomiale è di Linneo (1707-78).

Sono le Piante della Terra promessa:
piante da frutto come palma da datteri, olivo, mirto,
le piante medicinali come il lentisco, il terebinto, l’incenso, la menta,
molte specie di cardo e le piante spinose in genere,
le piante delle feste del culto (festa delle capanne…)
I cereali, le erbe verdi e succose,
gli oli, i balsami, le resine, i legni profumati,
i diversi legni per costruire e arredare,
sostanze medicinali e aromatiche estratte.
Le piante portatrici di messaggi divini come il rovo,
Le piante dai significati simbolici oppure allegorici come nel Discorso della Sapienza.

Un bell’esempio è la Festa delle Capanne, del raccolto, della gioia

A settembre si festeggia ancora oggi nella religione ebraica la FESTA DELLE CAPANNE – “Sukkot” (Sukkà vuol dire capanna)
• Fine stagione agricola, tutto proviene da Dio.
• Il mondo non è che una capanna come immagine
• annullamento dell’importanza del possesso che poi porta alla pace
• Sostare per 7 giorni, mangiare nella capanna,
• Si deve poter vedere il cielo stellato come necessità di avere una vita spirituale, tetto solo fogliame.
• Si studia la Tora.
• Si agita nelle 4 direzioni cardinali il LULAV: legando a fascio i rami di…. cedro (fertilità), salice (dipendenza dall’acqua), mirto (immortalità) palma da dattero (speranza vittoria).
• I 4 rami rappresentano 4 tipi di ebrei, che seppur diversi vivranno insieme in armonia al cospetto di Dio.
• Il 7 giorno si invoca il perdono, la cancellazione dei peccati.

Infine, ALCUNE PIANTE SACRE PER I CELTI che per ognuna delle 8 festività dell’anno hanno piante specifiche, nel ritmo delle stagioni.

Le piante sacre a Samain, la festività dell’Autunno (fine ottobre):
Si raccolgono 9 specie di legno per il fuoco sacro
L’artemisia e l’assenzio, l’Angelica arcangelica, l’aglio, le specie delle Solanaceae europee (Dulcamara, Belladonna, Giusquiamo), le nocciole, le mele e le pere tardive, le noci, le rape.
Il tasso come albero e l’agrifoglio, andando verso l’inverno l’abete e il vischio.

Un calendario, da una miniatura che accompagna i testi di Santa Ildegarda da Bingen

Forze d’autunno (W. Cloos)

Il “divenire cenere” dell’autunno nella maturazione dei semi e dei frutti, nell’ingiallimento del fogliamo, non procede come una vera combustione.

Anche il fuoco dell’estate non è un vero “fuoco”.

Negli eventi “viventi” della natura nulla viene compiuto, ma tutto viene portato soltanto fino a un certo punto per poi essere trasmesso agli eventi più lontani della vita. Il carattere della vita consiste proprio nel fatto di non completare nulla, ma di affidare nuovamente ciò che è maturato alle forze della Terra e del cielo, per farlo risorgere trasformate.

Non esiste un reale compimento, perché allora avrebbe lo stesso significato della morte assoluta.

Walther Cloos: “Das Jahr der Erde: von der Alchymie der Jahreszeiten” – L’anno della Terra nell’alchimia delle stagioni. Edizione italiana Natura e Cultura Editrice Alassio 1993

https://en.wikipedia.org/wiki/Walther_Cloos