Primi freddi: forza dalle erbe e calore per l’anima – Kräuterkraft und Seelenwärme

I frutti del biancospino macchiano le siepi di rosso cardinale, i cinorrodi di rosa canina guardano verso il cielo d’autunno come piccole fiamme. Aprendosi, i curiosi frutti della berretta dei preti mostrano il loro interno rosso-arancio. Il legno giallo di questo arbusto velenoso veniva usato per i ferri da maglia e costruire organi. Non solo bacche e frutti sono disponibili per gli animali, ma anche diverse noci e semi. Scorgo uno scoiattolo che salta da un ramo di un sorbo all’albero vicino, tentando di portare al sicuro il bottino prima del buio: nocciole, faggiole, piccole pigne e funghi per superare il lungo inverno.  

In questo periodo dell’anno il flusso di linfa delle piante si arresta e per un breve periodo sembra che la natura stia “morendo”. L’aria umida e fredda ti attraversa le ossa se non ti vesti in modo adeguato passeggiando per boschi e prati. Le giornate volgono al termine rapidamente, si fa buio nel primo pomeriggio e i raggi del sole, a volte, non riescono a dissolvere la copertura delle nuvole. Si avverte anche nell’anima, il “blues autunnale” che affligge molti, si manifesta come svogliatezza e bisogno di ritiro e calore. Sostanze stimolanti come quelle contenute nel caffè o nel tè nero vanno usate con moderazione, perché c’è il pericolo di diventare nervosi e ipersensibili e non più desti e di buon umore, se se ne fa un uso improprio.

L’erboristeria mette a disposizione molti rimedi interni ed esterni, dalle applicazioni di oli e oli essenziali, ai bagni e impacchi, fino agli estratti di piante medicinali, consigliati sempre individualmente da professionisti esperti. Per esperienza, a novembre consiglio l’estratto di avena verde (Avenae sativa herba), come tè (decotto) o in gocce (tintura madre).

Avena sativa L.

Contiene preziosi principi attivi (flavonoidi, beta-glucani,) e minerali, soprattutto la silice, e ha un effetto rinforzante sul sistema nervoso-sensoriale, sostiene il tessuto connettivo e la vescica. Il decotto di avena verde ha un gusto piacevole con il suo leggero aroma di vaniglia. Per gli alchimisti, Avena sativa si distingue per le sue qualità legate a Venere, i chicchi sono ricchi di proteine, magnesio e Vit. B. Rafforzano anch’essi i nervi nutrendo il sangue, i polmoni e le difese naturali del corpo. La farina d’avena è facilmente digeribile, ha poco glutine ed è facile da usare nel porridge della colazione, nel pane e nei dolci. Esternamente, le medicazioni di farina d’avena aiutano nella couperose, a lenire brufoli e nutrire la pelle secca, soprattutto nella stagione fredda.

Per questo periodo ti auguro di trovare forza e calore per corpo e anima con l’aiuto delle erbe, e salute e serenità nelle passeggiate autunnali nella natura.

Se sei interessata/o a preparazioni erboristiche e tisane composte da erbe selvatiche raccolte a mano, mandami una mail, grazie! (karin.mecozzi@gmail.com)

Kräuterkraft und Seelenwärme für kalte Tage

Kardinalrot hängen die Früchte des Weißdorns in den Hecken, Hagebutten zeigen wie kleine Flammen in Richtung Herbsthimmel. Beim Öffnen legen die rosaroten Früchte des Pfaffenkäppchens, auch Spindelstrauch (Evonymus europaeus L.) genannt, ihren orangeroten Fruchtkern frei. Aus dem gelben Holz dieses Giftstrauches wurden früher Stricknadeln und Orgelpfeifen hergestellt. Den Tieren stehen nicht nur Beeren und Früchte zur Verfügung, sondern auch Nüsse und Samen. Von einem Ast eines schlanken Speierlings (Sorbus domesticus L.) schwingt sich ein Eichhörnchen zum Nachbarbaum, im Versuch, seine Beute in Sicherheit bringen, bevor es dunkel wird: für den langen Winter werden noch Haselnüsse, Bucheckern, Kiefernzapfen, kleine Pilze gehortet.

Rosa canina L.

In dieser Jahreszeit hält der Lymphfluss der Pflanzen inne, eine kurze Zeit lang sieht es aus, als sterbe die Natur. Nasskalt ist die Luft, es geht durch Mark und Bein, wenn man sich beim Naturbetrachten nicht richtig warm anzieht. Der Tag neigt sich rasch dem Ende zu, am frühen Nachmittag wird es schon dunkel, die Sonnenstrahlen schaffen es manchmal nicht, die tiefhängende Wolkendecke aufzulösen. Das spürt man auch im Gemüt, der „Herbstblues“, der viele befällt, äußert sich als Schlappheit und dem Bedürfnis nach Rückzug und Wärme. Stimulantien wie Kaffee und Schwarztee sollten nur in Maßen genossen werden, da die Gefahr besteht, bei Missbrauch anstatt wach und gutgelaunt eher fahrig und überempfindlich zu werden.

