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“Erbe d’estate” sugli Altipiani Plestini (PG)

Con grande piacere pubblico la locandina di un’iniziativa nata nel Parco di Colfiorito, in provincia di Perugia:

25 giugno, ore 8.00: laboratorio di osservazione delle piante tipiche della stagione e preparazione di estratti (oleoliti), presentazione del libro “Ass herbaria, piante medicinali nel respiro dell’anno” edito da Natura e Cultura e scritto da Karin Mecozzi.

Per partecipare al laboratorio o ricevere informazioni, inviare una mail a karin.mecozzi@aruba.it o a parcocolfiorito@tiscali.it

 

26 – 28.5.2017 “VIS NATURAE”

Tomorrow we will start with our new course, “Vis naturae”, in our beloved Monastero di Fonte Avellana, Marche. Are you ready to know how stems and leafs relate to our heart, blood and breathe? Sun will shine over Monte Catria and we will enjoy his endless forests together.

Monastero della Santa Croce di Fonte Avellana
Marche, Italy

Visciole essiccate per reni e cuore

Il visciolo o ciliegio acido (Prunus cerasus var. austera) della famiglia delle Rosaceae, è un alberello dall’aspetto gioioso che cresce spontaneo nei terreni calcarei delle zone temperate. E’ coltivato da secoli, riproducendolo per seme. La corteccia argentata  viene usata per tingere lana e seta, ottenendo colorazioni durature dal grigio-verde al marrone, il legno rosato serve per oggetti decorativi e piccoli mobili.

La preparazione di visciole più famosa è un vino liquoroso chiamato “visner”, ottimo con i biscotti secchi a fine pasto. Con le visciole si confezionano anche sciroppi e composte dal gusto dolce-acidulo.

Una ricetta ormai poco nota, ma di effetto sono le visciole essiccate. Si raccolgono i frutti del visciolo a fine giugno e si essiccano con cura. Si conservano a lungo e possono decorare piatti dolci e salati e addolcire infusi di frutta.

Le visciole hanno proprietà astringenti, rinfrescanti e rinvigorenti, sono indicati nelle anemie giovanili e secondo la medicina tradizionale giovano al cuore e ai reni.

 

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Corso VIS NATURAE

Il Corso VIS NATURAE al Monastero di Fonte Avellana dal 26 al 28 maggio 2017 è un nuovo appuntamento di erboristeria e osservazione del paesaggio.

“Ogni foglia è una pianta intera”, così diceva Johann W. v. Goethe. Mentre la foresta di Fonte Avellana risplende nel verde più bello, è tempo di raccogliere foglie, fusti e fiori di piante medicinali tipiche, catturando la “Vis vitalis naturae”, quasi al culmine. Nel corso indaghiamo sul particolare significato della foglia e la connessione con l’uomo. Osservazioni all’aperto e pratiche di erboristeria invitano alla partecipazione attiva.

  • Il RITMO è vita: connessione tra sfera mediana della pianta e sistema ritmico nell’organismo umano (circolazione e cuore, respirazione)
  • VIS NATURAE I: la foglia come organo vegetale in botanica classica e goetheanistica e in erboristeria.
  • Modellare per sperimentare: la foglia nell’Origami
  • VIS NATURAE II: Sfera ritmica nell’uomo: il dolce tepore del nostro corpo – il Sangue
  • Pratica erboristica: Preparazioni con foglie e fusti di stagione, raccolti nella natura incontaminata di Fonte Avellana.

Bisogna vedere quel che non si è visto

Fonte Avellana
ginestre in fiore sul vecchio pascolo sopra il monastero

Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l’ombra che non c’era.
Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini.
Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre.
Jorge Saramago

Un laboratorio di cultura del paesaggio

https://www.facebook.com/paesaggiolab/

Paesaggio.lab è un progetto nato dall’incontro con Vasco Feligini, guida ambientale escursionistica e appassionato viaggiatore e altri amici e colleghi, tra cui Augusta D’Andrassi, Daniela Dall’Oro e Fiammetta Paloschi, Franco Barbadoro, la Comunità dei Monaci Camaldolesi di Fonte Avellana e Montegiove e molti altri.

