Artemisia vulgaris L., pianta perenne molto diffusa ha foglie dentellate, lamine inferiori argentate e piccoli fiori dal profumo aromatico.
E’ la pianta di Artemide, la divinità greca che governava selve e foreste. L’artemisia ha una lunga tradizione come erba magica per la fertilità delle donne e per il parto.
Nel medioevo si bruciavano grossi mazzi per allontanare la peste e gli spiriti maligni.
Nella medicina tradizionale cinese si usa la “moxa”, rotoli di foglie di artemisia che vengono bruciati lungo i meridiani e sui punti energetici. L’infuso di fiori e foglie di artemisia migliora la digestione, in particolare dei grassi. Con le foglie essiccate si condiscono arrosti e grigliate.
Secondo Santa Ildegarda da Bingen il “vino medicato” (enolito) di artemisia riscalda lo stomaco e cura l’intestino. 5 rametti fioriti di artemisia e tre chiodi di garofano vengono messi a macerare in 1 litro di vino rosso per 4 settimane. Si filtra e si riscalda a bagnomaria mescolandovi 3 cucchiai di miele di castagno. Mezzo bicchierino dell’enolito prima dei pasti migliora l’appetito e favorisce l’assorbimento del ferro nell’anemia.
La droga (sommità fiorite) è controindicata per chi soffre di allergia alle Asteraceae (composite) e in gravidanza. Sono edibili, invece, i giovani getti e le foglie tenere, aggiunte alle insalate primaverili, senza controindicazioni se aggiunte con parsimonia. L’artemisia è anche una delle piante medicinali più indicate nella cura dei disturbi alimentari.
In cammino, una manciata di foglie pestate, applicate su una vescica o una piccola ferita, aiutano a sgonfiare e sfiammare, per raggiungere la meta.
Buona continuazione di ottobre!
Mugwort – Beifuss – Artemisia