In der Pflanzenheilkunde stehen allerhand Mittel zur Verfügung, angefangen von Duftanwendungen, Bädern und Wassertherapie, bis hin zu Heilpflanzenauszügen, die von Experten individuell abgestimmt werden sollten. Empfehlenswert ist ein Auszug aus grünem Haferkraut (Avenae sativa herba), als Tee (Abkochung) oder Tropfen (Urtinktur).

Es enthält wertvolle Wirkstoffe (Flavonoide, Beta-Glukane,) und Mineralien, hauptsächlich Kieselsäure, und wirkt stärkend auf das Nerven-Sinnessystem, kräftigt das Bindegewebe und die Blase und hat darüber hinaus, mit seinem leichten Vanillearoma, einen sehr angenehmen Geschmack. Für Alchemisten ist Avena sativa von Venus-Qualitäten geprägt, daher stärkt auch das nahrhafte Korn die Nerven über das Blut, die Lunge und das Immunsystem. Hafermehl enthält viel Einweiß, Vit. B und Magnesium, ist gut bekömmlich, hat wenig Gluten und schmeckt angenehm im Frühstücksbrei, in Brot und Gebäck. Äußerlich helfen Hafermehlauflagen bei Couperose, Pickeln und trockener Haut, gerade in der kalten Jahreszeit.

Ich wünsche Dir für diese Zeit die rechte Ruhe für Körper und Seele, viel Gesundheit und Freude bei Deinen Kräuterexperimenten und Herbstspaziergängen in der Natur.

Wenn Du an Präparationen und Tees aus wilden Heilkräutern Interesse hast, schreib mir einfach eine Mail, vielen Dank! (karin.mecozzi@gmail.com)

Persefone e la forza di tornare agli abissi

Ottobre. L’anno si volge lentamente alla notte. Dopo lunghe settimane d’estate, l’arsura nelle infinite giornate di sole, sulle colline e sui prati si deposita un primo sottile strato di nebbia. I campi sono nudi, pronti per la semina invernale, stanche foglie pennate di acacia e tremanti foglie di acero pendono dai rami.

Piccole drupe tonde brillano come per magia dalle siepi. I frutti di prugnolo, rosa canina, biancospino, corniolo sono tutti commestibili, medicinali, la polpa nasce durante l’intessere estivo tra terra, luce e pioggia: il processo di creazione e trasformazione della natura non termina mai e porta pane a sufficienza per tutti noi alla fine dell’estate.

Semi, nocciole e noci sono ora dei bei concentrati, duri come minerali e di varie forme: minuscoli acheni della famiglia delle Lamiaceae, a forma di goccia le nocciole, le noci simili agli emisferi del cervello. Sono il cuore del frutto maturo, l’ultima cosa che la pianta crea alla fine del semestre solare, grassi e oli saziano uomini e animali.

Fuori, la natura si sta quietando, si tingono le chiome degli alberi mentre i contorni del paesaggio perdono nitidezza sotto la pioggia autunnale. Una forza misteriosa appesantisce i semi, le foglie, tutta la pianta, la luce del primo mattino è fioca, i raggi del sole cadono obliqui sulla terra bruna.

Il nostro animo si incupisce, cerchiamo protezione nella casa calda, cercando di dare un senso, un significato alla stagione che viene. Possiamo trovarlo nei miti, nei racconti degli antichi come nell’immagine di Persefone. Dopo migliaia di anni, ancora le parole di Omero ci guidano a una comprensione più profonda del mondo, della natura e dell’anima umana.

Autunno, è dunque giunto il momento che Persefone torni negli oscuri abissi? Persefone, che nella lunga estate gioca con le onde dell’oceano, trasforma le foreste in tappeti verdeggianti, dona alle conchiglie il loro interno, al latte la sua forza e alle piante il loro potere curativo.

Laddove Persefone posa i piedi al suo ritorno dagli inferi, dal suolo spuntano violette profumate e viola scuro. Il corso dell’anno compie una svolta, in primavera la forza della vita riempirà gli esseri sulla terra e scorrerà come sangue caldo nei nostri corpi. Solo in autunno lascerà il mondo visibile, e la materia lascerà posto alla trasformazione invisibile di anima e spirito.

Vorrei lodare questi processi, inchinarmi alla natura e alla saggezza del Creatore. In autunno voglio indossare l’abito del mendicante, del monaco, dell’eremita, concentrarmi sul vero e sull’essenziale. È importante compiere un altro passo nella ruota dell’anno, per tornare alla visione interiore, cristallina, in inverno.

