Beltane 23, feeling my herbs and the Living Earth from within

Beltane 2023


Digging herbs on my little aroma-field in the Apennines.
At a certain point, all alone but in the middle of the first herbal fragrances, marigolds and bees, I felt so blessed, so deeply happy to be in touch with the 4 elements today on this very special day, that I layed down on the earth, my head just upon a thyme shrub.

I could hear my heart beating, my breath going, in accordance with Mother Earth. Call her Maeve, call her Valpurga, all names of the ancient Goddess are expressions of the immense life giving power of our planet.
The wheel of the year is also a wheel of medicine, so today I’m sending out a message of love and hope for Beltane. I hope that all of you can feel the forces of Nature, of the Living Earth, NOW.

Let us experience them from within ♥️
Karin

Per Pasqua

p.natalini

” Il regno di Dio è dentro di te è tutto intorno a te, non in templi di legno e pietra. Solleva una pietra ed io ci sarò, spezza un legno e mi troverai. “

(Vangelo di Didimo Tommaso)

Per questa Pasqua, i miei più cari auguri a te che leggi le mie righe, che il Divino risorga nei nostri cuori.

Karin

Corso “Pratiche erboristiche” Parco del Circeo

Corso

Pratiche erboristiche
“Erboristeria pratica e mediterranea nel regno di Circe – Osservazione, lettura e interpretazione del paesaggio”

San Felice Circeo 15-16/04/2023
ELICRISO APS Karin Mecozzi – Augusta D’Andrassi

Erboristeria classica e tradizionale nel ritmo delle stagioni
“Salutogenesi” in primavera: erbe, rimedi, applicazioni esterne
Parco Nazionale del Circeo, breve introduzione dei diversi ambienti del Parco, approfondimento sulla località “Quarto Caldo”
La vegetazione della macchia mediterranea: riconoscimento delle principali specie, impieghi tradizionali e moderni in erboristeria
Strategie di difesa delle piante della macchia mediterranea
Le specie erbacee spontanee primaverili che caratterizzano i campi incolti: riconoscimento e impiego in erboristeria
Pratiche erboristiche di stagione: laboratorio di fitopreparazione

Conducono il corso:
Karin Mecozzi, erborista, e Augusta D’Andrassi, dott.ssa forestale, socia fondatrice di Elicriso APS

INFORMAZIONI DETTAGLIATE qui sotto e presso APS ELICRISO: Elicriso APS: Mob: +39 3475161473 (ore 15-20)
Iscrizioni e prenotazioni Pro.Loco: Piazza Lanzuisi 1 – centro Storico – San Felice Circeo
Tel: +39 0773 547770 (ore 9-13) Mob: +39 329 9166914
Email: info@prolococirceo.it

PRENOTAZIONI PER EVENTUALE SOGGIORNO
Podere Bedin: Via Molella n.41, località Borgo Montenero
Tel. 338 988 2105 email: info@poderebedin.it


Incontro “VENERE tra bellezza, valori e natura” Crescita personale e erboristeria

Contrada Palombarette 34
Pollenza (MC)

Domenica, 26.03.2023
14.30 – 18.30

“VENERE tra bellezza, valori e natura”
Crescita personale e erboristeria

con Karin Mecozzi, Luisa Sanità

In vista della piena primavera, dolce stagione del rifiorire, VENERE è colei che ispira alla bellezza, alla vita rigogliosa che rinasce, ai valori interiori. Ci invita a risplendere ed espandere, e noi percorriamo, in compagnia dell’Archetipo, un breve viaggio introspettivo alla scoperta di ciò che ci piace ed ha valore per noi. Alla base di ogni scelta o decisione ci sono sempre dei valori che ci muovono verso ciò che desideriamo; saperli accogliere e manifestare, apre la porta al nostro benessere e alla nostra autorealizzazione.
Proseguendo davanti ad una tazza di tisana fumante, percepiamo l’amorevolezza e la cura di VENERE attraverso le piante officinali. Pratichiamo gesti di bellezza naturale con erbe dell’Appennino, oli essenziali, idrolati e argille parlando di antichi e moderni rimedi per la primavera e l’amore. L’incontro, aperto a tutti, si svolge in un’atmosfera di ascolto e condivisione.

