Categoria: Blog

Un laboratorio di cultura del paesaggio

https://www.facebook.com/paesaggiolab/

Paesaggio.lab è un progetto nato dall’incontro con Vasco Feligini, guida ambientale escursionistica e appassionato viaggiatore e altri amici e colleghi, tra cui Augusta D’Andrassi, Daniela Dall’Oro e Fiammetta Paloschi, Franco Barbadoro, la Comunità dei Monaci Camaldolesi di Fonte Avellana e Montegiove e molti altri.

Il progetto è l’organizzazione di corsi, escursioni, eventi artistici ed esperienze di scrittura lungo il nostro splendido Appennino. Iniziamo il 26 maggio 2017 con il corso “Vis Naturae” insieme a Carmela Patania e Augusta D’Andrassi, con un’escursione facoltativa con Vasco Feligini.

Come LABORATORIO è un’iniziativa aperta a idee, impulsi, richieste e interrogativi. Se non ci poniamo domande, non sapremo mai rispondergli, al paesaggio dentro e fuori di noi.

dal Monte Roma verso Fonte Avellana, foto Renato Tittarelli

Ampliare la percezione

Uno dei primi passi verso una conoscenza approfondita delle piante e del paesaggio è sviluppare la propria percezione. L’obiettivo è rendere creativi  dinamici il nostro pensare, sentire e volere per conoscerle, amarle e impiegarle ogni giorno come fedeli compagne.

1. Porsi delle domande …ed essere curiosi

“Possiamo comprendere una pianta solo se nutriamo un senso di ammirazione, di stupore di fronte ad essa.”   Johann Wolfgang von Goethe

Nella conoscenza delle piante officinali valgono gli stessi criteri del lavoro nel paesaggio: ci avvaliamo di diversi strumenti percettivi che servono a conoscere le piante e il loro ambiente dall’esterno, e nel medesimo tempo dedichiamo attenzione a quanto avviene dentro di noi – riflessioni, domande, sensazioni o impulsi, preconcetti. Ampliare la conoscenza della natura significa, innanzitutto, non avere pregiudizi nei confronti di una pianta e di un luogo. E non dare nulla per scontato. Nel primo approccio con una specie, l’esercizio migliore è fingere di non sapere assolutamente niente, di non avere alcuna nozione di botanica, biologia o ecologia, addirittura di non sapere nemmeno cosa sia una pianta in generale. In questo modo passiamo a una percezione più ampia e libera della pianta, che farà sorgere in noi molte domande.

Quali sono, dunque, le domande che sorgono in noi di fronte alla pianta? Che cosa cattura la nostra attenzione, la nostra curiosità, osservandola? Se non assecondiamo l’impulso di voler giungere subito a delle conclusioni mediante dei concetti, resteremo stupefatti della nostra stessa capacità di percepire la pianta, cogliendo da soli importanti aspetti che conducono alla sua conoscenza. Partire dalle domande genererà in noi la giusta curiosità, la quale ci renderà attivi e presenti nella nostra ricerca. Un’indagine ampliata in questo senso potrà essere supportata da conoscenze e strumenti della scienza naturale moderna.

 

Tees für einen besseren Schlaf

Herzwärmende Mischung

Tilia platyphyllos L., flores                                30 g

Hypericum perforatum L., summitates *       10 g

Helichrysum italicum Don, flores                      5 g

Citrus aurantium L., epicarpum                         5 g

 

*Bei Einnahme von blutverflüssigenden Medikamenten ersetzt man das Johanniskraut durch Weißdornblüten und -Blätter.

Bei innerer Anspannung und mangelnder Wärme, vorwiegend melancholischem Temperament (das sich auch aus der Lebenssituation ergeben kann, bei Kummer und Trauer) und leichten Leberstörungen, die zu unruhigem Schlaf führen. Linde und Johanniskraut wärmen innerlich, die goldene Immortelle unterstützt Leber und Galle und die duftenden Orangenschalen verleihen dem Tee eine südliche, aufheiternde  Fruchtnote. Pro Tasse 2 Esslöffel der Teemischung mit 200 ml kochendem Wasser übergießen, 10 Minuten ziehen lassen. Eine Tasse am Vormittag, zwei bis drei Tassen zwischen 18 und 21 Uhr, mit Lindenblütenhonig süßen und sehr heiß trinken.

Pratica di Erbe / Kräuterpraxis

Pratica di Erbe / Kräuterpraxis

Please remind not to collect too many buds from one branch and change plant often. Buds become leaves and flowers, so we should be careful in our crops!

