Il Botton d’oro, dai nostri prati primaverili
Il “botton d’oro” è una ranuncolacea robusta e rigogliosa, che cresce nei prati e sui pascoli umidi, in ambiente submontano e montano. Apre i primi boccioli in aprile e continua a fiorire fino a settembre. Amato dai bambini per il suo aspetto, nelle Alpi viene chiamato volgarmente “fior di burro”.
Come altre specie della famiglia delle Ranuncolaceae, nella raccolta del botton d’oro possono comparire delle lievi irritazioni alle mani, a causa di sostanze contenute nella parte verde. La sua tossicità non lo rende più una pianta medicinale (un tempo si usava come lassativo, ma sconsigliamo il suo utilizzo ponderale). E’ usato invece in omeopatia: il succo viene adeguatamente diluito e dinamizzato e, sotto forma di “globuli” o gocce, è consigliato da medici omeopati nei disturbi della pelle e nevralgie.
In natura, il botton d’oro, un tempo era molto diffuso. Purtroppo oggi è diventato una pianta rara, protetta in alcuni paesi d’Europa.
Lo possiamo osservare nei suoi habitat preferiti, i prati umidi, vicino ai ruscelli e alle piccole sorgenti di montagna, nei pascoli paludosi di montagna, ai margini delle torbiere di alta quota. Vedremo che le mucche evitano di mangiarlo, sanno che sarebbe irritante, tuttavia lo “concimano” e lui cresce rigoglioso nella luce splendente dei paesaggi montani. Le specie da giardino appositamente selezionate, decorano aiuole e bordure e sono facili da coltivare: sono gialle o anche variopinte, con le corolle piene o doppie.
Un bel mazzo di botton d’oro coltivate, sulla tavola primaverile, crea la giusta atmosfera nelle feste di maggio. Serviamo i nostri cibi preferiti con le erbe spontanee del periodo – insalate di fiori e misticanza, frittatine con gli asparagi selvatici, erbe ripassate, le prime fragole, lo sciroppo di sambuto appena fatto – buon maggio, buona primavera, felici raccolte e osservazioni da me e dal botton d’oro!