Uno dei primi passi verso una conoscenza approfondita delle piante e del paesaggio è sviluppare la propria percezione. L’obiettivo è rendere creativi dinamici il nostro pensare, sentire e volere per conoscerle, amarle e impiegarle ogni giorno come fedeli compagne.
1. Porsi delle domande …ed essere curiosi
“Possiamo comprendere una pianta solo se nutriamo un senso di ammirazione, di stupore di fronte ad essa.” Johann Wolfgang von Goethe
Nella conoscenza delle piante officinali valgono gli stessi criteri del lavoro nel paesaggio: ci avvaliamo di diversi strumenti percettivi che servono a conoscere le piante e il loro ambiente dall’esterno, e nel medesimo tempo dedichiamo attenzione a quanto avviene dentro di noi – riflessioni, domande, sensazioni o impulsi, preconcetti. Ampliare la conoscenza della natura significa, innanzitutto, non avere pregiudizi nei confronti di una pianta e di un luogo. E non dare nulla per scontato. Nel primo approccio con una specie, l’esercizio migliore è fingere di non sapere assolutamente niente, di non avere alcuna nozione di botanica, biologia o ecologia, addirittura di non sapere nemmeno cosa sia una pianta in generale. In questo modo passiamo a una percezione più ampia e libera della pianta, che farà sorgere in noi molte domande.
Quali sono, dunque, le domande che sorgono in noi di fronte alla pianta? Che cosa cattura la nostra attenzione, la nostra curiosità, osservandola? Se non assecondiamo l’impulso di voler giungere subito a delle conclusioni mediante dei concetti, resteremo stupefatti della nostra stessa capacità di percepire la pianta, cogliendo da soli importanti aspetti che conducono alla sua conoscenza. Partire dalle domande genererà in noi la giusta curiosità, la quale ci renderà attivi e presenti nella nostra ricerca. Un’indagine ampliata in questo senso potrà essere supportata da conoscenze e strumenti della scienza naturale moderna.