Come un pulito lago di montagna, come una baia tranquilla, come pura acqua di sorgente, chiarezza e calma ci aspettano nel grembo dell’inverno. Il destino, ignoto e benigno, vuole rivelarsi nell’interiorità, qui ci aspettano i misteri di guarigione!

Fiducia! Ogni pianta, ogni erba, solchi autunnali e semi addormentati, tutti noi cerchiamo momenti di lentezza e introspezione in autunno.  Nel trambusto della vita quotidiana seguiamo la via verso le forze cristalline della chiarezza interiore.

L’anno discendente diventa un quieto, arcaico cammino nella notte stellata della terra.

Oktober. Langsam wendet sich das Jahr der Nacht zu. Nach langen Sommerwochen, der Hitze, Trockenheit, den endlosen Sonnentagen, legt sich ein erstes dünnes Nebelkleid auf Hügel und Wiesen. Nackt, bereit für die Winteraussaat die Felder, müde hängen gefiederte Akazienblätter, bebende Ahornblätter an den Zweigen.

Aus den Hecken leuchten wie ein Zauber Beeren und Butten. Die Früchte von Schlehen, Hundsrose, Weißdorn, Kornelkirsche sind allesamt essbar, medizinisch, das Fruchtfleisch entsteht während des sommerlangen Webens von Erde, Licht und Sommerregen: der Schöpfungs- und Verwandlungsprozess in der Natur endet nie, bringt an jedem Sommerende genügend Brot für alle.

Samen, Kerne, Nüsse bilden pflanzliche Konzentrate, mineralisch hart und mannigfaltig geformt: die harten Schließfrüchte der Lippenblütler, tropfenförmige Haselnüsse, Walnüsse wie Gehirnhälften. Sie sind das Innerste der reifen Frucht, das Allerletzte, das die Pflanze am Ende des Sonnenhalbjahrs erschaffen hat. Nährende Fette und Öle verleihen Geschmack und machen uns Menschen und die Tiere satt und gesund.

Die Natur begibt sich nun äußerlich zur Ruhe, Baumkronen leuchten bunt, die Konturen in der Landschaft verschwimmen immer mehr im Herbstregen. Eine geheimnisvolle Kraft lässt Samen, Blatt, die ganze Pflanze schwer werden, das Licht am frühen Morgen wird fahl, schräg fallen Sonnenstrahlen auf die braune Erde.

Ernstgestimmt suchen wir Schutz im warmen Haus, versuchen, das Geschehen der Jahreszeit nach seiner Bedeutung zu ergründen. Dabei mögen wir auf erhellende, uralte Erzählungen und Mythen treffen, zum Beispiel auf die sinnbildliche Geschichte der Persephone. Nach Jahrtausenden erklingen die Worte Homers und schwingen uns ein in ein ganzheitlicheres Verständnis der Welt, der Natur und der menschlichen Seele.

Es ist Zeit für die Jungfrau, in die Tiefe zu gehen? Persephone, die im langen Sommer mit Meereswellen spielt, die Landschaft zum Ergrünen und Blühen bringt, die den Muscheln ihr Inneres, der Milch ihre Kraft und den Pflanzen ihre Heilkraft verleiht? Wo Persephone nach dem langen Winter ihre Schritte setzt bei ihrer Rückkehr aus der Unterwelt, spießen duftende, dunkelviolette Veilchen aus dem Erdboden empor. Ein neuer Jahreslauf setzt ein, Lebenskraft erfüllt aufs Neue Sein und Werden. Wie warmes Blut fließt sie durch unsere Körper – und auch durch Pflanzen und Tiere. Erst im Herbst verlässt sie die sichtbaren Dinge, und aus dem kraftvoll Physischen kann unsichtbar Seelisches und Geistiges entstehen.

Diese Vorgänge möchte ich preisen, mich vor der Natur verbeugen und der Weisheit des Schöpfers. Ich will im Herbst anlegen das Kleid des Bettlers, des Mönchs, des Eremiten, mich auf Wahrhaftes und Essenzielles konzentrieren. Es gilt, einen neuen Weg im Jahresrad zu beschreiten, zurückkehren zu der kristallklaren, inneren Sicht im Winter.

Wie ein sauberer Bergsee, wie eine stille Meeresbucht, wie perlendes Quellwasser warten Klarheit und Ruhe im Winterschoss auf uns. Hilfreiche Schicksalsmächte wollen sich an diesem inneren Brunnen offenbaren, hier kommen uns Mysterien der Heilung entgegen! Vertrau! Jede Pflanze, jedes Kraut, herbstliche Erdfurchen und schlafende Samen, wir legen uns alle zur Ruhe im Herbst, schauen im Trubel des Alltags auf unser Inneres, folgen dem Weg zur ordnenden Kristallkraft.