Il progetto è l’organizzazione di corsi, escursioni, eventi artistici ed esperienze di scrittura lungo il nostro splendido Appennino. Iniziamo il 26 maggio 2017 con il corso “Vis Naturae” insieme a Carmela Patania e Augusta D’Andrassi, con un’escursione facoltativa con Vasco Feligini.

Come LABORATORIO è un’iniziativa aperta a idee, impulsi, richieste e interrogativi. Se non ci poniamo domande, non sapremo mai rispondergli, al paesaggio dentro e fuori di noi.

dal Monte Roma verso Fonte Avellana, foto Renato Tittarelli

Ampliare la percezione

Uno dei primi passi verso una conoscenza approfondita delle piante e del paesaggio è sviluppare la propria percezione. L’obiettivo è rendere creativi  dinamici il nostro pensare, sentire e volere per conoscerle, amarle e impiegarle ogni giorno come fedeli compagne.

1. Porsi delle domande …ed essere curiosi

“Possiamo comprendere una pianta solo se nutriamo un senso di ammirazione, di stupore di fronte ad essa.”   Johann Wolfgang von Goethe

Nella conoscenza delle piante officinali valgono gli stessi criteri del lavoro nel paesaggio: ci avvaliamo di diversi strumenti percettivi che servono a conoscere le piante e il loro ambiente dall’esterno, e nel medesimo tempo dedichiamo attenzione a quanto avviene dentro di noi – riflessioni, domande, sensazioni o impulsi, preconcetti. Ampliare la conoscenza della natura significa, innanzitutto, non avere pregiudizi nei confronti di una pianta e di un luogo. E non dare nulla per scontato. Nel primo approccio con una specie, l’esercizio migliore è fingere di non sapere assolutamente niente, di non avere alcuna nozione di botanica, biologia o ecologia, addirittura di non sapere nemmeno cosa sia una pianta in generale. In questo modo passiamo a una percezione più ampia e libera della pianta, che farà sorgere in noi molte domande.

Quali sono, dunque, le domande che sorgono in noi di fronte alla pianta? Che cosa cattura la nostra attenzione, la nostra curiosità, osservandola? Se non assecondiamo l’impulso di voler giungere subito a delle conclusioni mediante dei concetti, resteremo stupefatti della nostra stessa capacità di percepire la pianta, cogliendo da soli importanti aspetti che conducono alla sua conoscenza. Partire dalle domande genererà in noi la giusta curiosità, la quale ci renderà attivi e presenti nella nostra ricerca. Un’indagine ampliata in questo senso potrà essere supportata da conoscenze e strumenti della scienza naturale moderna.

 

Oleolito di Prunus spinosa

Preparazione erboristica: Oleolito di prugnolo (estrazione veloce)

Si raccolgono in giorni di luce/calore infiorescenze ben aperte e asciutte di prugnolo (Prunus spinosa L.). Il tempo deve essere soleggiato e asciutto, poco ventilato, si raccoglie possibilmente tra le nove e le undici. I fiori vengono riposti in un recipiente di vetro, coperti con olio di mandorle, olio di jojoba e un cucchiaio di olio di olio extravergine di oliva, si chiude con una garza appoggiando il tappo senza avvitarlo.

Scuotere ritmicamente il recipiente per 3 minuti, mettere a bagno maria per mezz’ora in acqua calda, poi lasciare in un luogo semibuio e caldo (almeno 20 gradi). La macerazione complessiva non dovrebbe durare più di 48 ore.

Si filtra più volte per eliminare la parte acquosa che creerebbe fermentazione e si conserva in flaconcini da 30 ml di vetro scuro. L’oleolito floreale di prugnolo rafforza il metabolismo dopo l’inverno, trasmette un impulso di luce e calore alla pelle stanca dall’inverno.E’ un buon rimedio per adulti e ancor di più per bimbi e neonati che soffrono di coliche e stipsi. Con poco olio si eseguono massaggi sulla pelle calda, in particolare sul ventre e la zona lombare. L’olio di prugnolo aiuta in convalescenza, insieme ad altri rimedi erboristici, valutati secondo la persona, può rafforzare l’organismo (reni, milza e fegato) se si soffre di allergia ai pollini in primavera.

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Karin Mecozzi, erborista

karin.mecozzi@aruba.it