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Primule
Verso i primi di marzo nei boschi di latifoglie dell’Appennino e delle Prealpi perdurano i colori scuri dell’inverno, i toni rigorosi del grigio e del marrone bruciato. Alberi e Arbusti sono spogli, l’aria è impregnata dall’odore della terra umida e delle foglie che si decompongono. La rinascita del regno vegetale non è ancora palese ma avventurandoci nel sottobosco il suolo si illumina di centinaia di punti di luce sulfurea: le PRIMULE spuntano dalla terra ancora addormentata con la freschezza e l’energia delle forze dell’Ariete. Le foglie oblunghe hanno una nervatura centrale chiara, sono ricche d’acqua e croccanti al gusto (sono ottime nelle insalate miste primaverili, stacchiamole con cautela per non danneggiare la rosetta!). L’infiorescenza della PRIMULA VULGARIS è saldamente attaccata al suolo e alla rosetta fogliare quasi sbocciasse dalla radice. Lo stelo della PRIMULA VERIS (o officinalis) si stacca invece dalla rosetta innalzandosi e raggiungendo dai 10 ai 20 cm. E’ la varietà che predilige prati umidi e pascoli ma è ormai rara e in alcune regioni è specie protetta. I fiori a campana di un bel giallo acceso sono riuniti a gruppi. Colpisce il gesto dell’infiorescenza: una parte di fiori guarda in alto verso il sole primaverile, l’altra si china verso il basso, la terra scura e ricca di sali minerali. Sia questo gesto, sia l’arrangiamento delle foglie a lemniscata esprimono le forze della stagione di mezzo, della primavera. Scandiscono il ritmo che accompagna il vivente nel passaggio dal sonno invernale alla produttività estiva. (…)
Le primule agiscono sugli organi del sistema ritmico: cuore e polmoni. Primula veris contiene acido salicilico nella radice, una sostanza che troviamo nelle piante come il salice, la filipendula e la betulla che crescono in ambienti umidi e freschi e nella parte superiore, nelle infiorescenze e nelle fronde esprimono la volontà di accogliere le forze di luce ed aria Le saponine, un altro principio attivo delle primule, sono sostanze “mercuriali” che portano l’ossigeno nell’elemento liquido, favoriscono i processi metabolici e hanno una forte azione espettorante. Come ulteriori sostanze portatrici di luce e vivificanti sono presenti il carotene che dà ai fiori quel giallo intenso, la vitamina C, fenoli e flavonoidi. Nella tradizione popolare si usano i fiori per tisane calmanti, contro l’emicrania e le vertigini. Si prepara un vino medicato come tonico primaverile.”
Erbe, farro & odori: la Zuppetta Verde
Giovedì Santo, in tedesco si chiama “Gründonnerstag” o “giovedì verde”, ed è questo il giorno in cui Ernestine, mia”Omi”- nonna boema, lavava con cura le erbette raccolte nel campo e metteva sul fuoco la “Zuppa alle 9 erbe” (Neun-Kräutersuppe). Sapeva di amaro, di spinacio e di molta cipolla, e noi bambini (noo, la minestrina verde…) tentatavamo in tutti i modi di evitarla!
Ne è passato del tempo, e da giovane donna, appassionata del mio primo orto biodinamico, di fitoalimurgia e delle antiche tradizioni, mi sono poi ritrovata a raccogliere anno per anno numerose specie commestibili, più o meno “infestanti” o spontanee. Fino ad oggi, è una delle mie attività preferite per iniziare bene la stagione erboristica. e la “Zuppetta verde” è per me una specie di finestra sulla primavera
Nel ricettario di Ernestine, nel suo quadernino blu, non ho trovato ricette, lei la sapeva a memoria. Feci delle ricerche in Alto Adige e in Austria, trovai molte belle ricette sulla “Zupppetta alle 9 erbe” o “Zuppetta verde”, cucinata sempre nel giorno di Giovedì santo. Il numero, il colore, le erbe amare e disintossicanti, il fuoco che la rende cremosa e ben cotta, le spezie da aggiungere, quanti significati in questo piatto, quasi alchemico. Un tempo, si sa, si onoravano i momenti particolari dell’anno. Ogni festa aveva il suo cibo, la sua erba, la sua preparazione erboristica, in ogni luogo della terra.