 

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A DECEMBER OINTMENT WITH HEMP OIL

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Today I decided that it was time to try a new oil for my ointments, a pure one, not an extract, so I choosed a top quality HEMP OIL, the perfect ingredient for a smoothing and creamy oil/wax preparation.

Took ALMOND- and OLIVEOIL as well, softly heated with the HEMP OIL, melting some beewax pieces in another pot with a tablespoon of LAVENDER Hydrosol. As soon as all ingredients got the right texture, I mixed them up adding just two drops of PROPOLIS tincture and a blend of ESSENTIAL OILS for very dry skin.

The result? You can see it on my foto above, and it is a pity that you can’t smell neither try it on your hands or lips. Because this is exactly what this nourishing potty is for: a creamy lipbalm, a natural anti-wrinkles receipe and a protetective “velum” for sensitive skin, on a windy, freezing day.

HEMP OIL is rich of essential fatty acids and provides your skin with helpful nutrients. Its light green colour and resinous fragrance change slightly in this ointment, but the warm “earthy” character remains and the essential oil blend makes it mild and comfortable for every age. For this little experiment I tried essential oils of LAVENDER + BAY + YLANG YLANG + TANGERINE, all in organic quality, of course. I am sure, you would enjoy it! So have a peaceful Advent season and … please let me know me about your herbal potions in this period of the year,

Karin

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E’ tempo di oleoliti ossia di macerazioni di parti attive di piante medicinali in solventi grassi (oli). Uno degli oleoliti più importanti, con droghe raccolte in giugno, è ACHILLEA MILLEFOLIUM L. summitates com floribus.

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 Zeit für Ölauszüge , ich sammle die aktiven Teile von Heilpflanzen und Kräutern und mazeriere in fettem Öl. Einer der für mich wichtigsten Ölauszüge ist das SCHAFGARBENÖL, aus Blüten mit einem kurzen Teil an Stängeln und kleinen Blättern.

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Nuovi raccolti, finalmente ho essiccato del biancospino fresco: amo l’infuso alla sera mescolato a tiglio e una scorzetta di arancio.

Crataegus 2016

Crataegus monogyna L., sommità fiorite

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Primula vulgaris L.

Estrazione acquosa e preparazione di “Sciroppo di primula” – Ernte, wässriger Auszug und Herstellung von “Primelsirup”

Primule….

“Verso i primi di marzo nei boschi di latifoglie dell’Appennino e delle Prealpi perdurano i colori scuri dell’inverno, i toni rigorosi del grigio e del marrone bruciato. Alberi e Arbusti sono spogli, l’aria è impregnata dall’odore della terra umida e delle foglie che si decompongono. La rinascita del regno vegetale non è ancora palese ma avventurandoci nel sottobosco il suolo si illumina di centinaia di punti di luce sulfurea: le PRIMULE spuntano dalla terra ancora addormentata con la freschezza e l’energia delle forze dell’Ariete. Le foglie oblunghe hanno una nervatura centrale chiara, sono ricche d’acqua e croccanti al gusto (sono ottime nelle insalate miste primaverili, stacchiamole con cautela per non danneggiare la rosetta!). L’infiorescenza della PRIMULA VULGARIS è saldamente attaccata al suolo e alla rosetta fogliare quasi sbocciasse dalla radice. Lo stelo della PRIMULA VERIS (o officinalis) si stacca invece dalla rosetta innalzandosi e raggiungendo dai 10 ai 20 cm. E’ la varietà che predilige prati umidi e pascoli ma è ormai rara e in alcune regioni è specie protetta. I fiori a campana di un bel giallo acceso sono riuniti a gruppi. Colpisce il gesto dell’infiorescenza: una parte di fiori guarda in alto verso il sole primaverile, l’altra si china verso il basso, la terra scura e ricca di sali minerali. Sia questo gesto, sia l’arrangiamento delle foglie a lemniscata esprimono le forze della stagione di mezzo, della primavera. Scandiscono il ritmo che accompagna il vivente nel passaggio dal sonno invernale alla produttività estiva. (…)

Le primule agiscono sugli organi del sistema ritmico: cuore e polmoni. Primula veris contiene acido salicilico nella radice, una sostanza che troviamo nelle piante come il salice, la filipendula e la betulla che crescono in ambienti umidi e freschi e nella parte superiore, nelle infiorescenze e nelle fronde esprimono la volontà di accogliere le forze di luce ed aria Le saponine, un altro principio attivo delle primule, sono sostanze “mercuriali” che portano l’ossigeno nell’elemento liquido, favoriscono i processi metabolici e hanno una forte azione espettorante. Come ulteriori sostanze portatrici di luce e vivificanti sono presenti il carotene che dà ai fiori quel giallo intenso, la vitamina C, fenoli e flavonoidi. Nella tradizione popolare si usano i fiori per tisane calmanti, contro l’emicrania e le vertigini. Si prepara un vino medicato come tonico primaverile.”