Das absteigende Jahr wird zum leisen, uralten Gang in die Sternennacht der Erde.

Luminoso SALICE, albero medicinale dei paesaggi fluviali (Salix alba L.)

Poiché io farò scorrere acqua sulla steppa,

torrenti su un terreno arido.

Spanderò il mio spirito sulla tua discendenza,

la mia benedizione sui tuoi posteri,

cresceranno come erba in mezzo all’acqua,

come salici lungo acque correnti.

(Isaia 44,3-4)

Osservazione della pianta nel paesaggio

 Prima estate, le foreste, le siepi, i campi e i prati risplendono di verde. Nel fondovalle una lunga collana argentea accompagna il Potenza, fiume che nasce nell’Appennino umbro marchigiano. Laddove sorgevano grandi laghi, nel letto sassoso del fiume e lungo le sponde affondano le radici salici, pioppi e sambuchi. Tappeti di menta aquatica, salcerella, nasturzio e petasite formano foglie variopinte, aromatiche e fiori odorosi. Sul ciglio si innalzano candide angeliche selvatiche e fiori d’epilobio, dal bel rosa porpora.

Si muovono nel vento i rami del salice bianco (Salix alba L., famiglia delle Salicaceae), ben saldo nell’umida terra bruna. Porta acqua ricca di ossigeno verso l’alto, fino nei rami flessuosi dove incontra il sole primaverile e apre fiori profumati, offrendo polline e nettare come nutrimento prezioso al mondo degli insetti dopo un lungo inverno. Solo ora, a fiori aperti, nascono le foglie che ricordano piccole falci di luna argentate.

Salix alba L. in Appennino, ph. K. Mecozzi

In tutto il mondo il salice è consacrato a delle divinità, dal Sudamerica alla Scandinavia, dalla Grecia alla Mongolia. Nella mitologia classica troviamo il salice sacro a Demetra, madredea della terra feconda, e Persefone, triste regina dell’oltretomba. Madre e figlia, sono riunite nell’appassionante mito di Omero, in cui il respiro delle stagioni, l’avvicendarsi di luce e ombra è la cornice delle vicende degli dei dell’Antica Grecia.

Nei miti nordici, nei salici si venerano Birgitta, dea della luce, ma anche Morrigan, dea della morte. Con flauti di legno di salice i Celti davano voce agli spiriti dei defunti, e con le fronde legate a covoni, poi incendiati, allontanava l’oscurità dell’inverno e i suoi demoni.

Il salice segna dunque, nel paesaggio e nella sua simbologia, una soglia tra buio e luce, tra terra/acqua e luce/calore, tra fiumi e laghi e terra ferma. Ne parlano filastrocche e formule magiche invocate nei riti delle civiltà indoeuropee e precedenti[1]. Interessante è l’uso delle foglie e degli amenti per contenere la libido, troviamo ricette di decotti nei testi dei medici erboristi fino ad arrivare al nostro Mattioli. Salix diventa una pianta sacra alla Vergine Maria, e viene piantato nei giardini monastici.

L’albero in botanica

Salix alba, albero caducifoglio della famiglia delle Salicaceae, a crescita rapida, sovente pollonifero, raggiunge 25 m di altezza. La corteccia è grigia e liscia, poi reticolata, i rami flessuosi e le foglie alterne, lanceolate, seghettate, portano minuscole ghiandole nettarifere sui margini. La parte superiore della foglia è verdi lucida e glabra, l’inferiore bianca e tomentosa.

La pianta è dioica, forma fiori maschili, lunghi e profumati amenti gialli, e fiori femminili più esili e verdi. L’impollinazione avviene attraverso il vento e gli insetti bottinatori, tra cui l’ape selvatica, l’ape domestica e il bombo. Dai frutti maturano semi cotonosi, muniti di pappi.

Sponde, alvei fluviali, boschi umidi, aree lacustri sono gli habitat d’elezione delle diverse specie di salice (30 spontanee in Italia). Coltivati tradizionalmente per il legno e i rami con cui si legano le viti e si intrecciano cesti e staccionate – i Celti costruivano le pareti delle capanne con rami e fronde e terra e argilla – i salici si possono riprodurre facilmente piantando direttamente in terra dei giovani rami. Il legno è un buon combustibile, viene usato per la cellulosa e la fabbricazione di imballaggi e utensili. Dalla corteccia si ottiene una concia per le pelli e un colorante giallo per tingere tessuti.

