Spontaneo in molte regioni d’Europa, il GUADO (Isatis tinctoria) cresce nei luoghi sassosi, calcarei e lungo strade e sentieri. Ha foglie astate e fiori giallo zolfo riuniti in corimbi. Le proprietà tintorie e medicinali del guado sono note fin da epoche remote.
Galeno elogiava le sue proprietà disinfettanti e antiscorbutiche.
Plinio raccontava dei bretoni che si dipingevano di blu per intimorire gli avversari.
Il pigmento veniva estratto dalle foglie con lunghe tecniche di macerazione, fermentazione e decantazione.
Nel rinascimento il blu di guado era utilizzato da artisti come Piero della Francesca, per dipingere e decorare arazzi e stoffe.
In centro Italia sono state ritrovate molte macine di pietra che servivano alla produzione del guado.
Il guado scompare all’arrivo dell’INDACO, importato dall’India e dal Sudamerica e molto meno costoso. Oggi il guado sta tornando alla ribalta: alcune aziende italiane lo usano per tingere lane pregiate e jeans ecologici, e il suo colore delicato – azzurro cielo – resta di un’ineguagliabile bellezza, anche quando sbiadisce.
(pubblicato su Calendario Barbanera “Le piante tessili e tintoree”, Karin Mecozzi 2013)