Cosa intendiamo per “paesaggio”
Vivendo nei pressi di Urbino* mi capita spesso di notare dei visitatori che, indicando l’incantevole vista dal Palazzo Ducale, esclamano: “Guardate che bel paesaggio… !”. In Italia, il paesaggio è spesso sinonimo di panorami suggestivi con vedute su colline e romantici borghi, ed anche di quel territorio di cui si debbono occupare Stato ed enti. Invece, il paesaggio in senso lato è molto più di un bel panorama, e tutti noi siamo partecipi della sua salute ed evoluzione!
* Nota: Nelle Marche, più specificamente nella provincia di Pesaro e Urbino, la cittadina rinascimentale di Urbino conserva uno dei più bei centri storici d’Italia. Edificato in gran parte sotto i duchi di Montefeltro, il centro di Urbino comprende una cattedrale e diverse chiese ed oratori, il ghetto con la sinagoga, una fortezza ed innumerevoli vicoli e scorci che considero imperdibili! Grazie al sostegno della Unesco che ha dichiarato Urbino patrimonio dell’umanità, la città mostra al visitatori come si possa costruire in sintonia con il genius loci: dai colli in pieno centro si ammirano valli e colline, fiumi e piccoli centri abitati che accompagnano lo sguardo verso la Toscana e l’Umbria, in un susseguirsi di sfumature azzurre e verdi.
Per entrare in un dialogo vero con il paesaggio che ci circonda, con il paesaggio esteriore, consideriamone anche le qualità interiori, rivolgiamoci cioè anche al paesaggio che nello stesso tempo vive dentro di noi. Solitamente la nostra immagine interiore di paesaggio affiora, quando un luogo ci tocca particolarmente, quando ci stimola a riflettere o ricordare, oppure ci chiama ad intervenire. L’aspetto interiore del paesaggio è l’incontro tra l’impressione che riceviamo dall’esterno e ciò che avviene nella nostra interiorità: pensieri e giudizi, sensazioni ed emozioni, impulsi ad agire e desiderio di comunicare con gli altri…, ma è costituito anche dai nostri ricordi, quando richiamiamo alla memoria delle immagini dei luoghi della nostra vita e le confrontiamo con quel che ci circonda.
Nel nostro percorso entrambe le qualità del paesaggio, quella esteriore e quella interiore, si incontrano in noi grazie ad una percezione del “vivente”*, che si orienta ai dettagli e all’insieme avvalendosi di strumenti fenomenologici ed artistici. Ne scaturiscono aspetti nuovi che danno valore al paesaggio e alle piante, ma anche a noi stessi che li sperimentiamo in maniera così responsabile e diretta.
“In accordo con la Convenzione Europea sul paesaggio del Consiglio d’Europa possiamo definire il paesaggio un insieme in cui gli aspetti naturali e culturali di un territorio confluiscono in un’atmosfera caratteristica. L’identità dei paesaggi si manifesta nel momento in cui si considera la loro storia come una biografia fortemente legata alla vita degli uomini che vi abitano. Il paesaggio è la natura così come è percepita dall’uomo attraverso i sensi. Ciò che l’uomo pensa di un paesaggio, influisce sulla maniera in cui lo percepisce e lo plasma.
Il grado di sviluppo in cui si trova un paesaggio esprime il livello di consapevolezza degli uomini. Il paesaggio è un “processo” in divenire, un dialogo tra uomo e natura. Nella loro eterogeneità, i paesaggi europei esprimono le diverse condizioni naturali ma anche il rapporto tra uomo e natura. Il paesaggio comprende ambienti naturali, fiumi, laghi, foreste e parchi, ma anche zone destinate all’agricoltura, alla silvicoltura, all’orticoltura. Fanno parte del paesaggio le reti stradali, le aree abitate e le città, le zone industriali e artigianali.
I paesaggi europei stanno subendo delle trasformazioni evidenti che oggi costituiscono una sfida per la coscienza dell’uomo e il suo senso di responsabilità. Lo stile di vita dell’uomo moderno si è emancipato dall’unione innata che lo legava alla natura in passato. L’urbanizzazione aumenta e continua la fuga dalle campagne; i villaggi sono in abbandono, le strutture in degrado, trascurate. Nelle zone rurali nascono cosiddette “aree protette” e “riserve”, dalle quali, tuttavia, l’uomo viene allontanato. (…) Le esigenze del paesaggio non vengono più rispettate, e in molti casi il rapporto tra uomo ed ambiente non è in equilibrio. Come risposta a queste tendenze, in molti ambiti sociali nasce l’esigenza dello sviluppo sostenibile, che si impegna nella gestione rispettosa dei paesaggi tipici regionali e di una vera e propria cultura del paesaggio, attraverso la quale il rapporto dei cittadini con il proprio paesaggio possa evolversi in senso costruttivo. (…)
Il futuro della Terra si basa sull’accordo e sulla fiducia reciproca tra uomo e natura, e l’uomo ha bisogno di nuove capacità percettive per conoscere le connessioni che caratterizzano il suo rapporto con essa. Sempre più dovrà imparare ad essere partecipe dei processi naturali, sostenendoli nella loro evoluzione e nella loro interezza.
Tratto dalla carta costituzionale della
Accademia Europea per la cultura del paesaggio PETRARCA