Ambiente fluviale, alberi tra acqua e luce. Fiume Metauro (PU), ph. Karin Mecozzi

“ Ubi morbus ibi rimedium” – Salix alba nella cura dell’uomo

Il salice da l’immagine di una pianta “con i piedi perennemente in ammollo”, cresce rigoglioso, con i suoi rami flessibili e leggeri, le foglie argentate e i fiori bianchi e dorati. Il rapporto dell’albero con acqua, terra, aria e luce, ben noto alla medicina tradizionale, lo rende un rimedio che raffredda e lenisce, contiene e concentra, mette in moto i fluidi, sudore, urina, sangue. L’estratto di corteccia, dal decotto alla soluzione idroalcolica, è indicato innanzitutto come ottimo febbrifugo, antidolorifico e antireumatico. Trova impiego nell’influenza stagionale, nel raffreddore, nelle cefalee di vario genere, nei dolori muscolari e articolari, anche esternamente come frizioni e bagni nella fibromialgia.

La droga in erboristeria è costituita dalla corteccia dei giovani rami (Salici cortex), dagli amenti maschili, dalle foglie fresche ed essiccate, dalla linfa. Le principali sostanze contenute, prevalentemente nella corteccia, sono: glicoside salicilico (salicina), acido salicilico, acido caffeico, flavonoidi, tannini, gomme, cere, resine.

Per applicazioni esterne possiamo raccogliere foglie di salice da aprile a settembre, per tisane e decotti la corteccia in primavera. Il carbone del legno di salice è un ottimo disinfettante assorbente, usato tradizionalmente in veterinaria, nelle intossicazioni e nelle diarree.  Può essere aggiunto al dentifricio, non è abrasivo.

Nelle malattie invernali, il salice è di grande aiuto per le proprietà sudorifere, diuretiche, tonificanti e rilassanti. L’estratto viene inserito tradizionalmente nei composti per curare stati d’animo di tensione, ansia, angoscia, che caratterizzano anche i disturbi stagionali e riguardano la sfera del ritmo e neuro-sensoriale.

Può risultare irritante per le mucose dello stomaco, tuttavia, se assunto in grandi quantità. Ciò avviene in misura molto minore del prodotto di sintesi, l’acido acetilsalicilico, noto anche come aspirina.

Nel nostro organismo la salicina del salice si trasforma in saligenina e in acido salicilico e può causare reazioni allergiche a chi è predisposto. Particolare attenzione deve essere presa anche da chi soffre di ulcera gastrica e sindrome di Gilbert. In dosi contenute gli estratti di Salix alba sono generalmente ben tollerati. Interessante è che non fluidificano il sangue[2] come l’acido acetilsalicilico e possono essere usati anche dopo operazioni e in terapia anticoagulante (solo sotto stretto controllo medico!).

Il salice è una potente pianta medicinale e come rimedio va sempre preparato, dosato e consigliato da un esperto erborista, farmacista e medico esperto in fitoterapia. La corteccia sfusa, meglio intera piuttosto che in polvere, acquistata in commercio non deve superare due anni dal raccolto.

In “Piante medicinali” Wilhelm Pelikan[3] ci dona un’immagine meravigliosa dell’albero in eterna tensione tra morte e vita, tra l’oscurità della terra e l’umidità dell’acqua in cui ama vivere e il fuoco. Il calore, il fuoco si manifestano nella profumata e precoce fioritura dei salici in generale, nelle ghiandole nettarifere collocate sulle foglie (!) e nel rapporto con il mondo di api e insetti.

Nel rimedio “Digestodoron” la farmacopea antroposofica offre una soluzione benefica (anche in compresse) che sostiene i processi digestivi nel loro ritmo, tonificando stomaco e intestino. Può accompagnare la terapia nelle malattie croniche del sistema motorio, del fegato e del sangue.

Tisana di salice bianco:

Alcune indicazioni*: raffreddore e febbre, cefalea da cambio di stagione, nella sindrome premestruale, coadiuvante nel trattamento delle malattie esantematiche dei bimbi, dei disturbi della pelle, esternamente per lavaggi e spugnature per curare ferite, cicatrici, foruncoli, micosi.

Alla sera metti a bagno 5 g di corteccia di salice bianco ben contusa in 300 ml di acqua fredda. Alla mattina porta ad ebollizione, lascia sobbollire lentamente per 5 minuti e filtra dopo un’ulteriore infusione di 10 minuti. Bevi a tazzine lontana dai pasti, anche fredda.

Se risultasse irritante per lo stomaco usa un “macerato freddo”, porta il tempo di infusione fredda ad almeno 12 ore, poi riscalda (non oltre 45°C) e filtra.

*le indicazioni sono generiche, per curarti con estratti di piante medicinali, sia in acuto, sia nei disturbi cronici, consulta un professionista.

