Categoria: PRATICA ERBORISTICA

Balsamo lenitivo tradizionale

Balsamo Gemme di Pioppo, lenimento tradizionale

Tra autunno e inverno la pelle risponde come può alle sollecitazioni del freddo, dell’aria secca dentro e del vento fuori. La pelle si irrita, “tira”, più esposta a herpes labiale, eritemi,screpolature, piccoli tagli. La pomata di mia nonna Ernestine, di origine dei Sudeti, conteneva solo estratto di gemme di pioppo e strutto. Ho rivisto la miscela sostituendo con 7 oleoliti vegetali dalle proprietà cicatrizzanti e antibiotiche, cera d’api e olio essenziale di elicriso.

L’unguento é ottenuto a temperature basse, si stende facilmente e dona benessere immediato lenendo anche a piccole abrasioni, foruncoli.

Il balsamo di gemme di pioppo oggi illumina il mio tavolo di lavoro, profumo di propoli vegetale, di oleoliti riempie la casa – l’estate ora é qui dentro, catturato in un lenimento speciale.

Preparazioni erboristiche

Come ogni anno è giunto il momento di aprire la scatole, i sacchi e sacchetti, le buste e le tele piene di erbe profumate, essiccate con tanta cura durante l’anno. Serviranno per miscele di tisane e doni, insieme agli oleoliti, le pomate, gli unguenti, le gocce da centauri, gli elisir di lunga vita… Le prossime settimane sentirete aromi meravigliosi tra queste righe!

Impacchi, cataplasmi, bagni

Nella cura della persona malata, non è forse l’impacco uno dei gesti più naturali, antichi e amorevoli?

Per favorire il benessere e rafforzare le difese dell’organismo proprio in questa stagione possiamo avvalerci di una serie di rimedi e applicazioni esterne. Gli impacchi, i cataplasmi e i “cerotti” vengono preparati con sostanze naturali come l’argilla, la ricotta, il limone o la cipolla, oppure con infusi, estratti di erbe e oli essenziali che aiutano a sfiammare, lenire dolori e sostenere una cura interna. Le applicazioni esterne sono poco costose, e non hanno controindicazioni se vengono eseguite con attenzione seguendo le indicazioni riportate.

Hanno effetti sorprendenti anche i bagni completi, i pediluvi, i maniluvi e le spugnature, fatti con infusi, decotti, aceto o bicarbonato.  Nei disturbi cronici debbono essere applicati con regolarità per lunghi periodi.

Nella medicina complementare le applicazioni esterne vengono eseguite o consigliate da persone esperte, e di solito accompagnano la cura interna. Non è difficile imparare a preparare impacchi o bagni in casa, ricordiamo tuttavia che in caso di sintomi acuti, febbre e dolori forti è assolutamente necessario rivolgersi al medico.

Le applicazioni esterne sono indicate per adulti e bambini a partire dagli 8 anni. Con i bambini più piccoli è importante non usare sostanze irritanti, riduciamo l’aggiunta di oli essenziali nelle applicazioni e diminuiamo i tempi delle applicazioni. Particolarmente efficaci sui bambini sono gli impacchi e cataplasmi, i bagni completi, maniluvi e pediluvi.

Le sostanze che consiglio maggiormente nella cura dei più piccoli sono:

  • l’argilla, sostanza mediatrice per eccellenza
  • oleoliti di calendula, camomilla e achillea
  • cipolla per le orecchie
  • cavolo e limoni per i bronchi e la gola
  • infusi di camomilla per le coliche

L’uso regolare di applicazioni esterne ha anche lo scopo di diminuire l’assunzione di farmaci, naturali o di sintesi. In questo modo si sviluppano forze di guarigione rafforzando l’organismo in modo durevole.(…)

