Tra le piante arboree che amano il clima caldo e l’aria salina delle coste mediterranee, il carrubo (Ceratonia siliquastra L.) con i suoi frutti accompagna l’uomo da tempi remoti. E’ un albero di media grandezza, sempreverde, dai fiori attaccati direttamente al tronco e ai rami. Appartiene alla famiglia delle Caesalpinaceae ed è diffuso al Sud Italia. Gli esemplari più a nord si trovano in Toscana, sull’Argentario e sul Carso, Trieste.
L’albero di carrube necessita di poca acqua e cresce anche su terreni molto poveri. I frutti, le carrube, sono lunghi legumi appiattiti, color marrone violaceo. Contengono saccarosio, pectine, tannini e carrubina, sono lenitivi per l’apparato digerente e fermano il vomito dei lattanti. La farina di carrube è consigliata ai diabetici, non ha glutine. Esercita un’azione lenitiva sull’intestino, possiamo considerarla un prebiotico poiché favorisce l’equilibrio della flora intestinale.
Con la polpa di carruba, tostata e macinata si ottiene una polvere dal sapore simile al cacao che serve ad aromatizzare dolci e budini o come bevanda istantanea, priva di caffeina e ottima di sapore. Dai semi si estrae la “gomma di carrubo”, un buon addensante naturale (E 410). I semi sono duri, bruni e liscisssimi, belli da vedere e toccare. Hanno un uso storico singolare: gli arabi li usavano per pesare oro e diamanti, poiché hanno un peso costante – la parola “carato” deriva infatti dal nome arabo del carrubo!
-> Trovi un’accurata descrizione botanica con immagini e indicazioni sull’utlilizzo e particolarità della specie su http://www.floraitaliae.actaplantarum.org/viewtopic.php?t=9867
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