Conducono lungo il percorso:
Karin Mecozzi, erborista, autrice, raccoglitrice e fitopreparatrice
Luisa Sanità e il counseling relazione e astrologico come percorso di auto conoscenza.
In collaborazione con Associazione culturale Thaleia

Sede del corso: “Terre madri”, Contrada Palombarette 34, Pollenza MC
Contributo € 40: include il materiale del corso e l’attestato di frequenza

Iscrizione: entro venerdì 24.03.2022 inviare mail a lucinque@tiscali.it
Informazioni: lucinque@tiscali.it – karin.mecozzi@gmail.com
Aggiornamenti su www.karinmecozzi.com

Piante medicinali nel ritmo delle stagioni: appunti sulla piantaggine (Plantago spp.)

Plantago lanceolata

Con le sue foglie nervate e lanceolate e le pannocchie di fiori ascendenti, è relativamente facile da identificare dal punto di vista botanico. La confusione con altre specie vegetali o addirittura con erbe velenose è piuttosto improbabile. La piantaggine appartiene alla famiglia delle Plantaginaceae. Forma una radice centrale e rizomi avventizi con cui popola su terreni difficili, compattati e calpestati. È una pianta perenne con foglie lanceolate, nervate e a margine intero. Le corolle tubolari sui lunghi steli hanno stami lunghi con antere bianche e profumate, i fiori sono ricercati da api e insetti.

Plantago lanceolata con apparato radicale Schwaebisch Gmuend 2014 (web)

Comunemente è definita a volte una “erba infestante”, invece, dal punto di vista ecologico, è una cosiddetta “pianta indicatrice“: dove cresce molta piantaggine, il suolo è troppo compatto. In agricoltura sappiamo che è fondamentale che il suolo dei campi rimanga sciolto e ben aerato. I terreni in Centro Italia sono spesso ricchi di argilla e tendono a compattarsi, e la piantaggine lo mostra con le sue abbondanti popolazioni. Raccolgo fasci grandi a maggio – su campi che non hanno mai visto sostanze chimiche, si intende. Le trasformo in molteplici preparazioni, oleoliti, tinture, tisane, ossimele, pomate e unguenti, e ogni anno è un vero diletto.

Tutte le parti della piantaggine possono essere utilizzate, non solo per scopi erboristici e officinali, ma anche in alimentazione, crude o cotte. Il succo della pianta è ricco di clorofilla e di colore verde scuro quando viene spremuto. E’ un ottimo tonico in primavera e in estate per l’anemia, la debolezza polmonare e la stanchezza.

Succo di piantaggine: bevanda mattutina ricca di provitamina A e acidi grassi insaturi, rafforza il nostro metabolismo, la vista e il sistema immunitario

Ottieni il succo della pianta appena raccolta, di mattina, aggiungi rapidamente qualche goccia di succo di limone per evitare che si ossidi . Aggiungi poco olio di oliva extravergine, un pizzico di sale alle erbe e un cucchiaino di semi di lino dorati polverizzati.

Nella storia dell’erboristeria, le specie di piantaggine hanno una lunga tradizione come piante medicinali. A sud e a nord della dorsale principale delle Alpi, la piantaggine lanceolata e le piantaggini a foglia larga (Plantago media, P. ovata) venivano raccolte e lavorate fin dall’antichità. Erano ben note per gli effetti emostatici, cicatrizzanti, rinforzanti dell’intestino e dei polmoni, ed erano considerate piante magiche e oracolari e le troviamo raffigurate su affreschi e nei primi libri di medicina erboristica.