Karin Mecozzi

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La famiglia delle Lamiaceae assimila il calore, lo concentra come essenza nelle singole specie. Sono tutte piante ricche di oli essenziali, resine e cere che si concentrano nelle foglie. Le lamine fogliari possono apparire lineari (timo) o anche ampie (melissa). Più piccola e raccolta è la foglia, più concentrato è l’aroma. (P. Kühne).

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Rosmarinus officinalis L. (S. Maria della Cellla, PU marzo 2016)

“Vis naturae” Corso di pratica erboristica

Al Monastero di Fonte Avellana, con Karin Mecozzi, Carmela Patania e Augusta D’Andrassi

Programma completo da scaricare Visnaturae 26-27-28 maggio 

Per ulteriori informazioni

 

Fumaria officinalis L.

Mitten in einer wuchernden Pflanzengemeinschaft am Ackerrand sehe ich ihn heute blühen: den Erdrauch (Fumaria officinalis L., Fumariaceae), Insgesamt betrachtet wirkt das Kraut mit seinen zisilierten Blättern und den hübschen rosaroten Blüten, die mit der dunkelgefärbten Spitze nach unten zeigen, in sich abgeschlossen, wie ein kleines blassgrünes Bäumchen, das schnell aus dem Boden schiesst und bereits im April blüht. Es liebt gedüngten, stickstoffhaltigen und kalkreichen Boden, daher treibt es ihn schon früh zum Wachsen und Blühen. Im 16. Jh. nannten die Botaniker den Erdrauch “Fumus terrae”, denn er entwickle sich “aus den Dämpfen, die im Frühling wie Rauch, in großen Mengen aus der Erde emporsteigen und sich in die Lüfte erheben, sich dabei drehen und wenden und von der Sonne beschienen werden”. So entstehe der Erdrauch, und die innere Schau dieser Menschen der Renaissance gewährt uns heute noch einen bildhaften Einblick in sein Werden.

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Der Erdrauch ist einjährig und hat fein gefiederte Blätter. Sie wirken bläulich-grün, beim Anfassen hinterlässt man eine dunkle Spur: sie sind von einer dünnen Wachsschicht überzogen (in der botanischen Fachsprache nennt man sie “bereift”) und schützen sich auf diesse Weise vor der intensiven Sonneneinstrahlung. Der Erdrauch liebt zwar warme, trockene Standorte, ist jedoch hitzeempfindlich. Die in Trauben angeordnete rosarote, an der Spitze dunkelrote Blüten, mit einer langen gespornten Krone, duften nicht. Wenn man sie zerreibt, färben sie leicht, und im Spätsommer bilden sich kugelige, runzelige Früchte. Die Wurzel schmeckt sehr bitter und sendet beim Ausreißen einen starken, fast scharfen, “rauchartigen” Geruch aus, der Augen und Nase reizen kann. So verwendete man sie als Pulver mit Honig und Salz vermischt gegen Krätze, riss ganze Pflanzen aus und hängte sie im Stall auf, um Erdkobolde und Schlangen fernzuhalten.

Heilwirkung und Anwendung

Von April bis August sammelt man die oberirdischen Teile des Erdrauchs und trocknet sie rasch im Schatten oder, noch besser, im Dörrgerät als Teedroge. Mit der frischen Pflanze werden Saft, Tinktur und Sirup hergestellt.

Erdrauchkraut enthält Alkaloide (bis zu 0,1%) wie Protopin, Fumarofin, Fumasritrin, außerdem Flavonoide, Pflanzensäuren, Minerale, Cholin, Schleimstoffe und Vitamine. Die leichte Giftigkeit wirkt im Phytokomplex der Heilpflanze ausgleichend bei Krämpfen der glatten Muskulatur und bei Verdauungsstörungen.