Applicare impacchi e cataplasmi è un’arte antica. Molte ricette che usiamo oggi sono il frutto  dall’esperienza di molte generazioni di donne e guaritori. E’ interessantissimo conoscere le sostanze utilizzate nel mondo per i cataplasmi: dal grasso di foca degli Inuit allo strutto di maiale dei popoli nordici, ai balsami aromatici delle civiltà mediterranee e la terra cruda (insieme ai vermi) in Australia. L’intento è sempre lo stesso: apportare delle sostanze benefiche dall’esterno per ristabilire un equilibrio che è venuto a mancare. Il miglioramento avviene grazie all’azione radiante delle qualità (o forze) trasmesse dai componenti del cataplasma che entrano in risonanza con la parte lesa. Parlavo di “arte delle applicazioni” perché capire quali sono le sostanze giuste per un disturbo e saperle stendere nel modo migliore sulla parte dolorante richiede, nella mia esperienza, della pazienza (nello scegliere la sostanza giusta) e sensibilità (per la situazione del malato).

Da “Ars herbaria, piante medicinali nel respiro dell’anno”, Natura e Cultura Editrice, Savona, 2012 (in ristampa: primavera 2019)

 

 

 

 

 

 

 

 

RACCOGLIERE ERBE anche in autunno

Cosa sono le cosiddette erbe di campo?

Estratto dal modulo primaverile sull’erboristeria pratica e alimentare

  • Specie di piante annuali o pluriennali di diverse famiglia: asteraceae malvaceae, brassicaceae, liliaceae, ecc.
  • Oltre ai nomi botanici in latino hanno nomi popolari (GRUGNI, CACCIALEPRE, PISCIALETTO, ASPRAGGINE) che esprimono attraverso il suono o l’immagine il loro significato in cucina o come rimedio popolare. I nomi variano secondo i luoghi e le regioni.
  • Le piante del primo periodo sono spesso a forma di rosetta, perché riformandosi dalla radice creano delle cosiddette ROSETTE BASALI. Più avanti la pianta si innalza sul fusto e va verso il fiore.
  • Spuntano nel periodo tra fine febbraio e inizio aprile, alcune sono commestibili per tutta la stagione vegetativa, altre no. Molte specie ricompaiono in autunno, con le piogge.

 Come si raccolgono e conservano?

  • Si raccolgono lontane da fonti di inquinamento,
  • in giorni intorno alla luna piena hanno più succhi,
  • intorno alla luna nuova sono più amare e hanno più profumo.
  • Si mondano togliendo foglie secche, terra e insetti e si conservano meglio insieme alla radice in sacchetti di carta o tela o scodelle di ceramica o vetro con un panno umido senza lavarle.

Come si usano?

  • In cucina: fresche, cotte, stufate, in frittata, come condimento e per decorazione
  • In fitoterapia: come pianta medicinale per uso interno ed esterno (mai “fai da te”! rivolgiti al tuo erborista di fiducia e al medico in caso di malattia)
  • In cosmesi: come pianta cosmetica, per lozioni, oleoliti, impacchi

 Cosa raccogliamo

  • Le FOGLIE delle prime erbe ad uso alimentare (“erbe mangerecce”), tra cui cicoria, tarassaco, ortica, malva, radicchio selvatico, valerianella, pimpinella, (sanguisorba minor), margheritina (bellis perennis), specie della famiglia delle asteraceae che formano rosette basali che hanno nomi locali (“aspraggine”, “girasole”, “pimpinella”, “recchie di lepre”, “lattaiola”, “caccialepre” e molte altre. Spesso le denominazioni locali non corrispondono ai nomi botanici (es. pimpinella) e variano molto da zona a zona.
  • I FIORI come violetta, bellis, prugnolo, calendula selvatica, tarassaco, sambuco, primula veris, per condire e guarnire ma anche per trasformarli in sciroppi, liquori, unguenti.
  • I FUSTI
  • I TURIONI (asparagi)
  • I BULBI (lampascione)
  • le gemme

Come agiscono sull’organismo dell’uomo*

Azione“depurativa” dell’organismo (eliminazione tossine)

  • colagoga
  • diuretica
  • stimolante dei processi metabolici
  • mettono appetito in convalescenza o periodi di stress
  • aiutano l’assimilazione delle sostanze nutritive (ferro..)
  • hanno enzimi per la digestione dei grassi
  • rafforzano polmoni, stomaco e milza
  • drenano fegato e reni
  • migliorano la viscosità del sangue
  • fegato importante x sistema ormonale, la coagulazione, termoregolazione, umore!!
  • e quindi sono…antidepressive!