A partire dal Seicento, la piantaggine si diffonde in tutto l’emisfero settentrionale. Gli indiani nativi americani la chiamavano “impronta dell’uomo bianco“, insieme ad altre specie della stessa famiglia: Plantago media, Plantago ovata, Plantago afra, Plantago serraria, Plantago sempervirens e altre. Essendo un buon antisettico, la piantaggine era apprezzata per disinfettare ferite e abrasioni, trattare punture di insetti e contusioni.

Il fitocomplesso delle foglie è costituito da polisaccaridi, saponine, sali minerali, acidi organici, acido salicilico, flavonoidi, il glicoside aucubina e vitamine A, K e C. Iniziamo dal suo uso alimentare: le foglie finemente tritate aggiunte agli alimenti sostengono l’intero organismo, hanno un effetto antinfiammatorio e migliorano l’aspetto della pelle. L’infuso, la tintura madre, l’estratto secco, preparazioni tipiche della fitoterapia, in sinergia con Ribes nigrum ed Helichrysum italicum, prevengono efficacemente i disturbi causati dalle allergie.

I Greci chiamavano la piantaggine “Hepta pleuros”, sette costole, per via delle nervature delle foglie e della relazione con gli organi del torace, il sistema ritmico. La piantaggine è stata utilizzata fin dall’antichità per le infiammazioni delle vie respiratorie, della cavità orale e delle corde vocali. Nella fitoterapia tradizionale si prepara uno sciroppo a base di foglie fresche e miele o zucchero di canna integrale, che viene assunto in primavera e in autunno per la prevenzione ed è adatto anche ai bambini.

Le foglie di piantaggine sono un ingrediente di miscele di tisane ed estratti depurativi. Assorbe i veleni”, dicevano gli antichi che applicavano la pianta verde alle punture di scorpione. Oggi si sa che la piantaggine favorisce gli organi di eliminazione, in particolare il fegato e la cistifellea, la milza e lo stomaco. Il decotto della parte della pianta raccolta in aprile è indicato per l’influenza intestinale con nausea e diarrea (più volte al giorno a cucchiaini), mentre l’infuso ha un leggero effetto diuretico e fa bene agli anziani.

Rudolf Steiner parla di un “effetto delicato del manganese“, un metallo raro nel mondo delle piante medicinali. Ciò rende la piantaggine un valido aiuto per l’assimilazione del ferro. È un’erba amica delle donne che soffrono di anemia, debolezza e mestruazioni eccessive. Allo stesso modo, rafforza i bambini deboli alla fine dell’anno scolastico, gli studenti che devono sostenere esami e, in generale, quando il carico di lavoro è elevato ed è necessaria la capacità di recupero.

Incontro tra erbe e paesaggi nell’antica Gagliole

Erbe & Paesaggio nel ritmo dell’anno
Gagliole 19.02.23


Prima della primavera, i colori del paesaggio sottolineano la forza del selvaggio. Noi, tra foglie secche di quercia, nuvole di edera sempreverde e caparbie piantaggini, scendiamo nella valletta del Mignano, seguendo ciò che gli antichi avevano individuato come “Gahgi”, territorio chiuso, delimitato, da cui poi deriva Gagliole.

L’incontro tra noi e il paesaggio oggi si sviluppa attraverso i sensi, osservando e guardando, ascoltando e toccando, annusando e assaggiando, e diventa comprensibile come il cammino nell’erboristeria inizi proprio dal principio del nutrimento, ancora prima dell’azione farmacologica. Prima della cura del sintomo, dell’aspetto medico e terapeutico o anche insieme ad essi, l’erboristeria come arte si rivolge al nutrire attraverso il conoscere, lo sperimentare, il sentire e applicare nei ritmi naturali creando involucro. L’erboristeria è cibo per il corpo e per l’anima, fatto dell’esperienza con radici, cortecce, foglie e fronde, gemme, fiori, frutti e semi.