Autrice: Karin Mecozzi, erborista diplomata all’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, formazione in, osservazione goetheanistica della natura, agricoltura biodinamica, naturopatia antroposofica. Raccoglitrice e coltivatrice, insegna erboristeria in corsi e seminari. Pubblica articoli in italiano, tedesco e inglese. Autrice di “Ars herbaria, piante medicinali nel respiro dell’anno” e “Verde resilienza, erboristeria pratica nel cambiamento” (Natura e Cultura Editrice), “Ars herbaria, Heilpflanzen im Jahreslauf” (Verlag am Goetheanum). Per contatti: karin.mecozzi@gmail.com – www.karinmecozzi.com


[1] Pflanzen der Kelten, W.D. Storl, AT Verlag, 2015

[2] Praxis Heilpflanzenkunde, Bühring Ursel et al., 2016, Thieme Verlag

[3] Piante medicinali, Volume II, Wilhelm Pelikan,, Editrice Natura e Cultura, Savona.

Herbstsonnenwende: Walnüsse – Kraftnahrung für Körper und Geist

Das Jahr hat einen großen Bogen gezogen, vom winterlichen Beginn im Januar über den feuchtwarmen, grünenden Frühling bis hin zum üppigen Sommer, der für Mensch und Tier nie mehr enden sollte in seiner Sonnenhaftigkeit, mit all seiner Nahrung.

Nun ist es Herbst, und ich sehe es seit langem kommen, wie Pflanzen sich müde hinunterbeugen, erstes Laub von den Bäumen fällt, wie Körner und Samen zur Erde wollen und der Tag sich früher mit der Nacht vermählt. Die Sonnenwende im September hüllt die Landschaft am Morgen in erste Nebelkleider und mittags in das prächtigste, warme Sonnenlicht. Die Weinlese an den Hängen, Obsternte in den Tälern, Holzfuhren für den Winter in Richtung Dörfer, Abschied von der Feldarbeit nach der Hirsernte, den Garten noch abernten, Gewürzkräuter schneiden. Ich ernte heilsame Kräuterwurzeln, halte Aussicht nach blühendem Bergbohnenkraut, nach duftenden Goldruten und den letzten Weideröschen – sie kommen zusammen in ein Unterleib-Nierenelixier.

Es ist eine gute Zeit, um uns mit dem Abschließen, Reinigen und dem inneren Loslassen zu befassen. Spüren, wo es langgeht nach dem extrovertierten Sommer, Innehalten, Gleichgewicht und Mitte suchen, ins Herz hineinhorchen. Eine Blutreinigungskur oder Fasten helfen dabei, gleichzeitig sollten wir aber auch Wert auf Stärkung legen. Denn im Herbst gibt es im großzügigen Reich der Heil- und Nahrungspflanzen auch Helfer, die stärken, uns von Grund auf nähren und den Boden bereiten für ein starkes Abwehrsystem. Hier fällt mir gleich der Walnussbaum (Juglans regia) ein, aus der Familie der Juglandaceae. Er soll aus dem Fernen Osten nach Europa gekommen sein und hat sich im Apennin als kultivierter Baum gut eingebürgert, so dass man des Öfteren junge wilde Nussbäume trifft, vor allem in den Tälern und in der Nähe von Höfen und Weilern.

aus: walnussbaum.info

Es wird Zeit, im September die großen, braunen Walnüsse samt ihrer papierartigen, fast wächsernen Schale aufzulesen, denn sie fallen vom Nachbarsbaum in unseren Garten und füllen jedes Jahr einen großen Korb.

Anwendungen von Walnüssen als Heilmittel:

  • kräftigen das Verdauungssystem mit wertvollen Gerbstoffen und Bitterstoffen
  • enthalten viele Faserstoffe, bei Verstopfung
  • Vitamin B, A, C, Folsäure, Magnesium, Kalium, Zink, Eisen,
  • Antioxidantien stärken das Immunsystem, Omega-3-Fettsäuren das Herz
  • Wirken regulierend auf den Cholesterinspiegel
  • Sollen gegen Schwangerschaftsübelkeit helfen
  • Stärken die Manneskraft
  • Sind unersetzlich in stressigen Zeiten, helfen beim Durchschlafen
  • Unterstützen unser Gedächtnis: Walnüsse gehören in jedes gute Studentenfutter!
  • Bei Regelschmerzen, Spannen von Bauch und Busen vor der Regel, müden Beinen und sonstigen Frauenbeschwerden, bis hin zur Menopause: täglich ein paar Walnüsse essen, gut einspeicheln und kauen, dazu einen Schluck gute Rohmilch oder Kefir, oder honiggesüßten Kräutertee*** trinken.