 Le piante spontanee commestibili solitamente fanno parte dei cosiddetti AMARI TONICI In generale le piante amare aromatiche agiscono sulla digestione, sulla pelle e gli organi emuntori,sul sistema nervoso e sensoriale.

 Cosa contengono:

vitamine (in particolare A e C), proteine, minerali, oligoelementi, clorofilla, mucillagini, acidi organici, enzimi, zuccheri. Come per le piante medicinali, ogni erba selvatica possiede il proprio particolare fitocomplesso, ovvero una combinazione di sostanze attive che ne caratterizza l’azione sugli organi emuntori (pelle, reni, fegato, intestino) in primavera.

KARIN MECOZZI, erborista www.karinmecozzi.com

  • Bibliografia: Karin Mecozzi, Ars herbaria, piante medicinali nel respiro dell’anno. Editrice Natura e Cultura, 2012 – Atlante dei prodotti tipici “Le erbe” di Picchi e Pierroni, Agra Editrice, 2005
  • Fabio Taffetani: Rugni, speragne e crispigne, 2005, (Fondazione cassa di risparmio della Prov. di MC)

* le indicazioni sull’organismo NON sostituiscono la diagnosi medica. Se usate le erbe di campo con parsimonia, come alimenti, sono adatte a grandi e piccini. In caso di malattie croniche o acute, no al “Fai da te”, qundi non usatele come rimedi senza chiedere consiglio alla vostra erborista e al vostro medico di fiducia. Le erbe dicono grazie!

Armbad im Sommer, für mehr Konzentration

Rezept: Rosmarinarmbad für die Konzentration

Zwei Handvoll frische Rosmarinzweige, eine Handvoll Basilikumblätter, 1 Zweig Zitronenverbene (sonst etwas Zitronenschale frisch) * 20 Tropfen Lavendel hybrid Äth. Öl mit etwas Essig und 1 Löffel Olivenöl vermengen * Kräuter mit 5 l kochendem Wasser überbrühen, 15 Minuten ziehen lassen, abseihen, vermisches Lavendelöl dazugeben, gut verrühren, abkühlen lassen.

Das Armbad soll lauwarm sein, Unterarme bis über die Ellenbogen eintauchen, 3-5 Minuten baden, nicht abtrocknen, sondern energisch einreiben, z.B. meiner Verbenenlotion mit sizilianischer Zitrone und Honigkleeöl.
Macht fit! Außer Abands, kann man das armbad beliebig wiederholen

 

Preparare un oleolito da pianta fresca

Preparazione di un oleolito, ricetta tradizionale semplice

tratta da “Ars Herbaria, le piante medicinali nel respiro dell’anno”, Karin Mecozzi, Ed. Natura e Cultura

“Si raccoglie la pianta officinale prescelta in giorni di ARIA/LUCE o CALORE secondo il calendario biodinamico, rispettando prima di tutto il tempo balsamico della pianta. Si taglia finemente la droga fresca, si riempie a metà un barattolo di vetro coprendo con olio di oliva extravergine biologico o biodinamico o altri oli vegetali, secondo la pianta da estrarre e l’uso finale. E’ importante usare dell’olio di qualità, altrimenti, insieme alla pianta, si estraggono anche i residui di fitofarmaci e pesticidi.