L’erboristeria di oggi radica in metodi tradizionali antichi, si sviluppa attraverso la conoscenza di piante e rimedi e indica il futuro riconnettendosi con le radici dell’agricoltura e della cultura del paesaggio, della raccolta del selvatico, dall’estrazione alla trasformazione. Il fitocomplesso, ovvero l’insieme di sostanze che cura e rafforza, è più importante delle singole molecole attive. La morfologia delle piante medicinali, l’habitat e le connessioni con il vivente diventano elementi fondamentali nella conoscenza dei rimedi.

Qui l’incontrare e sperimentare di erbe e paesaggio, in una mattinata ventosa di febbraio, può diventare un’esperienza di benefico dialogo con la natura, nella condivisione tra persone affiatate e interessate.

Sono grata 💚 a tutti i partecipanti all’incontro che da Pesaro a Civitanova sono arrivati nell’alta valle del Potenza. Che poi il partecipante più giovane avesse 6 anni e la più grande 97 – un grande arco di vita – ha dato un respiro particolare al nostro cammino!


Passeggiata per Gagliole “Erbe & paesaggio”

Salute naturale significa anche conoscere i ritmi della natura e il rapporto tra piante, uomo e paesaggio nei luoghi in cui viviamo. Un invito a Gagliole, paesino nell’Alta Valle del Potenza (Macerata). Il borgo medioevale fu colpito dalle scosse del sisma 2016 ed è in attesa di rinascere. Come un gioiello è incastonato in un paesaggio particolarmente sano e verde, tra sorgenti, boschi, campi con ulivi e prati montani.

Domenica 19 febbraio 2023 partiamo dalla piazza del Comune per una visita al centro storico con i suoi scorci, la rocca e il panorama sull’Appennino. Poi ci rechiamo in una semplice e comoda passeggiata verso una valletta vicina. Qui il paesaggio ci offre un’atmosfera raccolta, possenti querce, erbe sempreverdi e l’acqua limpida di sorgente. Ci soffermiamo su alcuni interessanti specie erboristiche, cosmetiche, velenose o commestibili.

La modalità della lezione è interattiva, grandi e piccoli sono benvenuti!

Per partecipare Vi chiedo di inviare una mail a karin.mecozzi@gmail.com entro venerdì 17.2.23

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#culturaerboristica #paesaggio #apennines #borghiapenninici #ricostruzione #salutenaturale #erboristeria #altavalledelpotenza

Il vecchio va, il nuovo viene – carnevale e salutogenesi a febbraio

Il freddo si tende come un arco sul trimestre invernale. Dopo Sant’Andrea (30 novembre), lunghe piogge e successive nevicate portano l’umidità di cui la terra e le piante hanno urgente bisogno. Durante le “Notti sante” a cavallo del nuovo anno i cristalli di ghiaccio iniziano a ricoprire il paesaggio invernale. Come sopra, così sotto – il freddo gelido si insinua sotto la superficie della terra e rompe la zolla. Che forza gentile ha questo potere ordinatore del freddo, che contrae, asciuga, concentra, ha un effetto su tutto ciò che vive, comanda un arresto, porta l’essenzialità.

È l’inizio di febbraio, la “Candelora”, e inspiro con piacere l’aria fredda e pulita. A metà strada tra il solstizio d’inverno e l’equinozio di primavera, le giornate aumentano visibilmente di lunghezza, le passeggiate pomeridiane nella foresta invernale si allungano, il sole tramonta rosso fuoco. Al mattino, le cime innevate delle montagne risplendono. La luce continua ad aumentare d’intensità, le ombre si accorciano, i contorni netti delle siepi senza foglie formano un bellissimo contrasto con i prati appassiti e le montagne innevate.
Nonostante il sole, manca il calore vero e proprio, né le erbe né le foglie si agitano visibilmente. Nessuna nuova sostanza può ancora formarsi, solo sotto la corteccia degli alberi e nelle profondità del sottosuolo i succhi scorrono sempre più velocemente. La vita pulsa, protesa verso l’inizio della primavera, il freddo e la luce danno la direzione con il loro ordine. La natura si sforza per inseguire il sole e la nuova stagione. Ancora poche settimane e le ultime foglie appassite saranno volate via o decomposte. Le gemme si liberano dalla gelida presa e si aprono. Ciò che è duro e morto, deve cedere. I contorni si dissolvono, tutto ciò che ristagna si mette in movimento con un calore crescente. L’essenziale tornerà a essere diverso, nella nostra anima il passaggio dall’interiorizzazione porta di nuovo all’esterno. Ecco perché le chiusure vogliono aprirsi, ciò che è ghiaccio, coagulo, si scongela e fluisce, in natura e nelle persone.