Erdrauchauszüge regen die Gallentätigkeit an, gelten jedoch gleichzeitig als „amphicholeretisch” oder “amphoterisch”, d.h. die Droge kann sowohl den Gallenfluss fördern, als auch reduzieren. In der modernen Phytotherapie gehört Fumaria officinalis zu den leberschützenden Pflanzen, die auch im Fall von schweren Erkrankungen wie Leberzirrhose verschrieben werden. Leichte Nebenwirkungen wie Schläfrigkeit, erhöhter Augeninnendruck und Wasserstau sind nur in seltenen Fällen bekannt, man sollte Erdrauchextrakte aber nicht auf eigene Faust für längere Zeit einnehmen, sondern Rat beim Herboristen oder Apotheker einholen.

In der traditionellen Heilkräuterkunde mischte man Erdrauchkraut mit weiteren „blutreinigenden“ Pflanzen, um im Frühling Stoffwechsel und Ausscheidung anzukurbeln. Der Erdrauch leitet nicht nur aus, er wirkt auch blutverdünnend und als natürliches Antihistaminikum, was gerade im Frühling bei starkem Pollenflug hilfreich sein kann. Bemerkenswert ist außerdem, dass die anthroposophische Medizin, sowie die Traditionelle Chinesische Medizin bei Heuschnupfen als Erstes Leber und Nieren behandeln. Erdrauch wirkt gleichzeitig anregend auf unsere Ausscheidungsorgane und Drüsen, aber auch stärkend bei Überempfindlichkeit auf äußere Erreger wie Pollen, Staub oder Tierhaare und ist daher eine wertvolle, gutverträgliche Heilpflanze.

Diese innere Reinigung geht mit einer zusätzlichen, wichtigen Heilwirkung einher: Erdrauchextrakte helfen bei Hautkrankheiten wie Psoriasis, Neurodermitis und allgemein bei Ekzemen und Ausschlägen. Dabei kann man die innere Einnahme mit Bädern oder Waschungen aus konzentriertem Erdrauchtee verbinden.

Karin Mecozzi, Dipl. Herboristin

1° Incontro 25.03.2017

1. Incontro
Libera Officina di Erboristeria e Osservazione del Paesaggio
25 marzo 2017
A Treia, SABATO 25.3.2017 dalle 14.30 alle 18.00, vi invitiamo al primo incontro della Scuola “Libera Officina di Erboristeria e Osservazione del Paesaggio” a cura di Karin Mecozzi, Accademia Europea per la cultura del paesaggio PETRARCA e PaesaggioLab.
Gli incontri a cadenza periodica sono di teoria e pratica e hanno lo scopo di favorire il dialogo tra uomo, pianta medicinale e paesaggio secondo l’erboristeria classica, razionale e antroposofica. Tra gli argomenti degli incontri: osservazione di piante medicinali, spontanee in rapporto ai paesaggi secondo il metodo goetheanistico, ritmi dell’anno e ritmi della vita, principi di raccolta, essiccazione e conservazione, pratiche di estrazione e trasformazione, studio delle specie ad uso salutogenetico, medicinale, alimentare, cosmetico.
Gli incontri prevedono la partecipazione regolare e la disponibilità allo studio autonomo di testi di base. Hanno la precedenza persone con una base in scienze naturali, biologia, farmacia, medicina.
Numero masimo di 6 partecipanti.
Informazioni PER MAIL: karin.mecozzi@aruba.it
www.karinmecozzi.wordpress.com – www.petrarca.info

Raccolte primaverili , harvesting spring himself

(…)La linfa giunge nelle gemme e aumenta la formazione del meristema, cellule vegetali non ancora distinte. Il preparato erboristico che ne cattura il vigore è il macerato glicerico. Negli anni Cinquanta del secolo scorso il professor Georges Netien dell’Università di Lione in Francia approfondì il fenomeno della formazione dei tessuti delle piante in fase di accrescimento, convinto che potessero essere utili nella cura dell’uomo. Poco dopo, il medico belga Henry Pol fondò la gemmoterapia: prelevava giovani tessuti vegetali, getti, germogli, radichette, e li estraeva in alcol e glicerina. Secondo Pol i macerati glicerici contengono principi attivi particolari, adatti a stimolare le forze di guarigione nell’uomo. La gemmoterapia si avvale del particolare incontro tra forze vitali e forze plasmatrici eteriche in primavera. Scaturiscono impulsi che possono aiutare la persona nel momento in cui, ad esempio, desideri mobilitare le proprie forze per difendersi da agenti esterni o superare un’infiammazione.(…)

da Ars herbaria, Piante medicinali nel respiro dell’anno – ed. 2012 Natura e Cultura