Per ottenere un oleolito delicato si miscelano olio di oliva e olio di mandorle spremuti a freddo (1:1), e per uso cosmetico, per preparare pomate, creme, lozioni, aggiungo sempre dell’olio di jojoba o di avocado, olio di canapa e un cucchiaio di olio di germe di grano.

In questo modo l’oleolito risulterà particolarmente fluido e delicato, sarà facile da stendere. Gli oleoliti con oli leggeri nutrono in profondità trasmettendo le proprietà benefiche, di calore e protezione delle piante spremute. Si mette il barattolo in un pentolino d’acqua e si scalda a bagnomaria senza chiudere, portando l’olio a 60°C. Si rimesta delicatamente con un cucchiaio di legno e si lascia raffreddare lentamente nel pentolino d’acqua calda, poi si chiude bene e si ripone in un luogo caldo per quattro settimane, scuotendo ogni giorno per mescolare olio e pianta. Per estrarre meglio, nei primi giorni si può riscaldare il recipiente facendo attenzione che l’olio questa volta non superi la temperatura di 35°C.

Nel caso dell’iperico si espone al sole per tre giorni (finchè si colora di rosso!). Passato il tempo di macerazione si porta l’oleolito ancora una volta a 35°C e si filtra (si possono usare i filtri per il caffè americano, altrimenti chiedete in farmacia dell’apposita carta da filtro) premendo leggermente la parte erbacea. Si versa in bottigliette di vetro scuro riempendole fino all’orlo, si chiude bene e si conserva al buio. In alcuni oleoliti da pianta fresca può formarsi un fondo o anche delle velature. Se le piante non sono state raccolte dopo la pioggia e la preparazione è avvenuta correttamente, un eventuale fondo è dovuto alla decantazione di parti vegetali non filtrate. Secondo la mia esperienza non intacca le proprietà. Per escludere ogni rischio si può ripetere il filtraggio.

Come per le tinture, gli oleoliti “maturano” nel tempo. Prima di usarli si aspettano tre mesi. Dopo otto mesi, in genere, un oleolito è perfetto e si sente dal profumo e da come si stende sulla cute. Si conserva in media per due anni nella bottiglia piena.   

Ragni, punture e… pronti rimedi

Punta da un ragno – attenzione quando raccogliete in calzoncini corti (per prendere un po’ di tintarella).

Sono stata morsa/punta, credo da un ragno, mentre raccoglievo iperico e meliloto. Il morso di 1 mm, si arrossa subito, ma solo alla sera il rossore si estende a quasi tutto il polpaccio, si gonfia, prude, per fortuna non molto. Alla mattina il rosso è bluastro, e io mi preoccupo, fa anche male l’intera gamba. Chiedo consiglio al medico, all’omeopata (entrambi non dove abito), vado in farmacia dove mi consigliano un trattamento antibiotico.
Ed ecco che posso mettere alla prova le mie tinture. In un flacone mescolo tinture di piantaggine, echinanea, calendula, hamamelis e idrolato di lavanda, uso come diluente una tisana terapeutica (olto concentrata) di calendula e piantagine fresca, imbevo una garza di cotone e applico al polpaccio, coprendo con strati di cotone e una benda.
Prendo per via interna Ledum palustre come consigliato dal medico e 150 gocce delle mie tinture in 1 litro d’acqua durante la giornata. Resto un po’ a riposo (niente raccolte).
Il giorno dopo, vedo un netto miglioramento, dopo 3 giorni il rossore, gonfiore, dolore, tutto sparito! Oggi si vede ancora il foro del morso e qualche puntino.

Scrivo di questa cosa perchè sono contenta di aver risolto, e sono certa che sia soprattutto merito degli impacchi. Le tinture di pianta fresca, da specie spontanee, hanno aiutato a lenire immediatamente, meravigliosa l’azione della TM Plantago lanceolata, preparata un mese fa.