Un tempo, in inverno, le persone svolgevano meno attività fisica e rimanevano in casa per mesi. Anche oggi passiamo molto tempo dentro. La stagione fredda offre preziosi momenti di contemplazione interiore: leggere, scrivere storie, sognare, filosofeggiare o semplicemente riposare sono indispensabili per creare nuove riserve di forza fisica e rafforzare le forze mentali e spirituali.
Il dio bifronte Giano, che guarda contemporaneamente al passato e al futuro e sta all’inizio e alla fine di tutte le cose, ci invita all’inizio del nuovo anno a trovare la nostra strada nel morire del vecchio e nel nascere del nuovo, sia nel mondo visibile, materiale, sia in quello invisibile, animico-spirituale.
Incontriamo così il carnevale, il significato più profondo di questo periodo con le sue usanze, dentro e fuori, può essere compreso anche osservando in modo contemplativo i processi della natura e dell’uomo. E’ un momento in cui l’anima, rivolta verso l’interno, si rivolge nuovamente verso l’esterno. Incontra la “persona”, la personalità che costituisce l’essere umano con i suoi lati positivi e negativi. A carnevale possiamo scegliere, infatti, chi vogliamo essere, se giocolieri o principi. Immagini di animali grotteschi e demoni percorrono come maschere le strade secondo antiche usanze. Anche loro evocano le nostre parti interiori selvagge e indomite come appaiono a volte nei sogni e negli incubi. Allo stesso tempo, le usanze carnevalesche, con le loro danze e le loro maschere, riflettono quel mondo di esseri elementari a noi invisibile con i sensi.
È come se, in questa preparazione alla parte fruttuosa dell’anno, gli aspetti archetipici ci venissero incontro dall’esterno, raggiungendoci dall’invisibile.
Dopo aver, per così dire, guardato e portato all’esterno ciò che il mondo astrale sta tessendo e accompagnando, segue un periodo di moderazione, la “quaresima”. Il digiuno, infatti, in quanto usanza antica, non è un mero atto di rinuncia, come nei dogmi. È una misura per farci sentire di nuovo a casa nel nostro corpo e per prepararci a ciò che verrà con più facilità e salute.

Infatti, non appena il rumore delle mascherate si placa, i venti di nord-ovest si attenuano e iniziano le prime piogge primaverili, giunge il momento di prepararsi per una vera e propria festa alta, la Pasqua.

Il superfluo e il vecchio viene digerito ed eliminato – salutogenesi naturale a febbraio:

Ortica (Urtica dioica): utilizzare quotidianamente come tè e polvere, LA pianta medicinale all’inizio della primavera per la pulizia e la purificazione di tutte le generazioni.

Sostanze amare salutari: nelle erbe amare come la centaurea, il tarassaco, la cicoria, la genziana o la fumaria per il metabolismo e il sistema immunitario.

Massaggi con il sale: mescolare sale non raffinato e privo di iodio con un buon olio vegetale e olio essenziale di cipresso, strofinarlo su tutto il corpo e lavare sotto la doccia. La circolazione è stimolata, la pelle diventa liscia e morbida, le forze vitali rinascono.

Ossimele, verdure fermentate & Co: il nostro intestino ha bisogno di sostegno, di piatti gustosi con alimenti e verdure fermentate, aceto di mele puro e naturale, di buon miele, kefir.