Raccogliendo , ogni pianta delle 9 erbette (o anche 10, 11, 12…) assume una valenza precisa, sia come aroma, sia come effetto sull’organismo. Un’erborista potrebbe scrivere un vero trattato sull’azione benefica delle specie utilizzate. Le prime rosette delle Asteraceae e delle Brassicaceae, il primo verde aglio ursino, l’ortica e la malva, qualche gemma di albero e foglia di alloro…. uniamo qui l’usanza delle 9 erbe all’ottima zuppetta di farro di Santa Hildegard, la “Dinkelsuppe”, di cui vi parlerò in una prossima occasione. Buon Giovedi verde!
Ingredienti:
- Almeno 9 specie di erbette primaverili (cicoria, tarassaco, ortica, malva, piantaggine, pratolina, grespigna, lattaiola, aglio selvatico, aglio ursino, pimpinella, borragine, calendula selvatica, finocchio selvatico, centonchio, portulaca….)
- Farro decorticato bio, macinato fino e tostato a secco
- Scalogno fresco o porro, Sedano (gambo e qualche foglia), Carota, Alloro, 1 chiodo di garofano, sale marino, olio extravergine di oliva, olio di lino
- Brodo vegetale fatto in casa, con poco sale e un po’ di zenzero
- Semi di zucca e foglioline di maggiorana fresca per guarnire
- Ricotta fresca o quark
Tostare il farro decorticato, macinato fino e lasciarlo raffreddare. Lavare le erbette più volte per eliminare terra e “ospiti”, tritarle e metterle in pentola con poco olio extravergine di oliva e sale, farla appassire, aggiungere il brodo vegetale, sedano, carota, alloro, chiodo di garofano e sale e portare ad ebollizione, deve esserci molto liquido. Prima della bollitura, versare il farro tostato nella proporzione di 1 parte di farro e 5 parti di liquido, mescolare bene per evitare grumi e far sobbollire per 40 minuti a fuoco basso. Spegnendo, condire con qualche cucchianino di olio di lino bio o olio di canapa, salare ancora, se necessario, e far riposare per mezz’ora a fuoco spento. – Prima di servire, cospargere con semi di zucca tostati e maggiorana fresca. – Ernestine metteva sui piatti un bel cucchiaio di “quark” e versava sopra la zuppetta calda.
Ars herbaria: Incontri di erboristeria e osservazione del paesaggio 2016
Primule (Primule spp.)
Verso i primi di marzo nei boschi di latifoglie dell’Appennino e delle Prealpi perdurano i colori scuri dell’inverno, i toni rigorosi del grigio e del marrone bruciato. Alberi e Arbusti sono spogli, l’aria è impregnata dall’odore della terra umida e delle foglie che si decompongono. La rinascita del regno vegetale non è ancora palese ma avventurandoci nel sottobosco il suolo si illumina di centinaia di punti di luce sulfurea: le PRIMULE spuntano dalla terra ancora addormentata con la freschezza e l’energia delle forze dell’Ariete.
Le foglie oblunghe hanno una nervatura centrale chiara, sono ricche d’acqua e croccanti al gusto (sono ottime nelle insalate miste primaverili, stacchiamole con cautela per non danneggiare la rosetta!). L’infiorescenza della PRIMULA VULGARIS è saldamente attaccata al suolo e alla rosetta fogliare quasi sbocciasse dalla radice. Lo stelo della PRIMULA VERIS (o officinalis) si stacca invece dalla rosetta innalzandosi e raggiungendo dai 10 ai 20 cm. E’ la varietà che predilige prati umidi e pascoli ma è ormai rara e in alcune regioni è specie protetta. I fiori a campana di un bel giallo acceso sono riuniti a gruppi. Colpisce il gesto dell’infiorescenza: una parte di fiori guarda in alto verso il sole primaverile, l’altra si china verso il basso, la terra scura e ricca di sali minerali. Sia questo gesto, sia l’arrangiamento delle foglie a lemniscata esprimono le forze della stagione di mezzo, della primavera. Scandiscono il ritmo che accompagna il vivente nel passaggio dal sonno invernale alla produttività estiva.
Le primule agiscono sugli organi del sistema ritmico: cuore e polmoni. Primula veris contiene acido salicilico nella radice, una sostanza che troviamo nelle piante come il salice, la filipendula e la betulla che crescono in ambienti umidi e freschi e nella parte superiore, nelle infiorescenze e nelle fronde esprimono la volontà di accogliere le forze di luce ed aria (W. Pelikan).
Le saponine, un altro principio attivo delle primule, sono sostanze “mercuriali” che portano l’ossigeno nell’elemento liquido, favoriscono i processi metabolici e hanno una forte azione espettorante.
Come ulteriori sostanze portatrici di luce e vivificanti sono presenti il carotene che dà ai fiori quel giallo intenso, la vitamina C, fenoli e flavonoidi.