Für einen guten ***Frauentee gleiche Teile aus Himbeerblättern, auch Brombeere, Frauenmantel, Goldrute, Ringelblume und eine Prise Immortelle und Schafgarbe mischen, eine Prise überbrühen und nach 15 Minuten filtern.)

foto weg baumschulehorstmann

Übrigens verursacht das Verzehren von Walnüssen manchmal ein Jucken und Brennen im Mund- und Rachenraum, ist jedoch nur bei echter Baumnussallergie besorgniserregend, ansonsten lässt die natürliche Reaktion auf die Gerbstoffe der Walnuss rasch nach.

Eine gute Michaelizeit, viel Inspiration zur Herbstsonnenwende, Eure

Karin, Herboristin

….. am liebsten draußen, in der wilden Landschaft

maturazione d’estate

Nei giorni più caldi dell’anno la natura porta a compimento il suo sviluppo
e si riversa nella maturazione.

Il processo di maturazione è paragonabile alla cottura degli alimenti che utilizziamo quotidianamente. Le sostanze vegetali “crude” si trasformano maturando e diventano assimilabili. In questo modo nutrono animali e uomini. Cereali, legumi, frutti e ortaggi portano a termine la formazione di zuccheri, proteine e grassi e si riempiono di colori, profumi e sapori. Trasmettono inoltre qualità cosmiche, “soprasensibili” che nutrono l’uomo allo stesso modo delle sostanze materiali. Insieme ai principi attivi delle piante e ai nutrienti, le puoi immagazzinare per le stagioni più fredde, formare riserve.

Durante tutta l’estate, puoi avvalerti della maturazione di innumerevoli piante medicinali, aromatiche, commestibili ed anche velenose (impara a riconoscerle). Quanti modi per estrarre le erbe – quali saranno le tradizioni dei tuoi luoghi? Chiedi alla tua erborista ricette e idee, segui la tua creatività per catturare profumi e aromi.

• Per estrarre le proprietà curative e nutritive raccogli le piante, essiccale, mettile a macerare in diversi tipi di olio, nel vino o in aceto:
• In giorni di luce o calore recidi le varietà ornamentali coltivate e spontanee, ad esempio elicriso, lavanda, mirto, mentuccia, finocchio, alloro, lentisco, assenzio, origano selvatico, erba cedrina, calcatreppola e tante altre. Essicca a mazzetti, prova a formare ghirlande, cuscini e composizioni profumate.

Ricorda: l’azione di una pianta che fiorisce a metà giugno (es. sambuco, filipendula) o in agosto (cardo benedetto, origano selvatico) è diversa: ogni pianta esprime le qualità della propria specie, ma anche le qualità del paesaggio e del clima in cui vive.

Atropa belladonna, in maturazione

Le tre qualità dell’estate in sintesi

Prima estate da Pentecoste a San Giovanni
Raccolta di sambuco, tiglio, camomilla, rose selvatiche, foglie di rovo, piantaggine, ortica, meliloto, assenzio, da essiccare per estrazioni acquose (infusi, decotti)
Calore dalla QUALITA’ VIVICANTE
(calore che sale, stimola)

Seconda fase da San Giovanni a ferragosto
Estrazione in olio di iperico, elicriso, achillea, calendula, ecc.
Raccolta di cime fiorite di labiate per aromatizzare: origano, timo, santoreggia, maggiorana
Calore dalla QUALITA’ NUTRITIVA E DIGESTIVA
(calore radiante)

Terza fase da ferragosto al 8 settembre
Nella tradizione popolare il periodo di raccolta tra le due festività dedicate alla Madonna riguarda le piante per la sfera femminile: alchemilla, altea, achillea moscata, artemisia, caglio, calendula, finocchio, melissa e molte altre.
Calore dalla QUALITA’ ESSENZIALE
(calore discendente, che stabilizza)

Buona estate e … fasci di erbe profumate!
Karin Mecozzi, erborista

Corso “Erbe in dispensa – erboristeria pratica in autunno”

Monastero di Fonte Avellana

Serra Sant’Abbondio (PU)

18 – 19 settembre 2021

Corso teorico pratico di erboristeria:

“Erbe in dispensa – erboristeria pratica in autunno”

con Karin Mecozzi, erborista

Temi del corso:

“Prevenire è meglio che curare”: la dispensa delle erbe e delle piante medicinali

Cenni di raccolta, trasformazione e conservazione

Benefici e limiti dell’autoproduzione, a cura dell’erborista professionale

La flora di Fonte Avellana, conoscere e sperimentare con i sensi

Laboratorio di erboristeria pratica

Orari: Sabato 18.09: 10 – 18.30 con pausa pranzo / conferenza seraleDomenica 19.09: 9 – 11

Il corso è adatto ad adulti e ragazzi dai 14 anni. Secondo le disposizoni vigenti in pandemia, si comunicherà in tempo utile la necessità di portare l’apposita certificazione