Altes geht, Neues kommt – Salutogenese im Februar

Wie ein Bogen spannt sich die Kälte über das winterliche Vierteljahr, nach St. Andrä (30. November) bringen lange Regen- und später Schneefälle die Feuchtigkeit, die unsere Erde und die Pflanzen dringend brauchen. In den Raunächten beginnen Eiskristalle die Winterlandschaft zu überziehen. Wie oben, so unten – die Eiseskälte kriecht unter die Erdoberfläche und bricht die Scholle auf. Welch sanfte Gewalt doch diese ordnende Kraft der Kälte hat, zusammenziehend, austrocknend, konzentrierend wirkt sie auf alles was lebt, gebietet Einhalt, bringt Wesentlichkeit.
Es ist Anfang Februar, Lichtmess, und ich sauge die kalte, saubere Luft mit Genuss ein. Auf halbem Weg zwischen der Wintersonnenwende und der Frühlings-Tag-und Nachtgleiche nehmen die Tage sichtbar an Länge zu, die Nachmittagsspaziergänge im Winterwald werden länger, flammendrot geht die Sonne unter. Am Morgen leuchten die schneebedeckten Bergkuppen. Das Licht nimmt weiter an Intensität zu, die Schatten fallen kürzer, die scharfen Umrisse der laublosen Hecken bilden einen schönen Kontrast zur welken Graslandschaft und den verschneiten Bergen.
Trotz des Sonnenscheints fehlt es an eigentlicher Wärme, sichtbar regen sich weder Kraut noch Blatt. Noch kann sich keine neue Substanz bilden, nur unter der Baumrinde und tief unter der Erde fließen die Säfte immer schneller. Das Leben pulsiert, strebt dem Vorfrühling zu, Kälte und Licht geben ordnend die Richtung an. Die Natur geht der Sonne und der neuen Jahreszeit entgegen. Noch wenige Wochen und die letzten welken Blätter sind fortgeweht oder verwest. Die Knospen verlieren ihre eiskalte Umklammerung und brechen auf. Hartes, Totes soll weichen. Die Konturen lösen sich auf, alles was stockt, kommt mit zunehmender Wärme in Bewegung. Aus Wesentlichem wird wieder Verschiedenartiges werden, in unserer Seele führt der Schritt aus der Verinnerlichung zurück ins Äußerliche. Deshalb soll sich Stauendes aufbrechen, Zugefrorenes, Geronnenes auftauen und fließen, in der Natur und im Menschen.
Dem tieferen Sinn der Karnevalszeit mit ihren Bräuchen, landein und landaus, kann man sich auch durch das Miterleben der Naturprozesse im Rhythmus der Jahreszeiten annähern. Früher war es so, dass man im Winter monatelang weniger körperlich arbeitete und sich im Hause aufhielt. Auch heute verbringen wir viel Zeit in Innenräumen. So bietet die kalte Jahreszeit viele Momente der inneren Einkehr: Lesen, Geschichten schreiben, träumen, philosophieren oder auch einfach nur Ruhen sind unverzichtbar für neue körperliche Kraftreserven und stärken die seelischen und geistigen Kräfte.
Der zweigesichtige Gott Janus , der zugleich in die Vergangenheit und die Zukunft schaut und am Anfang und am Ende aller Dinge steht, lädt uns zu Beginn des neuen Jahres ein, uns im Absterben des Alten und der Geburt des Neuen zurechtzufinden, sowohl in der sichtbaren, materiellen als auch in der unsichtbaren, seelisch-geistigen Welt.
So treffen wir auf das Sinnbild des Karnevals, jener Zeit, in der die nach innen gekehrte Seele sich wieder nach außen wendet. Sie trifft auf ihre „persona“, die Persönlichkeit, die den Menschen mit seinen guten und schlechten Seiten ausmacht. In der Fastnacht können wir uns aussuchen, wer wir sein möchten, ob Gaukler oder Prinz. Tierbilder, Fratzen und Dämonen fegen durch die Straßen, nach uraltem Brauch stellen auch sie unsere eigenen Anteile dar, wild und ungezähmt, wie sie in Träumen und Albträumen vorkommen. Gleichzeitig sind Faschingsbräuche mit ihren Tänzen und Masken auch Nachbildungen der Welt der Elementarwesen, für uns unsichtbar aber spürbar.
Es ist, als ob sich in dieser Vorbereitung auf den fruchtbaren Teil des Jahres alle seelischen Aspekte von außen kommend, vom Nichtsichtbaren her nach uns greifend, vor uns auftun würden. Nachdem man sozusagen geschaut und nach außen gebracht hat, was an Astralischem webt und uns begleitet, folgt eine Zeit der Mäßigung. Denn das Fasten als uralte Gepflogenheit sollten wir nicht nur als einen Akt des Verzichtes ansehen, nach Vorschrift kirchlicher Dogmen. Es ist eine Maßnahme, um uns in unserem Körper wieder heimisch zu fühlen und uns mit mehr Leichtigkeit und Gesundheit auf das Kommende einzustimmen. Denn sobald der Lärm der Maskeraden abklingt, die Nordwestwinde nachlassen und die ersten Frühlingsregen einsetzen, ist es Zeit für die Vorbereitung auf ein wahres Hochfest, auf Ostern.

