Preparazione di un oleolito, ricetta tradizionale semplice
tratta da “Ars Herbaria, le piante medicinali nel respiro dell’anno”, Karin Mecozzi, Ed. Natura e Cultura
“Si raccoglie la pianta officinale prescelta in giorni di ARIA/LUCE o CALORE secondo il calendario biodinamico, rispettando prima di tutto il tempo balsamico della pianta. Si taglia finemente la droga fresca, si riempie a metà un barattolo di vetro coprendo con olio di oliva extravergine biologico o biodinamico o altri oli vegetali, secondo la pianta da estrarre e l’uso finale. E’ importante usare dell’olio di qualità, altrimenti, insieme alla pianta, si estraggono anche i residui di fitofarmaci e pesticidi.
Per ottenere un oleolito delicato si miscelano olio di oliva e olio di mandorle spremuti a freddo (1:1), e per uso cosmetico, per preparare pomate, creme, lozioni, aggiungo sempre dell’olio di jojoba o di avocado, olio di canapa e un cucchiaio di olio di germe di grano.
In questo modo l’oleolito risulterà particolarmente fluido e delicato, sarà facile da stendere. Gli oleoliti con oli leggeri nutrono in profondità trasmettendo le proprietà benefiche, di calore e protezione delle piante spremute. Si mette il barattolo in un pentolino d’acqua e si scalda a bagnomaria senza chiudere, portando l’olio a 60°C. Si rimesta delicatamente con un cucchiaio di legno e si lascia raffreddare lentamente nel pentolino d’acqua calda, poi si chiude bene e si ripone in un luogo caldo per quattro settimane, scuotendo ogni giorno per mescolare olio e pianta. Per estrarre meglio, nei primi giorni si può riscaldare il recipiente facendo attenzione che l’olio questa volta non superi la temperatura di 35°C.
Nel caso dell’iperico si espone al sole per tre giorni (finchè si colora di rosso!). Passato il tempo di macerazione si porta l’oleolito ancora una volta a 35°C e si filtra (si possono usare i filtri per il caffè americano, altrimenti chiedete in farmacia dell’apposita carta da filtro) premendo leggermente la parte erbacea. Si versa in bottigliette di vetro scuro riempendole fino all’orlo, si chiude bene e si conserva al buio. In alcuni oleoliti da pianta fresca può formarsi un fondo o anche delle velature. Se le piante non sono state raccolte dopo la pioggia e la preparazione è avvenuta correttamente, un eventuale fondo è dovuto alla decantazione di parti vegetali non filtrate. Secondo la mia esperienza non intacca le proprietà. Per escludere ogni rischio si può ripetere il filtraggio.
Come per le tinture, gli oleoliti “maturano” nel tempo. Prima di usarli si aspettano tre mesi. Dopo otto mesi, in genere, un oleolito è perfetto e si sente dal profumo e da come si stende sulla cute. Si conserva in media per due anni nella bottiglia piena.