Indagare sull’insieme di un paesaggio: genius loci
“Nullus locus sine genio est!” (Nessun luogo è senza un Genio) sostiene Servio Mario Onorato (IV sec. d.C.) nei Commenti all’Eneide di Virgilio. Nell’antica religione romana il genius loci era un’entità soprannaturale che governa il luogo che si imprimeva sul suo aspetto e sull’agire dei suoi abitanti. Oggi, nel linguaggio dei paesaggisti, architetti ed artisti il “genius loci” è un concetto che riassume il carattere tipico di un luogo, la sua essenza con le particolari atmosfere, l’architettura e le tradizioni ma anche le relazioni che intercorrono tra uomo, mondo animale, piante e terra.
Il paesaggio (e il suo “genius loci”) influenza tutti gli esseri viventi che vi abitano. Se desideriamo conoscere meglio delle piante a scopo erboristico, secondo la mia esperienza, è necessario partire dall’idea dell’insieme nel paesaggio. Come abbiamo detto: un paesaggio (una pianta medicinale) non è la somma dei suoi componenti ma rappresenta un’unico insieme.
Invece di fermarci alla sola conoscenza tecnica e botanica, proviamo a scoprire anche le particolarità delle piante officinali, magari in un certo luogo o periodo, guardiamo alla loro relazione con altre piante o altri esseri, al legame con l’uomo, anche dal punto di vista storico.
In questo modo possiamo iniziare a comprendere la vocazione di un paesaggio e di certe specie di nostro interesse, vocazione che può manifestarsi nella vita come azione terapeutica.