Altes wird verdaut und ausgeschieden – natürliche Salutogenese im Februar:

Brennnessel (Urtica dioica): als Tee und Pulver täglich verwenden, DIE Heilpflanze im Vorfrühling zur Reinigung und Entschlackung für alle Generationen

Gesunde Bitterstoffe: in bitteren Kräutern wie Tausendgüldenkraut, Löwenzahn, Wegwarte, Enzian oder Erdrauch für den Stoffwechsel und das Immunsystem

Salzeinreibungen: unraffiniertes, jodfreies Salz mit gutem Pflanzenöl und ätherischem Zypressenöl mischen, den ganzen Körper damit einreiben und abduschen. Der Kreislauf wird angeregt, die Haut glatt und weich, die Lebenskräfte angekurbelt.

Kräuteroxymele, fermentiertes Gemüse & Co: Unser Darm braucht Unterstützung, wohlschmeckende Gerichte mit fermentierten Lebensmitteln und Gemüse, reinem Apfelessig, Honig, Kefir.

Karin Mecozzi

Risplendano le stelle dell’Universo

Calmo blu tutto intorno a me
Pace silenziosa nella mia anima
Gli spiriti dell’universo pronunciano:
Fa risplendere le stelle nel tuo corpo di uomo;
Stelle che risplendono, stelle che riscaldano.

Ruhiges Blau überall um mich
Stiller Friede in meiner Seele
Die Geister des Alls sprechen:
Lasse Sterne leuchten In deinem Menschenkörper;
Leuchtende Sterne, Wärmende Sterne.
Meditazione di Rudolf Steiner, 1922

Possiamo sentire tutti le stelle dell’Universo risplendere in noi e nel mondo –
Auguri di un luminoso Santo Natale!
Karin Mecozzi Giorgio Bortolussi
Associazione culturale Thaleia, Italia

Gentile da Fabriano, dettaglio da Adorazione dei magi, 1423

La luce interiore a Santa Lucia

La foto mostra Santa Lucia
Chiesa di S. Maria di Laverino,
alta Valle del Potenza, MC
In questa regione appenninica troviamo rocche, sorgenti, cappelle e frazioni dedicata alla Santa.

Santa Lucia foto Feliciana Menghini

La luce che lei governa è quella che DA DENTRO va verso l’esterno, così come in questo momento dell’anno la luce è riposta nei semi sottoterra, mentre fuori cala l’oscurità.
Con le parole di J. W. v. Goethe:
“Se l’occhio non fosse solare
il sole non potrebbe vedere.”
Con l’augurio che tutti noi possiamo rafforzare la nostra visione interiore, INTERIORE, con fiducia, quando intorno a noi regna la notte,

buona festività di SANTA LUCIA

#respirodellanno

#festivitáevirtú