Memore di epoche lontanissime, oggi l’equiseto che conosciamo è minuscolo in confronto ai veri e propri alberi della preistoria. Questa specie cresce in luoghi umidi, nella vegetazione rigogliosa, impregnata di acqua. Eppure, l’equiseto maggiore appare filiforme, elegante, ben dritto e un po’ ruvido al tatto. Il suo verde è opaco e, meraviglia, non sbiadisce con l’essicazione. L’oleolito (macerazione oleosa di entrambe le piante) di equiseto e Hedera helix , l’edera comune, è un buon rimedio esterno per la ritenzione idrica su gambe e cosce, migliora l’aspetto della cute e tonifica. Si raccolgono le fronde di equisetoe le foglie di edera prima di luglio, ben asciutte, e si mettono a macerare in buon olio di oliva e sesamo (1:1) a strati, alternando le due piante, per 4 settimane in un luogo caldo. Pressare, filtrare, e conservare in bottigliette scure. Per un massaggio quotidiano in caso di cellulite, aggiungere qualche goccia di olio essenziale di limone o arancio amaro.