Informazioni: karin.mecozzi@gmail.com

Aggiornamenti su: www.karinmecozzi.comwww.fonteavellana.itfb: thaleia karin mecozzi

illustrazione: Maria Elena D’Andrassi 2020

Nella gemma riposa il futuro di ogni pianta (da “Verde resilienza”)

Nella gemma riposa il futuro di ogni pianta

Le nuove gemme si formano in estate, quando alberi e arbusti sono ancora nel pieno vigore. L’apice vegetativo del ramo giovane si rigonfia leggermente e crea, secondo la specie, un organo chiuso in sé, appuntito, spesso ovoidale che conterrà le foglie e i fiori per l’anno successivo. Si riveste di tegumenti protettivi, tomentosi.

In autunno forma resine profumate, cere e gomme impermeabilizzanti per difendere il prezioso contenuto. Con la diminuzione della luce e della temperatura, la pianta madre smette di inviare acqua alla gemma, per non farla morire di freddo. Rimane asciutta per tutto l’inverno, senza una corteccia come i rami o il tronco dell’albero. Si chiude sempre più nel suo involucro, non entrano insetti ne funghi ne parassiti.

Con la pazienza che appartiene agli esseri vegetali l’albero attende il ritorno della luce, dando alle gemme un ulteriore aiuto: ripone delle riserve glucidiche (polisaccaridi) in ogni singola gemma per prevenirne il congelamento.

Andando verso la primavera le gemme sentono per prime il richiamo della stagione più mite. Nell’alternarsi tra le prime giornate tiepide e le ultime gelate, le piante dimostrano di sapersi orientare egregiamente. Grazie al fotoperiodismo, un insieme di processi fisiologici, le piante sono in grado di percepire la durata della luce giornaliera. Questo “orologio interno” sembra dipendere da una proteina all’interno delle cellule vegetali che si modifica secondo la lunghezza del giorno. Il genoma vegetale è in grado di “leggere” le alterazioni e la pianta aumenta o diminuisce le sue funzioni vitali.

Quando le gemme sono pronte per sbocciare, la linfa è già tornata a circolare nella pianta madre. Dopo mesi di apparente arresto, durante il quale la vita si svolgeva incessantemente sotto terra, le piante entrano nuovamente in comunicazione con l’ambiente circostante, con il paesaggio.

L’organo che per me rappresenta questo particolare e delicato momento è la gemma nel ritmo delle stagioni.

In un triplice passo lei dimostra come proteggersi, custodire il calore e aprirsi alla luce. La complessità del suo sviluppo, il modo in cui attraversa le stagioni come un vascello, puntando dritta alla sua destinazione aprendosi al cosmo, la rende un esempio, una metafora, della resilienza che anche l’uomo manifesta, quando si collega alla radice della propria vitalità e mette in pratica la salutogenesi.

  • Con i doni dell’estate la gemma crea un involucro di protezione e calore
  • Resiste in inverno con essenzialità e concentrazione
  • Seguendo l’orologio biologico e nutrendosi di nuova linfa si apre alla luce della primavera

E’ simbolo di una Verde Resilienza

Nella vita di ogni persona si presentano periodi in cui l’equilibrio fisico e psichico si incrina. Le cause sono diverse, malattie, traumi, un lutto, periodi di eccessiva pressione nella vita privata, sociale, lavorativa. Nell’acuto è indispensabile intervenire prontamente rivolgendosi ad esperti. Contemporaneamente, e soprattutto nella seconda fase, puoi attingere a risorse che sostengono le cure e consentono di superare le difficoltà formando forze nuove. Accettare le difficoltà con umiltà e adattamento, combattere per resistere, trovare risorse e superare la crisi, significa che puoi rispondere con la crescita, ed è questa la RESILIENZA.

  • Rafforza il tuo involucro di protezione
  • Pratica la depurazione erboristica per essenzialità e leggerezza
  • Apriti al mondo in modo nuovo

La resilienza è la capacità di rigenerazione dopo un danno, è riuscire a gestire positivamente la propria vita e fare un passo in avanti nella propria crescita, nonostante le circostanze difficili.

Tratto da:

Serata d’estate con Ars herbaria

Potete rivedere la conversazione in cui presento l’erboristeria come arte e “Ars herbaria” e “Verde resilienza” digitando:

Presento Ars herbaria e i miei libri venerdì 2 luglio nella piccola città appenninica di Matelica, provincia di Macerata, tra gli alberi dei giardini comunali. Porterò i libri da firmare, qualche mia potente pozione da mostrare è tutto l’entusiasmo che nutro per erbe e madre terra. Siete tutti i benvenuti!

Grazie agli organizzatori dell’evento, a Natura e Cultura Editrice e a erbe e paesaggio..