Fate attenzione quando raccogliete, mettetevi pantaloni lunghi e, se ci sono zecche, usate uno spray a base di oli essenziali concentrati. I morsi di insetto, le punture possono causare dolore, febbre, reazioni allergiche, degenerazione dei tessuti, infezioni. Possono essere trattati benissmo con la fitoterapia, esterna e interna, ma solo su consiglio dell’esperto erborista, dopo aver mostrato il morso, la puntura al medico.
D’adesso in poi, la tintura di Plantago sarà sempre con me, come rimedio esterno e interno di pronto soccorso, durante le raccolte in zone “selvagge”.

Plantago, orma dell’uomo bianco

Raccolta

di Plantago lanceolata, foglie e gemme florali per la preparazione di un tonico composto, che conterrà diverse specie corroboranti, amare e aromatiche. La piantaggine, chiamata orma dell’uomo bianco quando dall’Europa giunse in America, é ricca di minerali, clorofilla, tannini. Preziosa per l’aucubina, un antibiotico naturale, aiuta ad affrontare abbassamenti del sistema immunitario, nelle influenze e se si soffre di allergie. Non vi ricordano forse delle lance, le belle foglie nervate, o perfino degli scudi?

Con il restante bottino preparerò lo sciroppo per la tosse, alla prossima, quindi…..

Donne …. con il ciclo, tante cose da fare e poca energia: ho sperimentato la bevanda al ROSMARINO, da portare anche in viaggio e in studio.

Che cosa succederebbe se un coccodrillo bussasse alla vostra porta chiedendo un po’ di rosmarino?
(Gianni Rodari)

TONICO “sprint” al rosmarino (Rosmarinus officinalis L.)

Ricetta davvero efficace per donne al lavoro che, durante il ciclo mestruale, soffrono di bassa pressione sanguigna, giramenti di testa o nausea. E per i signori uomini? L’infuso concentrato rinvigorisce, asciuga, depura, mentre il suo idrolato è un ingrediente fondamentale quando preparo l’acqua di colonia naturale dopo barba.

Ecco dunque il TONICO veloce, da bere tra le 9.00 e le 11.30 del mattina:

500 ml di acqua possibilmente poco calcarea,  2 cucchiai da tavola di Rosmarinus officinalis TINTURA MADRE, 2 cucchiai da tavola di miele biodinamico (meglio di castagno). Porta l’acqua a poco prima dell’ebollizione (compaiono le prime bollicine sul fondo della pentola), spegni. Versa la tintura madre di rosmarino di ottima qualità in un thermos, versa l’acqua calda e aggiungi il miele mescolando con cura. Sorseggia il tonico nell’arco della mattinata. L’effetto è sbaldorditivo, diminuisce il bisogno di bere caffè.

Anche il ROSMARINO FRESCO è tonificante: aggiungi dei rametti ai tuoi piatti di verdure, alla carne bianca, al pesce e ai legumi. Ricordati di essiccare qualche ramo quando è in fiore, l’infuso di rosmarino è utile in caso di cali di pressione, cefalea, digestione lenta, raffreddore. Aiuta ad essere desti e presenti, riscalda dall’interno e, con il suo olio essenziale, purifica gli ambienti di lavoro e di studio.

 

 

 

Frittata dello Scarzito

Oggi a Sefro, paese dell’Alta Valle del Potenza, ho colto l’occasione per prendermi un bel sacchetto di ortiche fresche, lungo il torrente Scarzito, nelle “Canapine”, gli orti un po’ trascurati appena fuori il paese. Ortiche fragranti, unite a uova, latte e spezie, tra cui lo zafferano della Valle del Nera. Ottima!

3 uova intere
latte quanto basta per montarle
sale, noce moscata, 4 stimmi di zafferano


tre manciate di ortica fresca, appena saltata con porro o cipolla in olio di oliva evo.
Saltare l’ortica, aggiungere le uova sbattute nel latte (di mucca o di cereali) unendo le spezie. Dorare da entrambe i lati e servire ben calda (o fredda per il picnic) con insalata mista e riso rosso.