Nella tradizione popolare si usano i fiori per tisane calmanti, contro l’emicrania e le vertigini. Si prepara un vino medicato come tonico primaverile.
Bagno di vapore primaverile per il viso:
Aggiungere due manciate di fiori freschi di primula e un cucchiaino di bicarbonato a un litro di acqua bollente, tenere il viso sopra il vapore per circa cinque minuti, poi risciacquare con dell’acqua fresca e applicare una crema leggera.
Erbe verdi – “Viriditas”nel piatto
Sulla depurazione in primavera con le erbette appena raccolte Hildegard von Bingen diceva: tieni pulito il fegato, il sangue, i liquidi tutti, mangia ogni giorno una manciata di foglie che raccogli di buon ora, e la buona stagione ti sarà lieta.
Candigliano (Marche)
My favourite one, the Candigliano river and his wild landscape in the first days of March. Beautiful, clean and cool water running downhill…
Cetraria islandica, una pianta antica in erboristeria
Le virtù antibiotiche e ricostituenti della cetraria o lichene islandico sono preziose proprio nei periodi di cambiamento di stagione. I talli essiccati costituiscono la “droga” erboristica. Sia la droga secca che i diversi estratti aiutano ad aumentare le difese nelle malattie infettive, maggiormente dell’apparato respiratorio. Un uso meno conosciuto eppure acclamato è l’assunzione di cetraria come estratto energetico e come pianta amara per la digestione.
Assai diffusa in Nordeuropa, i lapponi applicavano impacchi di cetraria per guarire le piaghe dei cavalli. Oggi è a rischio di estinzione in certe zone, perchè come tutti i licheni è sensibile all’inquinamento atmosferico. Accumula metalli pesanti e radioattività, consiglio quindi di comperare la droga o, ad esempio, lo sciroppo, solo da ditte che assicurano una materia prima libera da inquinanti.
Il lichene islandico incuriosisce per le sue forme bizzarre, cresce in alta quota e su terreni acidi, infatti contiene potenti acidi che gli permettono di vivere sulla nuda roccia. L’acido usnico è uno dei principi attivi antibiotici della pianta. Dal punto di vista faramcognostico è interessante considerare che insieme agli acidi, il lichene islandico contiene anche il 50% di mucillagini! Con l’azione lenitiva, questi polisaccaridi fluidificano la tosse, leniscono il mal di gola e rafforzano bronchi e polmoni.
Uso in erboristeria:
Si versano 500 ml di acqua fredda su 5g di droga, ovvero cetraria essiccata e spezzettata. Attenzione, per estrare il fitocomplesso, si dovrebbero unire alcune gocce di alcol puro, che si disperdono poi con il vapore della bevanda calda. (Non per bimbi!).
Si lascia in infusione per mezz’ora e si aggiunge del buon miele biodinamico, ad esempio di tiglio o timo, mescolando bene.Va bevuto spesso a piccoli sorsi, tenendolo un po’ in bocca per assicurare l’assimilazione delle sostanze amare.
A cucchiaini nell’arco della giornata, il macerato di cetraria dona energia all’intero organismo. In commercio si trovano, per esempio, ottimi estratti alcolici e soprattutto lo sciroppo, alleato nelle affezioni bronchiali in primavera. Rafforza l’apparato respiratorio, aiuta a combattere lo stimolo della tosse. Si prende a cucchiaini, puro, o anche diluito con acqua calda o infuso di timo.
Liberare bronchi e polmoni è il primo passo verso la bella stagione!
Olio bifase per le mani alla camomilla
Handoil – Olio bifase per le mani.
con… il mio Oleolito di Matricaria recutita (qui sotto flores, chili raccolti in podere disabitato Passo di Via Maggio, i motociclisti sanno dove è) in olio di oliva extrav. biodinamico e olio di mandorla bio, Helichrysum italicum urbanese, Idrolato di Rosa gallica autoprodotto e miscela di Oli essenziali Flora.
Risultato immediato: anche se olio si assorbe bene, la pelle delle mani è setosa e nutrita e la confezione, l’elicriso, la rosa e la camomilla si sposano nel profumo e l’innovazione è anche il contenitore.
Sposalizio di Asteraceae e rosa, da ricordare!
A band of red’s creative flame
A band of red’s creative flame
Warm exploding orange glow
Yellow’s keen and brilliant gleam
Balm of green, a lasting calm
Sky blue’s far illumined noon
Indigo’s dark soothin night
Violet’s deep, silent night
White Light
(colours. R. Steiner)