Il nome del timo, nota pianta officinale mediterranea, proviene dal greco “thymos”, coraggio. Thymus vulgaris è un suffrutice tappezzante della famiglia delle Lamiaceae e cresce spontaneo nell’Italia centro-meridionale come anche in altri paesi dal clima mite. Ha foglie ovali, ricche di ghiandole oleifere, e forma cuscinetti fitti e profumati, ben radicate. Osservando i luoghi in cui cresce, aridi e sassosi, si rimane ammirati dalla loro tenacia e longevità. Una volta piantato in giardino, il timo resiste per molti anni attirando le api, preziose amiche, farfalle colorate e bombi.
I rametti di timo con i fiori rosei e bianchi (la droga consiste nelle “sommità fiorite” e nelle foglie) si raccolgono in aprile, maggio, si possono essiccare a mazzetti, appesi a testa in giù in un luogo ventilato, oppure nell’essicatorio. A casa nostra, i mazzetti di timo rosso e serpillo, santoreggia e salvia non mancano mai, sono appesi in cucina, in soffitta, nella dispensa e in bagno.
I diversi tipi di timo, secondo il chemiotipo, emanano una fragranza secca, dall’aromatico al pungente, dal colore trasparente al rosso rubino. Tra i diversi chemiotipi conosciamo il timo rosso (ct.timolo) che viene usato sia a scopo medicinale e il timo bianco (ct. linalolo), più blando, indicato come olio essenziale nei diffusori da camera per i più piccoli insieme a mandarino, arancio dolce e cajeput.
L’intera pianta di timo è permeata dall’olio essenziale, fino alla radice, dove si confonde con l’odore della terra magra su cui cresce. E’ anche ricca di tannini e flavonoidi e la droga di timo, le foglie e i fiori, possono aumentare le difese immunitarie. Dal punto di vista fitoterapico, due sono secondo me gli aspetti interessanti e più insoliti (a parte l’azione balsamica) che forse non tutti conosono: Thymus vulgaris è indicato nell’anemia (aiuta il fegato nell’assimilazione del ferro e nell’emopoiesi) e come disinfettante intestinale, ad esempio nelle forme parainfluenzali, con diarrea, meteorismi e nausea.
L’uso officinale e balsamico è antichissimo: da foglie e fiori si ottiene l’olio essenziale dalle proprietà fortemente antivirali, antisettiche. Si usa con parsimonia e solo per via esterna. L. o.e. di timo può essere diluito nel miele, nel latte o nell’aceto di mele e aggiunto all’acqua per pulire e disinfettare superfici e pavimenti, mobili di legno (antitarme) e armadi.
E’ anche un ottimo antifungino per il “piede da atleta”.
L’inalazione dell’olio essenziale, va detto, non è priva di rischi, talmente è forte. L’olio non deve venire mai a contatto con le mucose. Per l’uso (esclusivamente!) esterno si aggiungono 1,2 gocce a “liquidi vettori” come infusi, decotti (su prescrizione dell’erborista), acqua e bicarbonato , acqua e sapone naturale, per suffimigi e lavande.
Come dicevo sopra, per bambini è preferibile procurarsi l’essenza di timo bianco, meno forte ma sempre antisettica.
Le foglie di timo essiccate e triturate al momento danno una nota calda e piccante ai nostri piatti. Insieme all’orginano, alla santoreggia, al rosmarino e al basilico, il timo è una spezia “di base” per digerire meglio cibi proteici come carne e pesce e legumi, i latticini freschi (ottimo sulla mozzarella fresca) e per rendere più amabile e particolare la nostra salsa di pomodoro. Il timo è da provare nei sughi ai funghi e …. semplicemente su una bruschetta con dell’olio di oliva extravergine biodinamico – aromi mediterranei celestiali!